15 Mar ECONOMIE DEL MONDO : USA
L’anno 2023 ha visto l’economia USA crescere del 2,5%, la zona euro del 0,5%, il Giappone del 1,9% e la GB del 0.1%. Le previsioni del FMI si attestano per il 2024 su una crescita del 2,1% , dato che dimostrata la resilienza dell’economia statunitense . Gli USA stanno vivendo un processo disinflazionistico destinato a continuare ancora nel tempo anche grazie al sostegno della Fed che sembra orientata a ritardare l’inizio del taglio dei tassi di interesse. Questo rinvio a causa delle forti incertezze causate dalle problematiche geopolitiche che , in uno a possibili shock di carattere globale, potrebbero dare nuovo impulso all’inflazione. Stiamo parlando di una economia in “ soft landing ” ( market slowdown situation ) dove la fase di crescita continua ma con ritmi più lenti. Questa al momento sembra essere la realtà più probabile per l’economia americana. D’altro canto è sotto gli occhi di tutti la performance dell’economia statunitense che è il isultato dell’alchimia di tre fattori tra essi connessi: (1) grado di piena occupazione , (2) aumento del reddito disponibile pro capite, (3) grado di resilienza del parco consumatori americano. Un’analisi attenta racconta di come tra il marzo 2022 e il luglio 2023 la Fed abbia aumentato i tassi di interesse di 500 punti base rendendo le condizioni interne creditizie più cogenti. Si è così rallentata l’attività economica e finanziaria rendendo automaticamente deficitaria la crescita della domanda effettiva interna. Per contro però i consumatori USA hanno potuto continuare a spendere attingendo agli extra-risparmi accumulati nel periodo pandemico. Questo modus ha permesso di evitare la recessione. A fare data dal 2021 negli USA è stato gradualmente aumentato il potere contrattuale dei lavoratori . Questa fatto ha permesso il crearsi di uno stato di piena occupazione in uno a salari crescenti che hanno così compresso la diminuzione del potere di acquisto nel momento preciso del picco inflazionistico. Sulla base di questi motivi nel 2024 la domanda sul mercato del lavoro continuerà a superare l’offerta con salari in leggero ma continuo aumento. Il risultato quindi previsto vedrà consumi stabili in linea con il PIL statunitense. Per contro il rialzo dei tassi di interesse ha inficiato sulla crescita degli investimenti privati che hanno segnato nel 2023 un – 1,2%. In America esiste il detto “ Every law has a loophole ” . All’ ok del Congresso sugli oltre 95 miliardi di dollari di aiuti militari all’ Ucraina, Israele e Taiwan , corrisponderà che la maggior parte di questo importo verrà speso su acquisti di armamenti made in USA , attivando così di riflesso un nuovo forte impatto positivo sull’economia americana. Un ulteriore aiuto nel corso del corrente anno sarà dato anche dalla legge approvata dalla Camera dei Rappresentanti per estendere retroattivamente riduzioni d’imposta per circa 100 miliardi per famiglie ed imprese. Cuore pulsante di tutto questo “ economic movement “ sarà la Fed che di fatto condurrà la maggior parte delle azioni di politica economica statunitense nel corso del 2024. Il primo taglio dei tassi di interesse verrà valutato sui valori dell’evoluzione del tasso di inflazione, dell’occupazione e dell’attività economica. Questa “ idea “ di andamento economico-finanziario USA per il 2024 si interseca con le elezioni interne e meglio saranno proprio i livelli di attività economica , con i dati della crescita, dell’inflazione e della disoccupazione del secondo e terzo trimestre dell’anno ad influenzare l’elettorato americano. Il quadro economico-finanziario fino a qui delineato potrebbe essere però condizionato negativamente da un ritorno dell’instabilità finanziaria che potrebbe anch’esso influenzare le presidenziali. Il 2024 è l’anno delle elezioni e quindi ci si chiede quale potrebbe essere l’impatto della situazione economica sul risultato elettorale. Queste elezioni saranno indubbiamente segnate da fattori diversi che andranno a complicare un quadro d’insieme complesso : estrapolare un risultato elettorale obiettivo analizzando i risultati di macroeconomia ottenuti non è assolutamente facile e quindi certo. Non è un segreto, per chi segue l’andamento politico-economico USA , che una buona maggioranza degli elettori considera Donald Trump superiore nella gestione economica del Paese rispetto a Joe Biden, figura peraltro di molto indebolita anche dal fatto che non sia riuscito a fare approvare dal Congresso il rafforzamento del welfare. A questo si aggiunga il fatto che il deficit federale è salito al 6,2% del PIL/2023 , il debito pubblico statunitense oggi è ben oltre il 120% del PIL. Questo specifico dato è considerato da grande parte del mondo elettorale come una prova provata di cattiva gestione da parte dell’attuale governo della cosa pubblica. Il vecchio “ gattone “ Biden fin da subito alla sua elezione ha indossato il costume da tigre ma, oggi come oggi , tutti questi inconfutabili fatti cominciano a fare traballare la sua personale convinzione di essere una vera tigre e quindi che si possa ancora comportare come tale.