USA: IL MERCATO A VENIRE IN TRE MOSSE

Dall’economia alla finanza gli USA stanno giocando il loro futuro su tre tavoli. 1) WALL STREET: la parola chiave per il futuro passa dalla Fed, ovvero dal grado di liquidità e bilancio. E’ di ieri l’annuncio della Fed che andrà a ridurre il proprio bilancio di 50 miliardi di dollari al mese. Ciò sta a significare che i bond aziendali acquistati in passato non saranno rinnovati alla scadenza per il succitato importo. Questo comporta una riduzione della liquidità sul mercato con relativa incertezza su borse e bond, in poche parole Wall Street è e sarà in balia della Fed . Di fatto oggi il mercato è in attesa che la Fed rallenti e/o blocchi il riassorbimento della liquidità . Le parole del Presidente di Fed, Jerome Powell, hanno cambiato  l’umore nero del mercato, accendendo un “game changer” che ha portato dalla claudicante chiusura di giovedì scorso ai rialzi borsistici di ieri che hanno permesso un recupero del 5% del listino e che quindi ha trascinato così tutte le altre borse mondiali .Oggi l’economia USA ha più paura delle conseguenze che avrà la riduzione del bilancio Fed ed il successivo riassorbimento della liquidità rispetto alla capacità dimostrata dall’economia negli anni precedenti di reggere ai ripetuti aumenti dei tassi di interesse. Di fatto si andrà a restringere il credito alle numerosissime imprese che, nel mondo, sono iper-indebitate con la moneta americana. Fino al 2018 i tassi bassi e la liquidità abbondante hanno reso più competitive le condizioni creditizie sia per le imprese americane che per quelle straniere che si sono finanziate in dollari. Ora si rischia l’effetto opposto, ovvero che, a fronte di una riduzione della liquidità delle banche centrali, il flusso del credito sotto forma di bond crolli. Si è già registrato che nel 2018 è calato di oltre 50 miliardi e per il 2019 sono quindi previsti cali ancora più importanti con un totale preventivato di un riassorbimento di oltre 600 miliardi all’anno. Economicamente le iniezioni di liquidità hanno sempre permesso agli imprenditori un più facile accesso al credito : oggi questa certezza , con il cambio di rotta della Fed, crea ed andrà a creare non solo tensione ma un forte stress per l’espansione aziendale e quindi dell’economia in generale. 2) LA GRANDE FUGA DAL “RISCHIO FONDI” SPINGE CASH E ORO: La volatilità sempre più accentuata in questi mesi ha accelerato in via più che esponenziale i riscatti dagli azionari sviluppati , tranne quelli Giapponesi, con ripercussioni e flussi record anche nei titoli obbligazionari. Oggi è un fuggi fuggi dal “rischio fondi” che per tutti risulta  in questo momento eccessivo con una corsa spasmodica alla liquidità. Gli indici relativi al 4° trimestre del 2018 si sono chiusi con pesanti riscatti sulle principali classi di investimento rischiose quali azioni bond ad alto rendimento, contrapponendo a ciò l’aumento incondizionato dei beni rifugio: la liquidità. I fondi monetari si sono stabilizzati su 197 miliardi di dollari di flussi netti solo per 4° trimestre 2018, l’oro con 4,8 miliardi di flussi netti nei fondi che investono esclusivamente su questo ed i fondi giapponesi in Yen che oggi più che mai sono dichiarati come valuta rifugio per eccellenza. Basti pensare che sull’azionariato i fondi equity che investono nelle borse delle grande economie sviluppate nel mondo hanno chiuso il 4° trimestre 2018 con un segno negativo di 98,2 miliardi di dollari.   60 miliardi di dollari le perdite nette dei fondi azionari USA oltre 36 miliardi per i fondi azionari europei. In questo preoccupante contesto esiste però la stella dell’ ” hedge fund Bridgewater” di Ray Dalio, il quale con in pancia 160 miliardi di dollari in gestione, presenza fattiva su 150 mercati e con una strategia legata e basata solo su eventi di macroeconomia è riuscito ad ottenere performance capaci di saltare a piè pari tutte le problematiche sorte negli ultimi tempi sui mercati e crolli incondizionati negli indici di borsa. Il suo “fondo-bandiera PURE ALPHA” ha portato un guadagno strabiliante del 14,6 % al netto delle commissioni. 3) USA-CINA INTESA SUI DAZI: Il gioco tra le parti  è ripreso a Pechino con nuovi negoziati. Ove saranno costruttivi verranno continuati, alla fine di questo mese, a Washington con la presenza del capo negoziatore americano Robert Lighthizer ed il segretario al Tesoro Steven Mnuchin. Gli odierni colloqui sono stati aperti , inaspettatamente , dal vice premier cinese Liu He, capo negoziatore sul commercio e primo consigliere economico del presidente cinese Xi. Anche questa presenza è stato un segnale forte dell’importanza che Pechino riserva ai negoziati con gli USA tanto che sarebbero pronti ad offrire un consistente mix di ulteriori concessioni agli Stati Uniti , per altro già iniziate dal 1 dicembre 2018 con l’aumento di acquisti di riso e soia americani per poi continuare con il gas naturale liquefatto USA . Tra i punti delicati vi è lo studio al cambiamento sulla normativa  per la tutela della proprietà intellettuale contro i “ furti di tecnologia”. A questo punto , tutti sperano in un accordo, anche perché l’economia cinese quest’anno vedrà un rallentamento previsto nella sua crescita di almeno un 6%; ecco quindi la necessità per il governo asiatico di attivare , nell’immediatezza un piano di contro misure che stimoli la propria crescita economica. Non bisogna dimenticare che nel 2018 a causa dell’escalation della guerra commerciale USA-Cina l’indice S&P 500  ha perso l’8% del suo valore.

Fabio Accinelli