SADDLE UP, PEOPLE!

La data cardine su cui si baserà in Italia la ripresa (o la fine) di centinaia e centinaia di aziende ed attività commerciali di piccole e medie dimensioni e comunque fuori dal tetto minimo per l’eventuale utilizzo dei “Golden power” , è quella del 16 settembre 2020. E’ di questi giorni la dichiarazione di Conte  che porterà al Consiglio dei Ministri il Decreto che anticiperà e permetterà di accumulare subito altre 4 settimane di cassa integrazione , quindi di fatto la cassa integrazione viene prorogata ed anticipata di 4 settimane fissando così il termine ultimo al 16 settembre (dal 16 Agosto precedente). Poco cambia ed ecco perché: questo sarà il “point break” entro il quale non sarà possibile iniziare le procedure di licenziamento collettivo e/o individuale per motivi attinenti l’attività produttiva, ad esempio a causa del calo delle commesse, del fatturato e/o il regolare ed ottimale funzionamento a livelli di economicità di un ‘azienda. Dopo di ciò si apriranno le porte ad un “periodo di lacrime e sangue” dove lo shock economico farà da effetto trainante e più che proporzionale alla nuova “collera sociale”, queste due situazioni di fatto daranno forma alla “tempesta perfetta” . E non solo! E’ di queste ore la comunicazione dell’Istat che vi è stato il crollo del -7,5 % delle ore lavorative nei primi tre mesi del 2020 e che è crollata la produzione industriale ad Aprile del -19,1% su Marzo e del -42,5 % in un anno, in tutto questo vi sono state 270 mila richieste REM e sono state sventate, ad oggi, 2500 truffe sulla cassa integrazione. Oramai è tangibile l’innalzarsi esponenziale della preoccupazione (vero e proprio stato di ansia e paura) che avvolge le famiglie, gli imprenditori ed ogni singolo cittadino per l’allagarsi costante dei debiti. Il popolo italiano storicamente è abituato a subire fasi umilianti nella sua storia, sia esse economiche che sociali , da sempre è un paese di risparmiatori, ma quello che è successo nel periodo della pandemia ed il futuro incerto, anzi funereo, mette a rischio l’intera tenuta del contesto sociale. Il suo folle indebitamento pubblico rende oltretutto l’Italia oggi più che mai facile terreno di conquista. La burocrazia eccessiva e spesso “folle ed antieconomica” stà contribuendo a distruggere il paese, non permettendo l’accesso alle disponibilità liquide statali e privandolo di riforme per una volta snelle e di facile attuazione. l’Italia è il paese delle contraddizioni ed a nulla sembra essere servita la tragedia del Covid 19 vissuta da tutti noi. Nella realtà è un “ossimoro” dove si “ascolta” un “silenzio assordante” di un popolo stremato e terrorizzato , ma anche dove e nonostante tutto continua una “lucida follia” dei suoi governanti e della sua classe politica . In sella vi è un Governo non votato dal popolo e comunque lo si voglia vedere portato da un vecchio risultato elettorale di un concorso popolare precedente. La povertà è dilagante e tangibile in ogni piega del sociale dell’imprenditoria. L’Italia è una polveriera,  il mondo intero lo è soffocato dai danni  del virus che ha rappresentato uno “shock esogeno” impensabile e neppure lontanamente ipotizzabile . La differenza sostanziale è che in Italia la pandemia, più che in altri paesi (leggasi ad esempio la Germania, dove la Merkel con prontezza e coraggio ha reso disponibile fin da subito una grande quantità di denaro pubblico per sostenere l’industria e quindi a cascata il popolo tedesco) ha messo a nudo , dove ce ne fosse stato ancora bisogno , la fragilità della nostra economia e quindi dell’intero “sistema Italia”. Ad oggi si evidenzia, forza maggiore , un preponderante interventismo statale sul mercato e nelle imprese caratterizzate da un forte interesse pubblico. Mi riferisco all’eventuale utilizzo dei “Golden power europei”, oggi allo studio della commissione preposta , atti a preservare , da scalate  straniere, imprese operanti in settori strategici dell’UE. Caso emblematico e di grande attualità oggi in Italia è la possibilità , al momento solo un’ipotesi, che il Governo italiano possa usufruire del “golden power”, nel caso debba occorrere , per conservare l’italianità delle Generali . Sono gli stessi Fondi Pensione , con Assoprevidenza e la politica tutta, a dare il loro assenso alla possibilità di ingresso di CdP in Generali con una funzione di “controller” soprattutto sulle iniziative di Del Vecchio su Mediobanca. Tutto ciò personalmente lo trovo uno strumento “stridente” visto che non riesco a capirne e collocarne nel merito le eventuali ed effettive finalità sia verso le possibili intenzioni di Del Vecchio direttamente su Mediobanca, che anche e non è cosa da poco, verso l’ampliamento del ruolo in generis di CdP, istituzione ad oggi, ancora priva di uno specifico e chiaro mandato fissato per Legge. L’ingresso in Generali di CdP avrebbe quindi anche un intento dissuasivo nei confronti di possibili operazioni ostili promosse dall’estero. Tecnicamente  CdP dovrebbe acquisire un pacchetto azionario atto ad avere informazioni dirette sulla gestione della compagnia di Trieste , inserendo così un consigliere e/o un sindaco, osservatore in grado di conoscere in tempo reale  quello che accade all’interno della compagnia e questo dove per decidere , è importante rammentarlo in questa sede , è sufficiente meno del 50% del c.s. Il tutto si colloca in questo momento temporale specifico in cui emergono sempre più forti le attenzione di Delfin (ndr. 4,84% del c.s. di Generali) nei confronti di Mediobanca (ndr:12,86% del c.s. di Mediobanca). Questa operazione porterebbe ad una figura, che rappresenti lo Stato , atta a tutelare un asset strategico italiano qual è Generali, ciò anche perché non và mai dimenticato  che in pancia alla compagnia triestina ci sono 60 miliardi di titoli di Stato . In tutto questo bailamme di situazioni e sensazioni negative cosa dire agli italiani se non ” gambe in spalla” Italia , andiamo avanti…almeno proviamoci.

Fabio Accinelli