SITUAZIONE TIM

SITUAZIONE TIM

Il leitmotiv  che sta governando  l’ attuale  situazione in TIM è uno : “… gli interessi passivi  sul monte debiti  stanno erodendo tutti gli utili aziendali …“.  In soldoni significa che dai circa 300 milioni di margine operativo  ottenuto vengono corrisposti  a livello di cassa  oltre 300 milioni in  interessi debitori da pagare.   E’ una vera e propria chiamata dell’ a.d. agli azionisti e quindi a tutte quelle altre parti coinvolte nel capitale di TIM per cercare di trovare una soluzione al problema.  E’ chiaro che  tutta l’attenzione viene ora rivolta a Vivendi , portatrice   del 23,75 % del c.s. ,  che però al momento ha  solo ventilato l’ intenzione di rivolgersi all’ autorità giudiziaria  per contestare in toto la legittimità dell’operazione di vendita di un asset di TIM.  Da quanto emerge dai dati aziendali si evince come su TIM pesino peraltro circa 26 miliardi di debiti che dal 01/01/23 al 30/09/2023 sono già costati in interessi oltre 2 miliardi di euro .  Esiste inoltre sulla compagnia telefonica la necessità impellente di rifinanziare il debito per i prossimi 3 anni , ben 9 miliardi !   Su questa situazione  pesa inoltre la spada di Damocle della odierna forte fluttuazione  in alto  degli interessi passivi che mentre prima erano corrisposti  ad un tasso di circa il 3,7%  ,  oggi si avvicinano sempre più al 7%.  Pensiamo per un attimo all’operazione  di  rifinanziamento necessario a TIM . Con gli interessi passivi che si pagano oggigiorno per ogni miliardo rifinanziato , solamente in termini di interessi passivi sottoscritti , si andrebbe  a registrare  un aumento degli oneri dare pari a quasi 40 milioni, valore  che moltiplicato per gli almeno 9 miliardi oggetto dell’ operazione potrebbe causare un  totale di costi aggiuntivi quantificabile in 300/350 milioni. Ecco  quindi la necessità obiettiva di ricercare  una soluzione condivisa tra tutti gli azionisti . Ove Vivendi continuasse nel minacciare uno scontro si andrebbe non solo a discapito della gestione aziendale di TIM ma anche contro un possibile beneficio  economico  degli altri azionisti . Una soluzione  potrebbe essere  quella di ricercare   un interesse in soggetti finanziari terzi propensi  a rilevare le quote del socio francese. La situazione fotografata ad  oggi  vede l’assenso  del C.d.a. alla vendita di Tim , con il voto favorevole di 11 consiglieri su 14, l’offerta di acquisto ricevuta  da parte del fondo KKR è pari a  20 miliardi. Nel merito TIM venderebbe  NetCo , con l’assenso anche del Governo Italiano , al fondo americano KKR e meglio  la rete di telecomunicazioni per l’accesso da telefonia fissa, compresa la parte in fibra FiberCop con  tutte le interconnessioni che cadono sotto la Sparkle che permettono di collegare l’ Italia e l’ Europa con tutto il mondo. Ora la palla passa a Vivendi: o cede la sua quota oppure inizia una guerra di carte bollate che sicuramente porterà più costi che benefici per tutti oltre che bloccare di fatto l’ operatività finanziaria ed economica  aziendale .