14 Dic ECONOMIA : TURISMO QUASI 1/6 DEL PIL ITALIANO
E’ un momento molto particolare e difficile per tutte le economie del mondo . Nulla di particolarmente sorprendente viste le diverse problematiche che continuano a succedersi. Le guerre in corso tra Russia e Ucraina, Israele e Hamas , la guerra fredda tra USA e Cina , le crescenti discrasie climatiche e sotto sotto anche l’imponderabilità delle prossime elezioni USA ora anche con la Camera USA che ha autorizzato l’indagine per l’ impeachment di Biden . Insomma le economie del mondo e risentono e così anche la nostra ; oggi sono tutte orientate verso la speranza di essere positivamente sorprese . Il recente passato ha insegnato a tutti i Paesi quanto il grado di incertezza e indeterminatezza degli avvenimenti condizionino le previsioni economiche future con un grado in questi ultimi anni sempre più che mai elevato. Ogni Paese deve fare di propria arte virtù e così imparare a sfruttare appieno e nel migliore dei modi quello che ha in casa producendo valore monetario ed economico al proprio paese . Ecco allora come per l’ economia nazionale la voce “ turismo “ rappresenti il c.d. “ nostro petrolio”, posta centrale alla voce dei servizi con un forte e crescente impatto sia nei singoli territori che nelle comunità di riferimento. Sono 59 i siti italiani inseriti nella lista del Patrimonio dell’ Umanità Unesco . Oggi per dare una nuova spinta al settore occorre però incrementare la qualità nella crescita turistica azionando due tipologie di leve : gli investimenti del Pnrr e una forte e decisiva implementazione della professionalità nelle risorse umane. L’ anno record di riferimento per il turismo italiano è stato il 2019. La Banca d’ Italia ha rilevato che nei primi sette mesi del 2023 i turisti stranieri hanno speso in Italia 28,4 miliardi di euro. Questo dato è in aumento sia rispetto ai valori pre-pandemici con un + 14,9% che rispetto allo stesso periodo del 2022 con un + 19,9%. Bisogna però anche segnalare come sempre la Banca d’ Italia abbia evidenziato l’esistenza di un numero di viaggiatori stranieri alla frontiera ancora lontano dai dati registrati per l’anno 2019 con un – 10,6% . Questo risultato è portato dal – 6,5% dei viaggiatori che non pernottano e dal – 12,6% di quelli che si fermano a dormire. Peraltro sono in calo anche i pernottamenti totali con un – 4,2% sempre rispetto al periodo pre-pandemico. Attenzione allora a leggere i dati in aumento delle spese , già suindicati , dei turisti stranieri perché bisogna trovarne una spiegazione importante nell’andamento in forte aumento registrato dall’ inflazione. Proprio causa anche dei forti aumenti inflattivi i consumatori hanno dovuto modificare alcuni criteri delle proprie vacanze per rientrare nei budget di spesa previsti.