
31 Ott MPS: LA VENDITA
Il Mef titolare del 64,2% della Banca di Siena ha finalmente deciso: ha dato il via alla cessione della sua quota. Per prima cosa il Tesoro ha scelto i propri consulenti finanziari nelle figure di Ubs e Jefferies e come advisor legale Clifford Chance. Il “ kich-off meeting” avrà inizio nei prossimi quindici giorni . In tale sede verrà presentato lo schema operativo che disegnerà nel merito l’uscita del Mef da MPS , le linee guida , l’assegnazione precisa degli incarichi , confermare il piano d’azione definitivo. Le soluzioni praticabili saranno due : 1) cavalcare l’idea di una chiusura della cessione con un’altra banca scelta tra Banco Bpm, Unipol oppure Unicredit. 2) azionare un piano di “ private placement “ , che porti ad una diminuzione della quota posseduta dal Tesoro attraverso una operazione specifica indirizzata a tutto il mercato e/o in alternativa ad un gruppo ristretto e selezionato di investitori oggi ancora in via di definizione . La palla ora è in mano agli advisor . Da una parte UBS , tra l’altro già operativa da tempo con il Tesoro nelle trattative per l’investimento nella rete Tim. Dall’altra come abbiamo detto troviamo Jefferies dove il suo team di manager provenienti da Credit Suisse avevano già seguito per la banca svizzera l’operazione di partecipazione al consorzio di garanzia che aveva supportato l’aumento di capitale del settembre 2022 . Con 2,5 miliardi di euro era stato messo in sicurezza il Monte dei Paschi. Rammento come quattordici mesi orsono , data dell’aumento di capitale, il Mef aveva coperto tutta la sua quota versando 1,6 miliardi. Il risultato oggi evidente è che MPS si presenta a tutti gli effetti come un Istituto ben capitalizzato , con un profilo di possibile partner industriale strategico e quindi appetibile.