“POINT BREAK” IN PIAZZA AFFARI

“POINT BREAK” IN PIAZZA AFFARI

Sono i titoli legati al  credito  e direttamente collegati al  “risiko bancario” , la benzina che alimenta la spinta  febbrile delle quotazioni in borsa di questo periodo.  La prospettiva è quella che si assisterà ad un consolidamento tra gli istituti di credito italiani e ciò  anche perché  la BCE ha finalmente rimosso tutti gli ostacoli normativi prima esistenti. Da parte loro le banche italiane hanno completato il piano di pulizia dei propri bilanci dai crediti deteriorati  riuscendo così ad ottenere  solidi coefficienti patrimoniali .  Forte attenzione  rivolta anche verso gli incentivi fiscali del  comparto bancario che ora sono così rilevanti da  riuscire a neutralizzare quasi del tutto gli effetti degli eventuali oneri di ristrutturazione collegati  alle aggregazioni tra istituti. Dai minimi rilevati nel periodo post Covid  al momento attuale i titoli del credito hanno raccolto performance medie del + 78%, riuscendo così a recuperare tutto il terreno perduto con la pandemia ed  oggi le attese sono ancora indirizzate verso un nuovo e significativo aumento di valore. Un  motivo  trainante di questo trend al rialzo è  anche legato al fatto del  superamento , della soglia psicologica del “ 25 mila punti” dell’’indice Ftse Mib, livello che si riteneva fosse una “ resistenza psicologica” invalicabile.  Oggi le  “external influences”  sulle attese economiche italiane di costante anche se graduale ripresa post-pandemia  correlate e sommate  agli effetti economici-finanziari del recovery plan non potranno che  avere un effetto  di volano sulle quotazioni   spingendo   ancora al rialzo i titoli finanziari con particolare attenzione ai bancari che hanno un peso significativo sul listino delle “blue chip”.  S’ innesca  quindi sui mercati il c.d. “ appeal speculativo”  specifico per le banche che guidano la classifica  delle quotate per capitalizzazione , ma così pure per quegli istituti ritenuti  oggi minori   anche se con  titoli , chiaramente sempre quotati ,che sono però di fatto  nell’occhio dell’interesse generale per  plausibili quanto possibili ipotesi di aggregazioni. La scommessa degli investitori si rivolge quindi a preventivabili  matrimoni di prestigio con un forte potenziale per maggior ritorni sul capitale nel tempo.   Di seguito una selezione dei primari titoli bancari Ftse-Mib su cui porre particolare attenzione con specifica della performance da inizio anno. 1) Banco Bpm : +64,5% .  2) Poste Italiane : +44,1%.  3) UniCredit: + 41,2%.  4) Bper Banca: +37,2%.  5) Mediobanca : + 31,3%.  6) Intesa Sanpaolo: +27,5%.  7) Banca Generali : +25,8%.  8)Banca Mediolanum: +17,2%.  E’ un momento particolare nel mondo dell’economia e quindi della finanza dove tutto intorno  è in evoluzione ed oggetto di cambiamenti.   Il settore delle banche quotate , di qualsiasi dimensione  economico-patrimoniale siano, è una risorsa preziosa , da valorizzare, da ricercare e ristrutturare con operazioni di ingegneria finanziaria ad hoc indirizzate a  creare  una leva  positiva di crescita.  Questo è il vero valore distintivo dell’attuale trend dei mercati che,  una volta individuata la “preda” la seguono, ne studiano il possibile orientamento e  la finalizzazione imprenditoriale nel nuovo mercato, la capacità di ricerca realizzativa, il grado dei servizi nel tempo con le nuove risorse tecnologiche collegate  oggigiorno  sempre ad uno sviluppo sostenibile.  Ne è un esempio il caso di Monte dei Paschi di Siena che si trova ad un bivio: cedere ad Unicredit  e/o al Banco Bpm ed andare quindi a formare un “terzo polo”, oppure mettersi in gioco e “ballare”  da sola.  Il nodo vero è la trattativa tra il Ministero dell’Economia ed Unicredit in merito alla possibile cessione  del 68% del capitale dell’istituto . Mancano circa sei mesi alla scadenza dell’impegno ad uscire dal c.s. , impegno assunto davanti alla UE ed alla BCE dal governo precedente e quindi tempo addietro.  Un’alternativa potrebbe essere proprio Bpm.  L’ex popolare milanese si trova oggi al centro di una serie di interessanti ed importanti sviluppi.  Da una parte Unicredit vuole indirizzare la propria “ voglia di espansione” proprio verso Bpm che le permetterebbe di garantirsi  un ruolo  di evidenza commerciale di primo piano  al nord Italia. Dall’altra Banco Bpm  che attuerebbe la propria volontà di conquista diventando  di fatto un istituto aggregatore. Attenzione però al terzo incomodo  che potrebbe avere le sembianze di  Goldman Sachs ,  istituto estero iconico  , nato  nel 1869 a New York, Stati Uniti ,  una delle più grandi banche d’affari del mondo con la sua sede legale storica al 200 di West Street a Lower Manhattan. Ebbene Goldman Sachs   disegnerebbe volentieri  un futuro ben diverso da quello paventato  dal risiko delle diverse “situazioni italiane”,  seguendo un “modus operandi”  peraltro già applicato  con successo su Piraeus Bank e Alpha Bank  in terra greca.  Quindi soluzioni alternative ??  Personalmente ho una mia idea  ben precisa su cosa e  sul come affrontare il “rebus senese”, che  peraltro bisogna sempre rammentare che trattasi della banca più antica al mondo oltre che , ad oggi, essere un istituto capace di generare reddito.  Detto ciò la soluzione più attuabile e garantista di indipendenza per il mercato, potrebbe essere quella di attivare la “chance”  dell’aumento di capitale , attraverso il quale si potrebbe  generare  la diluizione della presenza pubblica nel capitale  ( ndr:  come detto oggi al 68%) , traghettando in parte le quote a favore di investitori internazionali ed un’altra parte , in base alle richieste di acquisto, ad operatori industriali italiani. Il punto focale è smetterla di guardarsi indietro e rivangare   gli ultimi 10 anni in cui a Mps è accaduto di tutto ed invece affrontare l’investimento in un’ottica nuova  e prospettica considerando questa operazione per quello che realmente è , ovvero un progetto rivolto al futuro riconducibile ad un contesto moderno, ampio e finalmente competitivo in un nuovo mondo , mettendosi alle spalle la storia societaria passata ed i mesi di lockdown.