STANDARD & POOR’S CONFERMA IL RATING BBB E CABIA L’OUTLOOK IN NEGATIVO

Lo spread venerdì ha chiuso a 305,6 , oggi all’apertura era 296,9 . Ciò indica una fibrillazione sui mercati che si riflette sull’economia con tensioni ed insicurezze in tutti i settori. Gli occhi di tutti sono puntati sullo spread , il terrore e la consapevolezza è che un suo nuovo incremento metterebbe a rischio la stabilità finanziaria ed economica del paese , ad iniziare dalle banche. Nella giornata odierna vi saranno i riscontri e le risposte dei mercati dopo il verdetto di S & P di venerdì . Entriamo nel dettaglio economico finanziario della situazione odierna . Il primo step di questa discesa nella economia, evidenzia una fuga di capitali influenzata negativamente anche dalle prospettive all’accesso delle banche al finanziamento del mercato dei capitali, con consequenziali forti rischi per una crescita del paese . S&P ha stimato che il rapporto Deficit/Pil dell’Italia per il 2019 si assesterà intorno e forse supererà il 2,7 % e non al 2,4 % come indicato dal Governo. Questa situazione potrà portare  ad una immobilità nella riduzione effettiva del debito con una crescita le cui stime sono ribassate all’1,1 % sia per quest’anno che per il 2019. Questa situazione ha avuto riscontro venerdì 26 c.m. , quando il tesoro ha dovuto pagare il costo dell’ attuale indecisione generale . Per collocare 3 miliardi di euro del nuovo CTZ a 24 mesi e 996 milioni di BTP indicizzati a 10 anni ,il Tesoro ha dovuto offrire, in asta , rendimenti di molto più alti del recentissimo passato. Nel merito, ad esempio, rispetto al CTZ di Aprile, sempre il Tesoro ha conteggiato spese annue superiori ai 60 milioni di euro.Girando il nostro sguardo al resto del mondo non stupisce il fatto che gli investitori internazionali abbiano già fatto uscire dal paese quasi 60 miliardi di euro solamente nei primi mesi di vita di questo Governo e le previsione per il 2019 si presentano molto, molto peggio . Nel 2019 il Tesoro dovrà collocare almeno 250 miliardi di titoli ed appare chiaro, fin da ora ,che l’operazione di rimpatrio del debito pubblico, non riuscirà a coprire tutto lo stock abbandonato ed abbandonando dagli investitori esteri. Ecco allora che, obtorto collo, al sottoscritto “frulla “ un idea che pur apparendo, forse, per  molti audace per me è la probabile strada giusta da percorrere, ovvero quella di stringere un rapporto sempre più “intimo e stretto” con Vladimir Putin e la sua Russia . Questo scaturirà , sempre secondo chi scrive, dall’inasprimento dei toni e dallo scontro sempre più veemente da parte della commissione UE verso l’Italia. Tutto sommato ciò che di fatto ha posto in essere S&P era già stato ipotizzato dalla stessa agenzia più di un anno fa, quando aveva pronosticato l’ abbassamento del rating dell’Italia da BBB e/o l’out look da stabile a negativo, come poi, di fatto, ha confermato nella giornata di venerdì u.s. Tutto si basa sul forte rallentamento della crescita dell’economia, dell’effettivo peggioramento sulle partite correnti estere e della situazione di immobilità nel miglioramento dei conti pubblici: a pesare sulla pagella assegnata dalle agenzie di rating mondiali sono, forse, proprio i conti pubblici a creare più imbarazzo ai possibili investitori. E’ il “cane che si morde la coda”. Nel caso in cui per l’Italia fosse evidenziato il grado “non investiment” i maggiori investitori internazionali sarebbero costretti ,dai loro stessi regolamenti interni, ad escludere, dal loro paniere, i nostri titoli del tesoro, così forzando le vendite di debito pubblico italiano per oltre 100 miliardi di euro . Calcoli questi assai affidabili anche perché posti in essere dalla Banca d’Affari Goldman Sachs.

Fabio Accinelli