LA FORZA SOTTILE DI UNA LEADERSHIP

LA FORZA SOTTILE DI UNA LEADERSHIP

Leadership : posizione di preminenza  assunta da una  persona  che abbia  una funzione  di guida in un certo momento temporale ed  in un  certo  contesto socio-economico.   Trovo corretto  fare il punto  di chiusura  anno ( e che anno!) tramite   un approfondimento  veloce sulla    figura cardine che  ha rappresentato   lo  Stato nel suo insieme , portando il suo Governo a  cercare di minimizzare gli effetti sociali ed economici delle misure adottate nel suo periodo di lavoro.  Oggi  più che  mai  però il nostro sguardo è stanco e sempre più preoccupato , accompagnato da  bisogni ,  sogni  e speranze tutti rivolti ad un  futuro prossimo.  In Italia ciò che si vede , o meglio che non si vede, è realtà cui si basa l’attuale momento  politico e quindi economico. Questo risulta essere   avvolto da una impalpabile nebbia . Unica  figura  certa e riconoscibile è  quella di  Draghi che con le parole “ realismo, fiducia e unità” ha voluto definire il nuovo anno. Messaggio di ottimismo lanciato ad un paese prostrato per l’ennesima volta dalla recrudescenza della pandemia.  Ma la possibile presenza  di Mario Draghi a Palazzo Chigi  oggi  appare , a chi scrive,  come un “ ingombro insopportabile” per i partiti.  Ancora una volta prevale il teatrino della politica italiana che evidenzia  uno spettacolo indecoroso circa i giochi per il  Colle . Di Quirinale il Premier non vuole parlare, adducendo però che le divisioni della maggioranza , da lui definite come “ divergenze di opinione”,  non sono mai state di ostacolo all’azione di governo. E’   però altrettanto vero  che da settimane  in maniera pseudo- sommersa e quindi tediosa , si è sempre più monopolizzato il dibattito politico  soprassedendo, di fatto, a problemi  sociali ed economici concreti .  Di fatto, obtorto collo, le scaramucce tra i diversi partiti  politici hanno evidenziato una volontà diretta e peraltro mai negata , di come meglio imbrigliare e/o neutralizzare l’attuale leader.  Tutto questo ha portato alla luce, ove ve ne fosse stato ancora bisogno, di quanto sia profonda la distanza tra i palazzi romani e la cruda realtà attuale ancora avvolta nella tenaglia pandemica.  Dati sull’inflazione crescente e previsioni al rialzo del debito pubblico nazionale dovrebbero   però essere  motivo di  una assai maggiore attenzione e ciò a  dimostrazione di una  vera professionalità politica. Non dobbiamo mai dimenticare come  , sia la Camera che il  Senato abbiano la responsabilità formale ed unica  di consegnare  ai cittadini  un indirizzo politico di maggioranza a cui dovrebbe corrispondere l’obiettivo primo di prendersi cura consapevolmente del Paese.  Al momento mi vengono alla  mente mille dubbi , domande ed incertezze. Siamo certi sulla corretta attuazione del Pnrr?   Dopo tutte queste manovre  economico- finanziarie di urgenza , attuate causa Covid , siamo sicuri  della situazione dello stato di salute della finanza pubblica italiana?   La politica ha la testa e la capacità per affrontare con successo e con un chiaro indirizzo ,  rivolto all’interesse nazionale , i principali dossier economici e di sicurezza del Paese  oggi sul tavolo?    Si sta   valutando una soluzione delle escalation militari ai confini dell’Italia?  E  quali soluzioni si voglio trovare , una volta per tutte, sul problema dei  migranti ?  Mille  sono i dubbi e mille  le preoccupazioni che attanagliano i cittadini,  spettatori impotenti  davanti  alle  scaramucce politiche sul “ chi verrà” al Quirinale . Pessima figura e certamente non un bello  spettacolo offerto da una politica oggi quantomeno “distratta da altro (!)”. Ciò si riflette in un tangibile “vuoto” dei partiti  che dovrebbero preoccuparsi meno del Quirinale ed invece un po’ più del Paese. Questo “circo nazionale”  si rispecchia  quindi  anche nel grande  sistema  ( momento) economico attuale in Italia. La ripresa economica nel 2021 era su un sentiero di crescita decisamente più sostenuto di quanto atteso e ciò fino alla nuova ondata di Covid degli ultimi  due mesi  dell’anno , che proseguirà ancora nel 2022. Nonostante ciò oggi si può ancora supporre una crescita del Pil italiano intorno al 6% a chiusura 2021 ed intorno al 4,5% per il 2022.  In questo contesto economico  l’inflazione appare  oggi come una scheggia impazzita e di difficile quantificazione previsionale anche se forse catalogabile, al momento,  come un problema ( forse)  transitorio. Il notevole salto in avanti ha riguardato tutti e tre i principali macro-settori :  manifattura,  costruzioni ( largamente al di sopra dei livelli di attività del 2019) e servizi.  Il blocco dei licenziamenti , in uno ai vari interventi di supporto all’occupazione implementati nel 2020 e 2021 , ha permesso un graduale miglioramento al mercato del lavoro. Le aspettative sul lavoro, quindi,  sono per un ritorno dell’occupazione al suo livello pre-pandemico nella seconda metà del 2022 con un tasso reale di disoccupazione che , se pur in progressiva riduzione , si attesterà   però ancora ben sopra  il 9% per i prossimi trimestri.   Il Governo Draghi ha posto la sua attenzione anche verso una nuova politica fiscale  ,  che  è stata e continuerà ad essere , al momento , ancora accomodante . Grazie ad una elevata crescita del Pil nominale è probabile che il rapporto deficit/Pil  del  2021  rimarrà  in linea con il – 9,5% dello scorso anno  ma con  una probabile discesa nel corso del 2022  ad un presunto   – 5,6%.   Analizzando  poi   i dati previsionali della  crescita nominale ,  si può  anche supporre che  il debito pubblico in rapporto al Pil rimarrà intorno al  valore consuntivo del 2021  e quindi  leggermente più contenuto del  livello del 2020. Fondamentale  risulterà al fine di una corretta gestione della finanza pubblica, attuare un’ attenta quanto precisa implementazione del PNRR e delle riforme conseguenti e necessarie ad accompagnarlo.