UNICREDIT: “COSE DA GRANDI”, ALLA RICERCA DI UNA NUOVA DIMENSIONE

Al termine di una pratica di yoga è tradizione ripetere tre volte la parola “shanti”, parola che significa pace, serenità, calma, tranquillità della mente.  Jean Pierre Mustier, al vertice di Unicredit dal 12 Luglio 2016, sicuramente gode dello spirito “shanti” se, in poco più di tre anni il manager francese ha mutato, con estrema fermezza – ma anche serenità mentale –  la figura del gruppo  cambiando azionisti,  consiglieri,  partecipazioni, effettuando  cessioni ed, oggi, altresì tagli del  personale. Questa rivoluzione ha portato Unicredit ad essere più agile e redditizia. In poche parole una entità imprenditoriale più idonea ad operare nel tempo incerto che stiamo vivendo ed in un mondo sempre più globalizzato, anche per il sistema bancario, con l’invasività delle tecnologie digitali ed un perimetro normativo in continua evoluzione.   Tuttavia, il contesto economico e finanziario dove oggi si fà “banca”, non finisce qui ! E’ il momento dei tassi negativi, con relativi margini più che mai stretti. Dove la massima attenzione è rivolta verso i requisiti di capitale. In questo contesto sta contando molto anche il mondo del private equity, venture capital e private debt.  Le imprese italiane, a fronte del restringimento dei margini di finanziamento bancario e la troppa burocrazia attuata dalle stesse, hanno deciso, negli ultimi anni , di sbarcare sui mercati esteri inserendo tra i propri investitori i “fondi ”, attuando  il cosiddetto “holding period”.  I dati del 2018 hanno mostrato per il mercato italiano un + 16% degli investimenti passando da 3.340 a 3.863 milioni; per il 2019 i dati non ancora definitivi attestano un ulteriore incremento.  Sicuramente la ristrutturazione del Gruppo Unicredit, per mano di Mustier, acclara il fatto che oggi l’imprenditoria italiana non può prescindere dall’apporto di nuova finanza per competere in una economia reale che, in Italia, è composta soprattutto da PMI: vera leva in grado di creare valore economico tangibile per imprese, investitori, dipendenti e quindi per l’intero Paese.  La rivoluzione in seno ad Unicredit vuole arrivare ad alimentare e rafforzare questo valore tramite la propria crescita affiancata da una attenzione forte e continua verso l’innovazione. Ecco allora la presentazione del nuovo piano quadriennale di Unicredit denominato TEAM 23 indirizzato verso la soddisfazione della propria clientela, con servizi più evoluti, maggiore contenuto digitale e un approccio consulenziale altamente professionale.  La parte industriale della cura dimagrante cui ha sottoposto il Gruppo il manager francese riguarda sia il “derisking” con la cessione fuori dal contesto Unicredit della maggior parte delle posizioni difficilmente esigibili entrate nella banca all’epoca dell’acquisizione di Capitalia, sia la gestione prospettica del rischio alla luce delle evoluzioni normative che, causa il loro continuo divenire, hanno fortemente condizionato i bilanci in tutto il mondo bancario.   Un ’attenzione particolare viene rivolta verso gli investimenti, dove Mustier ha programmato operazioni per 16 miliardi di € da qui al 2023, di cui 6 miliardi in dividendi cash ed un’attività di riacquisto di azioni proprie. Dopo le cessioni del risparmio gestito di Pioneer, di Fineco, della polacca Pekao, della turca Yapi, di un’importante quota del patrimonio immobiliare e della non strategica partecipazione in Mediobanca (… per la gioia di Del Vecchio..), il manager ha negato ogni possibile operazione di fusione ed acquisizione.   Di oggi il delicato tasto che riguarda l’occupazione. Le prospettate uscite dal Gruppo sono di 8.000 dipendenti, di cui 5.500 in Italia (su 38.000) per un totale complessivo di 85.000. Siamo così ritornati allo “shanti”.  Serenità della mente, capacità di vedere che burrasca e bonaccia sono modalità diverse sulla superficie del medesimo mare. Qui la nostra mente rimane consapevolmente immersa nella sua profondità, non turbata da ciò che accade in superficie……come la  “discontinuità”  con il passato è oggi l ‘effetto più evidente operato da Mustier in Unicredit nel mare della nuova industria del credito.

Fabio Accinelli