FLAX TAX

Flat tax, perché sì

In Italia ogni possibile cambiamento crea ilarità anche in persone che potrebbero di fatto evitarla. È il caso del ministro Padoan il quale, ha liquidato sbrigativamente la flat tax come «bacchetta magica o la fatina blu». Eppure si tratta di un sistema fiscale proporzionale che punta a diminuire le aliquote Irpef indirizzandole verso un’unica aliquota e nel quale il carattere di progressività è garantito dalle detrazioni fiscali concesse per i redditi più bassi e non applicabile per quelli più elevati. Secondo l’esperto di diritto fiscale, Fabio Accinelli, «questo sarebbe il mezzo giuridico-economico più auspicabile per contrastare l’evasione fiscale ed aumentare così il gettito economico per lo Stato». Creata dell’economista statunitense Milton Friedman nel 1956, la flat tax contiene in sé il principio di progressività recepito, fin dall’inizio, nelle costituzioni di tutti i paesi democratici occidentali, principio poi sottoposto a successive modifiche e revisione. È storia che durante la presidenza di George W. Bush alcuni economisti proposero dopo l’approvazione del taglio delle tasse voluto dal presidente di sostituire il sistema fiscale vigente in quell’epoca con una flat tax al 17,5 %. Successivamente nella seconda metà degli anni 2000 la flat tax è stata applicata in vari Paesi del mondo soprattutto negli stati dell’Est Europa. «Ritengo che una flat tax al 15/17,5% sia il passaggio virtuale per definire una tassazione unica sui redditi, capace di fornire finalmente benefici concreti sia nei confronti dei privati cittadini che per le imprese», aggiunge Accinelli spiegando che sarebbe un’ottima soluzione per un Paese come l’Italia caratterizzato da un altissimo tasso di evasione. «Con un’aliquota alla portata di tutti si incentiverebbe un approccio diverso con il fisco: la tax compliance sarebbe quasi spontanea perché il contribuente non dovrebbe combattere contro un sistema fiscale incomprensibile ma dovrebbe corrispondere un’aliquota giusta in proporzione ai propri redditi indirizzandosi così verso la fedeltà fiscale».

Fabio Accinelli

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