
07 Set KARL MARX : LO PSICANALISTA DEL SISTEMA CAPITALISTICO
Per l’approfondimento del tema odierno partirei da quanto una volta dichiarato dal finanziere George Soros : “…Marx centocinquanta anni fa ha scoperto qualcosa sul capitalismo di cui oggi dobbiamo tener conto…”. Questa affermazione è stata raccolta durante un meeting finanziario il cui oggetto era incentrato su come le crisi economiche abbiano iniziato a susseguirsi , a livello globale , con una cadenza costante nel tempo. Primo fatto certo è che la finanza oggi più che mai ha preso il sopravvento sull’industria mentre , in quest’ultima , si è acuita sempre più la ricerca del profitto ad ogni costo tanto da escludere qualsiasi interesse del bene comune , oggi poi aggravatosi da sconquassi ecologici epocali. Le disuguaglianze nelle diverse popolazioni sono aumentate mentre la ricchezza si è concentrata inesorabilmente sempre più in poche mani. Le principali multinazionali mondiali rivestono una “ rilevanza economico-finanziaria “ spesso più potente e influente degli stessi Stati dove risiedono e/o operano. Oltre l’ 80 % delle loro quote di controllo sono detenute da meno del 2 % dei grandi azionisti. Questo significa che le decisioni vengono prese sempre dalle stesse persone e/o istituzioni finanziarie . Di fatto da un gruppo ristrettissimo di soggetti in grado di condizionare le scelte operative mondiali. Ecco allora che ogni volta che il mondo economico vive una crisi finanziaria , oggi collegate a doppio filo a quelle ambientali , le stesse si ripercuotono sul sistema capitalistico e così si riaccende l’interesse verso i testi del filosofo tedesco Marx : si ritorna a rileggere “ Il Capitale”. Ben sappiamo come Marx sia , ancora oggi, il teorizzatore delle crisi che il capitalismo è destinato a generare . Per Marx non esiste alcuna possibilità che il mercato possa autoregolarsi. Non bastano neppure eventuali sostegni esterni e questo andando contro la convinzione base che sottende alle teorie dell’economista inglese John Maynard Keynes. Oggi nel mondo globale sembra realizzarsi una delle “ key predictions “ cult marxiane : “… L’esistenza di una classe capitalistica sempre più esigua che detenga enormi e crescenti quote di ricchezza e potere contrapposta a una massa crescente di persone che viene sempre di più sfruttata…”. Ogni qualvolta che si scatena una crisi , le nuove generazioni di economisti e di operatori della finanza, che incarnano lo spirito più sfrenato del capitalismo , riscoprono il valore e l’attualità di certe idee marxiste che teorizzano sul fatto di come le contraddizioni del capitalismo vadano a provocare e ampliare le crisi economiche, politiche, sociali e ambientali. Interessante a tale proposito il contenuto di una dichiarazione rilasciata dal finanziere americano Warren Buffet e pubblicata dal New York Times : “… certo che la lotta di classe esiste, solo che la stiamo vincendo noi ricchi…”. Le teorie di Marx rappresentano per certi versi un tipo di analisi ancora oggi attuale sull’economia capitalistica , visione più che mai utile a chi desideri capire le linee di tendenza economiche di fondo. Le radici di una crisi economica sono sempre di difficile comprensione e interpretazione da parte delle varie scuole di pensiero , sia esse legate all’economia mainsteram ( ndr: raccoglie le principali scuole di economia insegnate nelle più importanti università con approcci eterodossi – scuola di Shiozawa ), che della neoclassica e della neokeynesiana. La cosa che mi colpisce di più ogni volta è che alla fine non si può non notare come questi strumenti di analisi siano stati completamente abbandonati ed anzi dimenticati soprattutto dalla politica. Ad avvalorare l’interesse crescente per le teorie marxiane dopo la deflagrazione della crisi del 2008 negli USA , ma poi a cascata in vari altri paesi tra cui l’Italia, sono nate diverse testa on-line , le quali si sono messe a rielaborare le tesi cult di Marx in una chiave di lettura moderna, attuale e soprattutto accessibile e comprensibile da tutti. Sicuramente la spinta alla rilettura dei testi del filosofo tedesco hanno contribuito diversi fattori dell’economia attuale. Basta guardare con obiettività , quello che accade ancora oggi nelle fabbriche della Cina , Bangladesh o nello stato indiano del Karnataka e questo per fare esattamente la stessa considerazione che formulavano un secolo e mezzo fa Marx ed Engels : “…non è questo il mondo in cui un mondo civile dovrebbe organizzare la propria produzione…”. Esattamente come previsto da Marx l’essere umano è finito per diventare nulla di più che una propaggine della macchina. Un ultimo veloce cenno sulla visione marxiana della crisi climatica. Nella prospettiva di Marx la crisi ambientale è in ultima analisi riconducibile al fatto che all’interno di una società capitalistica la valorizzazione del capitale ( ndr : conseguimento del massimo profitto nel più breve tempo possibile) rappresenta il “ supreme value “ rispetto al quale ogni altra finalità passa in secondo piano. Insomma dagli Usa all’ Europa è in corso la rinascita di un c.d. “ socialismo dolce” dove il pensiero di Karl Marx , ricordo morto 140 anni fa, continua ad influenzare fortemente anche il tempo presente. E’ la c.d. “ Marx Renaissance “ , un’onda culturale che ciclicamente risorge per riaffermarsi agli occhi del mondo, anche se forse più a quelli del mondo accademico che ad un vero e proprio interesse di quello politico . Fatto sta che il vecchio Karl Marx è il compagno di viaggio di una larga parte della neo-sinistra internazionale , soprattutto di quella più attuale e più green che si muove nel cuore pulsante del capitalismo tra Europa e gli Stati Uniti . A ciò , non bisogna mai dimenticarsi di aggiungere come le “ risonanze marxiane” siano ben ravvisabili anche nei discorsi e nei messaggi di Papa Francesco , basti vedere quando accaduto nel dicembre del 2022 , dove ricevendo una delegazione di sindacalisti della Cgil , Francesco parlò di “ scarti sociali “ e della sua proferita determinazione nel difendere la dignità del lavoro. In conclusione rimarco come le idee marxiane , anche oggi , si muovano sotto forme diversificate scompaginando equilibri che si volevano consolidati e così andando ad incidere anche sulle politiche economiche e finanziarie complessive . Il pensiero di Karl Marx dimostra ineluttabilmente come fuori da vetuste ortodossie e/o più semplici appartenenze ideologiche, esiste una posizione chiara che conferma come la “ storia di lotte di classi” , di cui in ogni società e periodo storico compreso l’attuale si è nutrita , non sia ancora finita.