STRESS TEST

STRESS TEST

Nella prima settimana di Agosto saranno resi pubblici i risultati degli “stress test” condotti   da parte della Bce, Eba e con la  collaborazione delle diverse autorità nazionali. I risultati  sono stati condotti sulle 38 maggiori banche europee che  coprono oltre il 70% delle attività complessive dell’area euro.  Tra esse le italiane Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Mps, Unicredit e Banco Bpm.  Ciò dopo il formale rinvio del 2020 causa pandemia.  Di fatto sarà una “ fotografia” dello stato di salute del sistema bancario europeo, non essendo previste soglie minime valutative non vi saranno formali bocciature sugli  Istituti valutati.  Parliamo  quindi di  metodologie di indagine e valutazione correlate ai valori degli  NPL ( non performing loans)  e UTP ( unlikely to pay) .  Entrambe queste due identificazioni del rischio hanno come minimo comune denominatore il fatto di derivare direttamente da mutui e/o prestiti il cui incasso è altamente incerto sia nei tempi che nel  mero valore economico.  Nel merito : gli NPL sono crediti  divenuti inesigibili perché i debitori non riescono più a pagarli neppure  in parte . Di essi sono titolari  banche per le quali  la riscossione è divenuta altamente  critica ed incerta sia nel tempo che nell’effettivo ammontare economico recuperabile.  Si è visto che la loro crescita  è stata più che proporzionale negli ultimi anni  ed  è  stata causata: 1)  dalla contrazione del Pil di oltre 10 punti ;2) dalla consequenziale perdita di circa 1/4 della produzione industriale complessiva; 3) hanno  contribuito anche  le errate valutazioni degli uffici fidi delle banche sull’effettivo grado di solvibilità della clientela,  poi divenuta , tramite la concessione del fido/ mutuo  parte debitrice.  In ultimo, ma non per importanza, soprattutto nel nostro paese, altro punto dolente è  stata ed è ancor oggi la lentezza delle procedure di recupero dei crediti causata dai  ritardi  della giustizia civile.  Gli UTP sono crediti d’improbabile rientro ovvero inadempienze possibili senza però l’escussione delle garanzie. Quindi a differenza degli NPL dove il debitore è insolvente, per gli UTP il rapporto è sempre in essere anche se passibile di rischio concreto. A tale proposito bisognerebbe varare una  soluzione inerente gli UTP collegati all’industria,  creando  una soluzione che permetta di  valorizzare  questa tipologia di credito ove  sia però  correlata ad imprese, identificate con specifici criteri  dettati  dal Ministero dell’Economia, come idonee ad avere un recupero sul mercato tramite una ristrutturazione di successo. Ciò dovrà confrontarsi con le nuove norme UE sulla definizione di default e sul “ calendar provisioning” inerente le regole BCE sulle coperture dei crediti deteriorati. Al Giugno 2020 i crediti deteriorati europei si attestavano a 526 miliardi, in calo del 52% rispetto al picco massimo registrato nel 2015. Per l’anno in corso 2021 si attende un aumento importante sull’aggregato europeo di almeno il 33% , pari ad  un importo totale di oltre 700 miliardi. Per  l’Italia i deteriorati sono previsti in aumento  con una percentuale però inferiore che si fissa intorno al  12% , quindi  minore rispetto a quella europea del 33%, toccando il 7,8% circa del totale dei crediti.