TELECOM IN CADUTA LIBERA

Il mercato non ha preso bene il fatto che sia tornato in auge la possibilità della separazione di Tim da Telecom. Il titolo è piombato ai minimi degli ultimi 5 anni con un valore di 0,4757 € e con una capitalizzazione delle azioni ordinarie uguale a 7,2 miliardi . Il disegno sarebbe la separazione della rete Tim da Telecom con una Newco interamente controllata . La stessa idea  di scorporo era già stata archiviata 5 anni fa a causa della non possibilità di avere valutazioni esatte sui benefici di tale operazione. E’ Eliot che spinge per la separazione della rete con la creazione di una rete unica , tale schema sarà sottoposto a consultazione pubblica che vuol dire valutazione diretta anche degli altri operatori sul mercato per un tempo di 45 giorni, con decisione finale dell’Autority delle comunicazioni nei prossimi mesi. Vi è però un nodo che andrà sciolto il 21 di febbraio quando la AD di Telecom Gubitosi dovrà presentare il piano industriale in CDA , quando l’iter regolamentare per tale operazione sarà ancora in corso. Il nodo principale è quello del controllo della Newco della rete , infatti fosse mantenuto in capo all’incumbent non sarebbero utilizzati i vantaggi regolamentari contemplati per quei gruppi che non sono verticalmente integrati. Anche Vivendi si è messo in gioco volendo mantenere l’intero capitale di NetCo  in Tim ma anche questa idea viene considerata insufficiente dall’autorità soprattutto in attinenza ad un cambio del quadro regolatorio. Da un punto di vista economico-finanziario, gli ultimi risultati di Telecom hanno evidenziato che le decisioni prese dal precedente CDA controllato da Vivendi, hanno portato ad un “anno horribilis” con la distruzione più che proporzionale del valore delle azioni,  il tutto a spese di Tim, degli azionisti e quindi dell’intero paese Italia .L’idea di Eliot è quella che l’odierno CDA di Tim debba senza indugio attivarsi con la creazione e la relativa separazione di una rete unica , fatto che creerebbe valore per l’azienda , e quindi per gli azionisti tutti.

Fabio Accinelli