PMI ITALIA : “…tesoro, mi si sono ristretti i business…”

PMI ITALIA : “…tesoro, mi si sono ristretti i business…”

Pandemie, guerre, terremoti, disastri climatici, crisi economiche, macchinari sempre più sofisticati abbinati all’ intelligenza artificiale che sottraggono ore lavoro, guerra verde e non solo…il crescendo di regole e normative europee sempre più stringenti e asfissianti che  più che regolare il mercato comune delle imprese ne limitano il campo e gli spazi di manovra.  Di fatto il mondo è diventato sempre più piccolo.  Gli imprenditori chiedono del nuovo spazio.   Spazio per i sogni con  nuovi mercati che permettano nuove avventure, spazio per ricercare nuove frontiere come se gli imprenditori del terzo millennio fossero dei nuovi pionieri. Lo spazio in nuove parti di mondo che possano diventare un  luogo dove tutto è ancora una volta possibile creando nuove opportunità per le PMI per i  prossimi anni. Il senso è quello della c.d. “ trasformazione e mutamento” , ovvero del  saper cogliere sempre  le nuove sfide che i mercati  propongono . Rammentando  come in economia per ogni spazio che si chiude un altro si apre: è la  c.d. “ regola aurea “ che da sempre vale anche per i mercati.  Le situazioni di crisi posso essere fautrici di nuove opportunità soprattutto per le PMI che da sempre mostrano un’elevata elasticità e quindi propensione al cambiamento . Nel periodo post-Covid  segnalo quattro tipologie di profonda trasformazione  alla nuova situazione imprenditoriale :  1) riconversione delle proprie linee di produzione.  2) rimodulazione e adeguamento del proprio modello operativo.  3) puntare sull’ internazionalizzazione dei mercati. 4) rafforzare la componente patrimoniale anche tramite operazioni di finanza straordinaria. Ecco allora che le PMI si trovano ad operare ,  per essere resilienti nel medio-lungo periodo , con una attenta pianificazione strutturata necessitando però di partner consolidati che siano in grado di integrare il gap di  competenze specifiche nella gestione del  “new-normal”. In questo contesto peraltro già difficile si devono poi aggiungere anche i continui rialzi dei tassi, come quello previsto dello 0,25% preannunciato ieri per il mese di luglio dal Presidente della Bce , giustificato dalla priorità di ridurre l’inflazione al 2% nel medio termine.   Personalmente ritengo che questi continui incrementi non vadano nella direzione della crescita economica.  L’aumento dei tassi di interesse causa   l’aumento del  costo del denaro .  Mette  ulteriormente in crisi le imprese  e con esse tutto il reparto industriale e produttivo. I tassi in ulteriore crescita di fatto  avvicinano una  significativa  riduzione del livello dell’attività economica aggregata e quindi  una situazione di recessione .