
02 Mag USA – ITALIA : CHI CE L’HA PIU’ GROSSO?
Non pensate male (!!), oggi trattiamo del “ debt ceiling” dei due Paesi. Il debito pubblico italiano ha toccato i 2.770 miliardi di euro, ovvero in soldoni un debito per abitante di circa 47.000 euro . Trattasi senza dubbio di un importo tanto importante quanto preoccupante ma in parte viene compensato , a livello di sistema generale Italia , grazie alla elevata quota del risparmio privato nazionale. La vera soluzione a questo annoso problema e forse l’unica vera via d’uscita fattuale si riversa sul grado di “ crescita” nazionale che permetterebbe un calo progressivo e costante del debito pubblico. Oggi l’occasione unica ed irripetibile prende il nome di Pnrr attraverso cui si potrebbe aumentare sensibilmente il contributo degli investimenti pubblici indirizzati ad una crescita supportata però dalla realizzazione delle necessarie riforme atte alla concessione dei finanziamenti. In Italia esistono risultati positivi dell’industria manifatturiera, della produzione agricola e dei servizi con l’ascesa costante del turismo , fattori questi che incrementano il nostro export innescando un contributo importante al Pil italiano. Bisogna però porre l’attenzione sul fatto che il forte rialzo segnato dai tassi ha di fatto aumentato l’attrattiva dei BTP verso il mercato , come dimostra lo straordinario successo delle ultime emissioni indirizzate ad un pubblico retail. Lo spread dei titoli decennali italiani , rispetto a quelli tedeschi, ha un andamento costante intorno ai 180 punti base . Al di là dell’oceano invece la situazione USA di queste settimane gira intorno al serrato confronto dei vari organi politici ed economici con dibattiti tutti rivolti al debito pubblico che oggi ha raggiunto il tetto di 31.400 miliardi di dollari . Per abitante sono un debito di oltre 94.000 dollari , ma a differenza dell’ Italia con un grado di risparmio di molto inferiore. Anche in America questa è una ferita aperta tanto che si è subito riflessa sul rendimento dei titoli a breve e sul costo di assicurazione del debito pubblico rispetto ad una ipotesi di default che ha raggiunto i massimi storici. Questa situazione sta di fatto influenzando anche le decisioni sui tassi della Fed. Gli uffici economici interni preposti hanno fatto sapere che il debito pubblico americano subirà un aumento di oltre 19.000 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni. In Europa invece la Bce è concentrata sulla definizione di quando terminerà la fase di rialzo dei tassi e quindi sui dati relativi al grado di inflazione . Una volta raggiunto il picco , il c.d. point break, ad esso seguirà un periodo di mantenimento più o meno lungo del livello raggiunto dai tassi e questo prima di decidere di invertire la tendenza con un ribasso costante, come sperato dai mercati.