SALVATAGGIO DI UN ISTITUTO DI CREDITO : CHI PAGA IL CONTO?

SALVATAGGIO DI UN ISTITUTO DI CREDITO : CHI PAGA IL CONTO?

Le problematiche  esplose in  questi giorni nel sistema bancario USA ed Europeo hanno acuito le paure per investitori e risparmiatori sulle regole esistenti in merito al  salvataggio delle banche.  Basilea 3 ha dettato  norme precise anche nel  caso di“crisi“ per gli istituti bancari,  tra esse  quella in cui  i primi a rimetterci il capitale siano  gli azionisti, ovvero gli stessi proprietari dell’istituto di credito che operano la nomina del management e approvano il bilancio. Questo è quanto successo  negli Stati Uniti per SVB e Signature Bank.  Nel caso  specifico di salvataggio , tramite acquisizione , di  Credit Suisse  da parte di UBS questo non è accaduto perché le Istituzioni svizzere hanno deciso in ventiquattro ore di non azzerare il capitale ma bensì ripagare il valore di ogni azione , quotata in borsa venerdì u.s. a 1,80 , con 0,80 centesimi cad. di FrCH  , segnando  una perdita di circa il 60% del valore pre-crisi senza però  l’azzeramento totale del valore del titolo.  UBS ha acquisito Credit Suisse per 3 mld di FrCH accollandosi fino ad un massimo di 5 mld di perdite con  garanzie fornite dal Governo Svizzero di prendersi in carico , ove fosse necessario , ulteriori perdite fino a 9 mld e della BNS che inietterà nel sistema bancario nazionale altri 100 mld.  E’ il “ gioco dello specchio “ , dove la verità è mostrata dallo specchio senza remore perché  riflette ciò che vede senza nessuna alterazione dimostrando così che la realtà di quel momento è la verità. In questo caso specifico la verità è come a conti fatti UBS abbia fatto l’ affare della vita.  Non è  infatti mai accaduto che una banca sia riuscita ad aumentare il proprio Net Asset Value di oltre il 70%  in una notte!!  Senza dubbio un successo per tutti i soggetti di UBS coinvolti in questa operazione. Rammento però che ciò è stato possibile solo e solamente perché la Finma ( Autorità Federale di Vigilanza sui mercati finanziari ) ha modificato in un giorno la struttura del capitale per la parte riguardante la seniority , ovvero obbligazioni senior e subordinate.  Mi piace ora porre l’accento sulla certificazione del bilancio di Credit Suisse al 31/12/22 avvenuta  da parte di PWC in data 14/03/23. Nelle 452 pagine si parla di una pesante  ristrutturazione necessaria ed annunciata già  nell’ottobre 2022. Questo dimostra come la situazione reale e vulnerabile della banca soprattutto sul punto della liquidità era ben conosciuta , come minimo dal 2022, anche dalla FINMA.  L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha confermato il rating  di UBS in A- ma rivisto al ribasso l’ outlook a negativo da stabile , questo causa  dei “ rischi di esecuzione materiali”  legati  all’acquisizione e integrazione di Credit Suisse . Secondo Morgan Stanley lo stress in atto nel sistema bancario USA ed Europeo segnerà l’inizio di un doloroso e vizioso finale del “ bear market azionario” con una crescita che potrebbe essere già penalizzata dalla riduzione della disponibilità di credito concesso dalle banche. Come accaduto anche nel 2020 allo scoppio della pandemia e quindi durante i momenti di forte stress per il mercato in cui sarebbe fondamentale garantire la liquidità , le Banche Centrali sono scese in campo con un intervento congiunto su scala globale. Oltre alla FED, BCE, Bank of England, Bank of Japan, Bank of Canada anche la Banca Nazionale Svizzera , scottata dal caso Credit Suisse , hanno comunemente concordato di aumentare la frequenza dell’approvvigionamento di liquidità tramite accordi permanenti di swap in dollari da settimanale a giornaliera , questo almeno fino alla fine di Aprile.