
09 Set UNICREDIT – MPS E LA NUOVA SOSTENIBILITA’ NEL MONDO DEL LAVORO:
Esiste una necessità preponderante ed inappellabile che spinge tutte le parti coinvolte a voler concludere entro il 31 Dicembre 2021 l’acquisizione di MPS da parte di UniCredit e ciò per poter beneficiare dei vantaggi fiscali in corso. Nella trattativa dove UniCredit è il plausibile acquirente ed il Governo Italiano l’ effettivo venditore , si è frapposta l’astensione dal lavoro dei dipendenti con uno sciopero ( in questo momento opinabile) proclamato da tutte le organizzazioni sindacali di MPS per il prossimo 24 settembre. Fatto questo discutibile e non certamente di opportunità vista la già difficile trattativa in corso per il salvataggio dell’Istituto di Siena e questo senza giudizio personale di merito circa un diritto costituzionale . Lo sciopero sembrerebbe “ indirizzato “ da Piazza del Campo, dove il 3 e 4 ottobre sono in programma le elezioni suppletive nella struttura centralizzata di MPS la location sarà sia molto affollata che in fermento. L’eventuale acquisizione condizionerà , secondo chi scrive in senso positivo , l’andamento in borsa del titolo bancario. Per Piazza Gae Aulenti sarebbe una grande vittoria strategica e finanziaria ove passassero le volontà di UniCredit circa la fusione con neutralità del capitale , neutralità degli utili pre-sinergie, esclusione delle attività in sofferenza e l’immunità totale circa il rischio di controversie straordinarie. Ove UniCredit vincesse in toto la partita , l’impatto borsistico sul titolo sarebbe, come detto, estremamente positivo anche nell’ottica che oggi il titolo UniCredit è tra i più economici d’Europa e ciò anche prima di eliminare il capitale in eccesso, che non è di sicuro poca cosa, considerando il fatto che esso ammonta a più della metà dell’attuale capitale di mercato . Questa situazione consiglierebbe di sfruttare tale imput investendo al rialzo . Non bisogna peraltro dimenticare che al momento la quotata è valutata 6 volte gli utili effettivi. Secondo chi scrive aggiustando il capitale in eccesso, che poi per altro continuerà ad essere presente anche successivamente all’accordo con MPS nei termini indicati in precedenza e pur volendo tener conto della possibilità di una crescita dell’utile per singola azione a “ due cifre” , UniCredit alla fine di tutta l’operazione risulterebbe essere valutata un X % ( oggi imponderabile) in più del doppio degli utili previsti per il 2023. Tutto porta ad avvalorare il fatto che oggi il titolo UniCredit , come detto, risulta essere economico rispetto ai titoli delle concorrenti dirette dello stesso settore e quindi ci sono ottimi margini per acquistare a prezzi bassi per poi puntare su un rilancio interessante delle quotazioni. Non bisogna poi dimenticarsi dell’attuale momento economico- finanziario che siamo vivendo e quindi valutare in maniera prospettica il futuro del mercato del credito che si interfaccerà sempre di più con una ripresa dell’economia globale. Le banche più solide , liquide ed anche con vocazione internazionale affiancheranno le più importanti aziende anche mondiali votate all’ M&A che si stanno preparando a ripartire con strategie aggressive di crescita tramite acquisizioni prospettiche per i prossimi 3 anni. “ KPMG CEO Outlook 2021” ha condotto la solita ricerca annuale su un campione superiore ai 1.300 a.d. di 11 tra le pricipali economie globali, Italia compresa, che sono alla guida di imprese con un fatturato superiore ai 5oo milioni di $ e per un terzo di loro con ricavi di ben superiori ai 10 milioni di $. Ecco allora che in maniera prospettica UniCredit potrebbe affiancare e sostenere anche questa tipologia di aziende che hanno espresso un livello di fiducia alto, collocatosi su livelli pre-pandemia. Il 60% degli a.d. intervistati è positivo circa la crescita globale dei prossimi 3 anni che porterà il mercato bancario nei “giochi “ delle acquisizioni, alleanze strategiche e joint venture , queste ultime da seguire come strada alternativa di crescita , ma non per questo secondaria . Sul mercato vi è oggi una situazione di forte liquidità dove gli Istituti bancari rivestono i contorni di partener ideali per affiancare e sorreggere le imprese che hanno un forte bisogno di imprimere un’accelerazione immediata al loro percorso di crescita , implementando così le strategie di “crescita inorganica” atta sia ad espandersi verso nuovi mercati che anche indirizzata verso scalate ed acquisizioni di asset complementari rispetto al loro “core business” , operazioni che possono rientrare nella tipologia delle acquisizioni industriali individuabili tra le “ transformational” ovvero quelle attuate con il fine specifico di avere un impatto rilevante sul perimetro e modello di business aziendale . Anche in Italia le M&A sono in forte espansione e con esse anche le prospettive di lavoro per i Gruppi Bancari più forti e meglio posizionati a livello di immagine e patrimonialità sul mercato . Nel primo semestre si sono registrate operazioni per quasi 43 miliardi di euro ( + 88% rispetto al 1° semestre 2020) , inoltre vi sono pratiche aperte per oltre 50 miliardi. In tutto questo bailamme di dati e numeri prospettici di crescita le grandi acquisizioni bancarie sono anche spinte dai dati sulla crescita del PIL e dalle aspettative sulle M&A che nel mercato italiano in questo anno possano assestarsi intorno al valore complessivo di 100 miliardi di controvalore. Inoltre Gruppi come UniCredit nel “ mid market”, focalizzato principalmente alla produzione, possono affiancare con successo le imprese anche per ciò che concerne gli investimenti oramai necessari e non più procastinabili attinenti la maggiore propensione e cultura della sostenibilità in termini di modelli gestionali d’impresa. In tutto questo contesto ove arrivasse l’accordo tra MPS ed UniCredit darebbe a quest’ultima una visibilità globale ancora più ampia .