MPS: LA VENDITA

MPS: LA VENDITA

Il Mef titolare del 64,2% della Banca di Siena ha finalmente deciso:  ha dato il via alla cessione della sua quota.  Per prima cosa il Tesoro ha scelto i propri consulenti finanziari nelle figure di  Ubs e Jefferies  e   come advisor legale Clifford Chance.  Il “ kich-off meeting” avrà inizio  nei prossimi quindici giorni . In tale sede verrà presentato lo schema operativo che disegnerà nel merito l’uscita del Mef da MPS ,  le linee guida , l’assegnazione precisa degli incarichi ,  confermare il piano d’azione definitivo.  Le soluzioni praticabili saranno  due :  1) cavalcare l’idea di una chiusura della cessione con un’altra banca scelta tra Banco Bpm, Unipol oppure Unicredit.   2) azionare un piano di “ private placement “ , che porti ad una diminuzione della quota posseduta dal Tesoro attraverso una operazione specifica indirizzata a tutto il mercato e/o  in alternativa ad  un gruppo ristretto e selezionato di investitori oggi ancora in via di  definizione .  La palla ora è in mano agli advisor .  Da una parte  UBS ,  tra l’altro  già operativa da tempo con il Tesoro nelle trattative per l’investimento nella rete Tim.  Dall’altra come abbiamo detto troviamo  Jefferies  dove  il suo team di manager provenienti da Credit Suisse  avevano già seguito  per  la banca svizzera l’operazione di partecipazione al consorzio di garanzia che aveva  supportato l’aumento di capitale del settembre 2022 . Con 2,5 miliardi di euro era stato messo   in sicurezza il Monte dei Paschi.  Rammento come quattordici mesi orsono , data dell’aumento di capitale, il Mef aveva coperto tutta la sua quota versando 1,6 miliardi. Il risultato oggi evidente è che MPS si presenta a tutti gli effetti come un Istituto ben capitalizzato ,  con un profilo di  possibile partner industriale  strategico e quindi appetibile.