
13 Ott STEWARDSHIP : CALMIERE DI MERCATO IN SITUAZIONI DI EMERGENZA
E’ stato reso pubblico da parte della Banca Mondiale un feedback inerente il periodo 1979/2020 nel quale viene stigmatizzato di come gli investitori in questo periodo temporale abbiano liquidato le proprie posizioni nel breve termine , massimo in 10 mesi. Ove si fosse applicata , da parte di investitori più attenti e/o propensi al concetto di “stewardship” , un’ottica di investimento superiore ai 10 anni e quindi concentrando gli investimenti su un prolungato orizzonte temporale, si sarebbero potuti ottenere margini operativi ben maggiori sia in termine di puro rendimento sia nell’ottica di generare benefici sostenibili per economia, ambiente e società tutta. E’ cosa nota e peraltro ravvisabile quotidianamente su tutte le piazze come il mercato manchi di efficienza e/o volontà nel saper valutare correttamente ed a 360 gradi gli aspetti più qualitativi legati ai criteri ESG e quindi nel quadro di una svolta socio-economica sostenibile. L’errore primario è che i rating ESG guardano più alla quantità che alla qualità degli investimenti. Spesso i pregiudizi, anche in finanza come nella vita , limitano gli investimenti al puro business , sono i c.d. “ bias “ , di fatto un pregiudizio mentale verso specifici stili di investimento magari non convenzionali. Non bisogna dimenticare che anche i migliori screening ESG molto spesso non sono sufficienti ad individuare le società migliori su cui poter operare. Solamente l’individuazione certa di imprenditori in un ben specifico settore , con definizione circonstanziata dei rischi e quindi per aree geografiche prescelte , potrebbe permettere di costruire un portafoglio bilanciato con buone possibilità di aumentare il potenziale tecnico fino a generare “ alpha”, ovvero rendimenti superiori a quelli attesi dal mercato. Risulta essere fondamentale il grado di adattamento delle imprese alle diverse necessità dei tempi, oggi più che mai, in continua evoluzione . Ancora troppo spesso le società faticano ad accettare l’allineamento alle nuove richieste ed al progresso in evoluzione continua nel tempo. D’altro canto i mercati degli investimenti sono da sempre soggetti ad un mix interconnesso tra loro di diverse tipologie di rischi quali: economici, normativi, di politica generale ,di politica locale ed internazionale , questioni ambientali e tecnologiche , il tutto legato a doppio filo con il “sentiment di mercato” riconoscibile come l’aspettativa dominante da parte dei partecipanti al mercato per quanto riguarda la direzione del prezzo di un determinato bene/asset. Altro dato fattuale che influisce notevolmente sulle performances è la c.d. concentrazione degli investimenti in un numero relativamente limitato di titoli, settori e/o specifiche regioni geografiche. Ecco allora che il concetto di sostenibilità degli investimenti si fonde nel concetto stesso di “stewardship”, visto come la gestione etica e responsabile delle risorse, collocata in un evento e/o circostanza di natura ambientale, sociale o di governance che potrebbe avere anche conseguenze negative importanti sul valore stesso di un investimento. Interessante chiudere con un breve cenno sulla principale notizia economico-finanziaria di oggi, dove il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato l’aggiornamento delle stime di crescita per l’economia mondiale, lanciando senza remore l’allarme sui rischi sempre più crescenti di una recessione a carattere globale per il 2023. Un mercato immobiliare molto fragile e la zero-Covid in Cina, la necessità oramai non più procrastinabile dei paesi sviluppati ad alzare i tassi di interesse necessari a controllare l’inflazione ed i prezzi di energia ed alimenti aumentati a seguito dell’invasione russa in Ucraina ridurranno il tasso di crescita globale dal 3,2% previsto per il 2022 al 2,7% per il 2023. Non bisogna dimenticare che la Fed dopo tre mesi di interventi non è ancora riuscita a domare l’impennata inflazionistica e dunque dovrà proseguire con la stretta monetaria. Circa la posizione Italia, il FMI ha rivisto al rialzo per il 2022 il PIL italiano al +3,2% , mentre lo vede in contrazione al -0,2% per l’anno 2023. La Germania è lo Stato con il dato peggiore tra le maggiori economie dell’Eurozona con il PIL 2023 previsto in netta contrazione dello 0,3%. Nel suo complesso l’Eurozona vede un 2023 con previsioni di crescita ridotte al +0,5% contro un +1,7% previsto sei mesi orsono. Insomma come ripeteva sempre il famoso “ motivational coach” americano Jack Canfield . “…tutto quello che vuoi è dall’altra parte della paura…”.