MIRAFIORI E POMIGLIANO A RISCHIO

MIRAFIORI E POMIGLIANO A RISCHIO

Innanzi tutto partiamo ponendoci una semplice domanda : la questione Stellantis è  solo un problema politico di incentivi statali oppure è anche e/o soprattutto ( !? ) un problema di manager dell’azienda che non riescono ad  evolvere la produzione esprimendo un nuovo prodotto interessante e accattivante per la clientela?   A creare ulteriore tensione nella compagnia Stellantis , ricordiamo essere una costellazione di 14 brand automobilistici e due rami specifici dedicati alla mobilità sostenibile, lunedì 5 febbraio è arrivata la comunicazione ufficiale della messa in cassa integrazione dal 04 al 30 marzo pv di 2.260 lavoratori degli impianti di Mirafiori in aggiunta alla cassa già prevista in precedenza per tre settimane . Dal 12 febbraio sarà lo stop delle linee della Maserati con 1.009 addetti e della 500 elettrica con altri 1.251.  Il fermo di “ idee “ sul lancio di  un nuovo veicolo valido ad oggi lascia enormi buchi produttivi sulle varie piattaforme degli impianti creando anche ulteriori tensioni con lo Stato Francese, presente nell’azionariato e il Governo Italiano. Il nodo ancorché polemico tra Tavares a.d. di Stellantis ed il Governo necessita di una analisi molto articolata ed attenta.  Se da  una parte il colosso automobilistico chiede  al Governo l’aumento degli incentivi  in Italia per il comparto automobilistico ,  dall’altro assegna il grosso delle sue produzioni in stabilimenti situati in altre nazioni che non sono l’ Italia , operatività  giustificata  da Stellantis con  costi  inferiori .  Questo modo di operare crea   contestualmente  lavoro per  manovalanza straniera,  anche se poi se poi propongono il prodotto come un brand italiano : c’è qualcosa che non  funziona!  Ecco allora che il Governo , secondo chi scrive correttamente , dopo aver comunque già stanziato incentivi per il settore pari a un miliardo di euro si è pubblicamente reso disponibile a valutare con massima attenzione investimenti esteri (  brand automobilistici stranieri ) che possano iniziare a produrre sul territorio nazionale creando così nuovi posti di lavoro nel campo dell’auto. Ora è un susseguirsi di voci e smentite dove da una parte lo Stato italiano ha genericamente dato la disponibilità per un suo ingresso nella proprietà del gruppo ( …una chimera ), aprendo però contestualmente  le porte dell’ Italia ad altri produttori automobilistici , in primis l’auspicato  arrivo di costruttori cinesi .  Di questi giorni  la smentita  del presidente Johnn Elkann ( ma non del vero leader del gruppo Tavares )  di una possibile fusione con altri costruttori , in testa Renault ,  compagnia già partecipata dal Governo Francese. Forse è giunto il momento di essere ( diventare ) più seri e pragmatici ed affrontare il problema con un piano industriale nazionale che eviti un tracollo sulle sembianze del caso “ Ilva “ e che quindi rilanci l’ automotive nel suo complesso compresi i settori ricerca, tecnologie e riconversioni verso l’elettrico.   Attenzione però un occhio attento bisogna rivolgerlo  al settore , molto forte in Italia , della componentistica auto, dove a causa dell’indirizzo dei costruttori  , Stellantis in testa, di abbattere i costi rivolgendosi  verso paesi produttori low cost , causano una ingentissima perdita di introiti fiscali e posti lavoro. Non bisogna dimenticarsi di quello che sta già accadendo in Italia dove la profonda crisi dell’auto in Germania sta causando la perdita di oltre il 50% dell’export  nella produzione componentistica dell’indotto nazionale.