VALORE DI UN CLUB

VALORE DI UN CLUB

La tempesta giudiziaria e sportiva  attinente l’ambito dell’inchiesta Prisma sui bilanci della società FC Juventus Spa dal 2019 al 2021 ha riportato alla ribalta  quanto sia di difficile interpretazione, oltre certi obblighi sia  giuridici che contabili l’ amministrazione di un club. Nel settore sportivo i criteri tradizionali di gestione  delle aziende fondati ad esempio su criteri  di flussi di cassa prospettici e multipli di società dello stesso settore e quindi comparabili tra esse risultano di difficile applicazione. Queste problematiche si riversano direttamente sulla formazione del patrimonio netto aziendale  espresso al valore di mercato andando ad inficiare i dati di bilancio con un certo grado di aleatorietà e quindi di certezza sui numeri , ciò con un pesante aggravio  per le quotate. Certo è che è risaputo come le squadre di calcio si scambino i giocatori ai prezzi più assurdi, sostenendosi così i bilanci l’una con l’altra. Alla fine qualcuno resterà con il cerino in mano. A catena poi sarà tutto il sistema calcio a pagarne dazio. Figurarsi poi se a queste problematiche si sommano fatti  come quelli riscontrati sui bilanci Juventus  che hanno portato, dopo 17 mesi di serrate indagini ed oltre 13.000 intercettazioni telefoniche, i magistrati  della Procura di Torino a firmare  la richiesta di rinvio a giudizio per dodici persone, compreso l’ex Presidente Andrea Agnelli ed  il club Juventus inteso come persona giuridica passando di fatto la palla al Gup che dovrà fissare l’udienza nella quale  decidere se andare avanti con il processo, accogliendo quindi il rinvio a giudizio e le tesi dell’accusa, oppure emettere un decreto di non luogo a procedere. In questo contesto  la Procura afferma l’artificiosità di plusvalenze e la falsità  di alcune tra le rinunce agli stipendi contrattualmente previsti ai calciatori.  Essendo la società una quotata, la Consob si è messa subito in moto contestando un valore di molto minore delle  plusvalenze dichiarate in bilancio.  In questo contesto oggi voglio affrontare un punto particolare e molto “ border line”  sia per chi lo pone in essere sia per chi , eventualmente ed in una fase  successiva, si  dovesse trovare nella situazione di doverlo verificare e/o contestare: il metodo di valutazione/rivalutazione  del marchio di un club di calcio, valore rientrante poi con un peso importante nel patrimonio della società.  Anche per le  società di calcio il bilancio di esercizio  risulta essere il documento principe al quale vengono assegnate  sia le fondamentali funzioni tecnico-informative dell’azienda in oggetto che le specifiche della sua gestione sotto il profilo patrimoniale, economico e finanziario. Per redigere il bilancio di una qualsiasi società  ci si avvale di valori  patrimoniali fortemente condizionati dalle c.d. “convenzioni”  che ne governano la predisposizione e la  stesura . Il tutto trova i suoi fondamenti  sulle norme del codice civile  e  su principi contabili nazionali ed internazionali. Per la Procura di Torino nel caso  specifico  , la società  FC Juventus Spa senza mezzi termini ha alterato i bilanci per tre annualità contabili consecutive tramite  plusvalenze fittizie e  quote stipendi   capziosamente dilazionati e quindi erratamente imputati con contabilizzazioni a proprio piacimento ed interesse economico.  Ad valorem di ciò le richieste di rinvio a giudizio si basano  su false comunicazioni sociali,  grave ostacolo all’esercizio degli organi di vigilanza, aggiotaggio informativo,  false fatturazioni per operazioni inesistenti e rinvenimento di una contabilità parallela con pagamenti ad alcuni agenti sportivi su mandati inesistenti con uno scarico di 8,5 milioni che hanno portato il valore extra contabile e quindi extra bilancio a valere oltre 70 milioni di euro. Ma nello specifico come si può arrivare ad imputare un  valore al marchio di un club? Il legislatore italiano  con le agevolazioni fiscali del Decreto Agosto 2020 ha concesso ai club di poter rivalutare il valore del loro  marchio   a condizioni  molto vantaggiose sia contabili  ( 18 anni di ammortamento) ,  che fiscali  ( imposta al  3% ). Queste  condizioni civilistiche e fiscali hanno permesso  permettono di attuare una sensibile rivalutazione del marchio  con il risultato di vedere accrescere il patrimonio netto del club. Sono state molte le squadre di calcio che hanno usufruito di  questa rettifica di valore, soprattutto in un periodo economico-finanziario di difficoltà come l’attuale dove, tra l’altro, il calcio italiano ha sofferto tantissimo la pandemia. A differenza di altri settori aziendali il calcio non ha ricevuto alcun sostegno dallo Stato. Non bisogna mai dimenticare che il “ sistema calcio” in Italia impiega oltre 300mila addetti e di fatto sostiene anche tutto l’ecosistema dello sport nazionale che altrimenti non avrebbe risorse per riuscire a sopravvivere. Le valutazioni di azienda con i metodi classici trovano svariate difficoltà se applicate in un club di calcio. Il patrimonio netto espresso a valori di mercato è fra gli elementi predominanti valutati sia nella stesura del bilancio finale del club ,  sia nel caso di una trattativa di vendita ed anche  in una contestazione delle poste contabili.  Ad esempio nel caso oggi in esame il valore del marchio Juventus al 25 maggio 2022 ha raggiunto i 705 milioni di euro , crescendo di 140 milioni sulla valutazione dell’anno precedente con un incremento  netto del 25% e con un peso di oltre il 30% sul  valore  complessivo dell’impresa.  Si è applicato per effettuare tali stime il metodo basato sul flusso di reddito prospettico che il marchio è in grado di generare  nel tempo a venire, questa metodologia trova una significativa applicazione proprio nel mondo del calcio. A livello patrimoniale quota un valore economico che rappresenta la misura in cui il club si pone sul mercato.