
14 Gen LA FORZA SOTTILE DI UNA LEADERSHIP
Leadership : posizione di preminenza assunta da una persona che abbia una funzione di guida in un certo momento temporale ed in un certo contesto socio-economico. Trovo corretto fare il punto di chiusura anno ( e che anno!) tramite un approfondimento veloce sulla figura cardine che ha rappresentato lo Stato nel suo insieme , portando il suo Governo a cercare di minimizzare gli effetti sociali ed economici delle misure adottate nel suo periodo di lavoro. Oggi più che mai però il nostro sguardo è stanco e sempre più preoccupato , accompagnato da bisogni , sogni e speranze tutti rivolti ad un futuro prossimo. In Italia ciò che si vede , o meglio che non si vede, è realtà cui si basa l’attuale momento politico e quindi economico. Questo risulta essere avvolto da una impalpabile nebbia . Unica figura certa e riconoscibile è quella di Draghi che con le parole “ realismo, fiducia e unità” ha voluto definire il nuovo anno. Messaggio di ottimismo lanciato ad un paese prostrato per l’ennesima volta dalla recrudescenza della pandemia. Ma la possibile presenza di Mario Draghi a Palazzo Chigi oggi appare , a chi scrive, come un “ ingombro insopportabile” per i partiti. Ancora una volta prevale il teatrino della politica italiana che evidenzia uno spettacolo indecoroso circa i giochi per il Colle . Di Quirinale il Premier non vuole parlare, adducendo però che le divisioni della maggioranza , da lui definite come “ divergenze di opinione”, non sono mai state di ostacolo all’azione di governo. E’ però altrettanto vero che da settimane in maniera pseudo- sommersa e quindi tediosa , si è sempre più monopolizzato il dibattito politico soprassedendo, di fatto, a problemi sociali ed economici concreti . Di fatto, obtorto collo, le scaramucce tra i diversi partiti politici hanno evidenziato una volontà diretta e peraltro mai negata , di come meglio imbrigliare e/o neutralizzare l’attuale leader. Tutto questo ha portato alla luce, ove ve ne fosse stato ancora bisogno, di quanto sia profonda la distanza tra i palazzi romani e la cruda realtà attuale ancora avvolta nella tenaglia pandemica. Dati sull’inflazione crescente e previsioni al rialzo del debito pubblico nazionale dovrebbero però essere motivo di una assai maggiore attenzione e ciò a dimostrazione di una vera professionalità politica. Non dobbiamo mai dimenticare come , sia la Camera che il Senato abbiano la responsabilità formale ed unica di consegnare ai cittadini un indirizzo politico di maggioranza a cui dovrebbe corrispondere l’obiettivo primo di prendersi cura consapevolmente del Paese. Al momento mi vengono alla mente mille dubbi , domande ed incertezze. Siamo certi sulla corretta attuazione del Pnrr? Dopo tutte queste manovre economico- finanziarie di urgenza , attuate causa Covid , siamo sicuri della situazione dello stato di salute della finanza pubblica italiana? La politica ha la testa e la capacità per affrontare con successo e con un chiaro indirizzo , rivolto all’interesse nazionale , i principali dossier economici e di sicurezza del Paese oggi sul tavolo? Si sta valutando una soluzione delle escalation militari ai confini dell’Italia? E quali soluzioni si voglio trovare , una volta per tutte, sul problema dei migranti ? Mille sono i dubbi e mille le preoccupazioni che attanagliano i cittadini, spettatori impotenti davanti alle scaramucce politiche sul “ chi verrà” al Quirinale . Pessima figura e certamente non un bello spettacolo offerto da una politica oggi quantomeno “distratta da altro (!)”. Ciò si riflette in un tangibile “vuoto” dei partiti che dovrebbero preoccuparsi meno del Quirinale ed invece un po’ più del Paese. Questo “circo nazionale” si rispecchia quindi anche nel grande sistema ( momento) economico attuale in Italia. La ripresa economica nel 2021 era su un sentiero di crescita decisamente più sostenuto di quanto atteso e ciò fino alla nuova ondata di Covid degli ultimi due mesi dell’anno , che proseguirà ancora nel 2022. Nonostante ciò oggi si può ancora supporre una crescita del Pil italiano intorno al 6% a chiusura 2021 ed intorno al 4,5% per il 2022. In questo contesto economico l’inflazione appare oggi come una scheggia impazzita e di difficile quantificazione previsionale anche se forse catalogabile, al momento, come un problema ( forse) transitorio. Il notevole salto in avanti ha riguardato tutti e tre i principali macro-settori : manifattura, costruzioni ( largamente al di sopra dei livelli di attività del 2019) e servizi. Il blocco dei licenziamenti , in uno ai vari interventi di supporto all’occupazione implementati nel 2020 e 2021 , ha permesso un graduale miglioramento al mercato del lavoro. Le aspettative sul lavoro, quindi, sono per un ritorno dell’occupazione al suo livello pre-pandemico nella seconda metà del 2022 con un tasso reale di disoccupazione che , se pur in progressiva riduzione , si attesterà però ancora ben sopra il 9% per i prossimi trimestri. Il Governo Draghi ha posto la sua attenzione anche verso una nuova politica fiscale , che è stata e continuerà ad essere , al momento , ancora accomodante . Grazie ad una elevata crescita del Pil nominale è probabile che il rapporto deficit/Pil del 2021 rimarrà in linea con il – 9,5% dello scorso anno ma con una probabile discesa nel corso del 2022 ad un presunto – 5,6%. Analizzando poi i dati previsionali della crescita nominale , si può anche supporre che il debito pubblico in rapporto al Pil rimarrà intorno al valore consuntivo del 2021 e quindi leggermente più contenuto del livello del 2020. Fondamentale risulterà al fine di una corretta gestione della finanza pubblica, attuare un’ attenta quanto precisa implementazione del PNRR e delle riforme conseguenti e necessarie ad accompagnarlo.