
28 Gen RUSSIA: LA SOLITUDINE DI UN PRESIDENTE
Lo scenario economico-politico della Russia di Putin suscita in me , da sempre , un forte interesse . Ancora di più oggi dove la (solo) ipotizzata invasione russa in Ucraina rende incandescente la situazione a livello globale, tanto che, ad esempio, la Borsa di Milano ha chiuso tre giorni fa con un tonfo del -4,2%. La realtà in cui stiamo vivendo viene definita da Putin come : “…un ambiente aggressivo che sta circondando la Russia con dichiarazioni dei Paesi Nato decisamente non amichevoli …”. Attualmente il gas russo copre più di un terzo del fabbisogno europeo . Europa oggi con forniture globali limitate perché c’è poco gas disponibile per sostituire , tout court, i grandi volumi che dovrebbero pervenire della Russia. Sotto il profilo strettamente economico quindi il prezzo del gas per un lungo periodo non vedrà scendere le proprie quotazioni, fatto questo che si sommerà ai forti ed imprevedibili volumi finanziari speculativi , peraltro già in atto. Questo contesto geo- politico ma anche economico – finanziario non farà altro che aggravare la crisi energetica in generale ma soprattutto quella europea , crisi peraltro già in atto. Attenzione però! Alla riduzione delle forniture russe e come detto alle conseguenti speculazioni di mercato , ha corrisposto la “supponenza ideologica verde” dell’ Unione Europea che con estrema facilità ed incoscienza ha lanciato un Green Deal atto a mettere fuori gioco le energie fossili quali carbone, petrolio e gas, senza però prima essersi premurata di assicurarsi un’ idoneo ed adeguato grado di autosufficienza energetica alternativa. A conti fatti il contenzioso tra Russia ed Ucraina potrebbe portare gli altri Paesi ad imporre sanzioni economiche contro la Russia mai viste, come ad esempio la sua esclusione dal circuito finanziario mondiale . Per contro Putin potrebbe chiudere del tutto il rubinetto del gas verso l’Europa. Ecco perché l’Unione Europea non può permettersi di essere “ assente” da possibili trattative ed accordi in un momento di crisi di questo genere. Oggi Putin , attaccato dagli USA ( ndr: è del 27 c.m. il comunicato che l’ Ambasciata USA a Kiev ha invitato i connazionali che si trovano in Ucraina a lasciare il Paese ) e quindi le velate minacce della CEE, ha dimostrato e dimostra una capacità con doti non comuni da grande Leader nel saper gestire e guidare il suo Paese anche nei momenti difficili cercando ed ottenendo nonostante tutto, l’aiuto e l’appoggio di nuovi partner commerciali e finanziari , come poi vedremo qui di seguito , nelle figure della Cina e del Giappone . Quindi come può essere fotografato il “ gelido inverno” dell’economia in Russia? Una prima risposta la si è avuta il 17 Dicembre 2021, quando a causa delle forti pressioni inflazionistiche derivanti da una domanda superiore alla capacità produttiva interna , unita alla dipendenza dei principali settori industriali dalle importazioni dall’estero, la Banca di Russia ha innalzato i tassi di interesse all’ 8,5% , valore più alto raggiunto dal 2017. Evidenzio a tale proposito che l’odierna ridotta capacità produttiva interna russa è causata in grande parte dal fallimento della diversificazione economica degli ultimi 20 anni , unita alla continua fuga all’estero dei “cervelli” interni ( si calcola che nel corso del solo 2020 siano stati oltre 70.000 il numero dei ricercatori che sono usciti ufficialmente dalla Russia e per il 2021 il numero sembra essere superiore ) , dall’elevato grado di dipendenza di Mosca dalle importazioni, ma soprattutto dal problema della bassa produttività della forza lavoro rimasta nel Paese. La forte crescita della produttività segnata nel 2° semestre 2021 e continuata pure ad oggi è la diretta conseguenza della campagna vaccinale , della conseguente cessazione delle restrizioni e della congiuntura economica globale che, prima della presunta problematica Ucraina, era in espansione. Il Presidente Putin ha confermato la volontà del Governo di fissare l’obiettivo dell’inflazione per l’anno 2022 entro il target del 4%, le previsioni della Banca di Russia sono attestate su un valore previsionale del 4/4,5%. La Russia si giocherà , in larga parte , le sue carte sul tavolo del settore energetico. Ben tutti sappiamo come , da sempre, in Russia vige un tipo di economia tipicamente “rent-seeking”. Su questa base le proiezioni dei mercati del gas per l’anno appena iniziato appaiono ottimistiche. Il Nord Stream 2 ( ndr: gasdotto che, attraverso il Mar Baltico , trasporterà il gas di provenienza russa in Europa) dovrebbe completare il progetto del suo ampliamento con le certificazioni ed approvazioni delle autorità europee e quindi ne seguirà l’immediata attivazione. Anche la Novatek ( ndr: la più grande impresa indipendente russa produttrice di gas liquefatto) attrice nella creazione di Artic LGN2 è in piena espansione tramite i fondi ottenuti proprio dalle istituzioni finanziarie cinesi China Development Bank e Exim Bank e nipponiche con la Japan Bank – JBIC. L’investimento ingente di risorse e la contestuale acquisizione di quote da parte dei partner cinesi e giapponesi dimostra il loro impegno economico-finanziario odierno e quindi futuro , ma anche il grande appeal di Putin e quindi della Russia. Come sarà la Russia che verrà? Tutto dipenderà dalle scelte strategiche di Putin su gas ed Ucraina. Per certo le performance della Russia nell’ultimo anno , secondo chi scrive, l’ha resa uno dei mercati emergenti più interessanti ed attraenti per gli investitori di tutto il mondo. A questo si somma il fatto che gli investitori posso trarre conforto anche dal fatto che , ad oggi , la Banca Centrale di Russia ha aumentato le sue riserve istituzionali fino alla cifra record di 626 miliardi di dollari. La maggior parte degli investitori scommette che la Russia non invaderà l’Ucraina e quindi qualsiasi segno prossimo di distensione duratura sarebbe motivo di forti rialzi. In conclusione la mia personale idea è che entro i primi sei mesi del 2022 le valute dei mercati emergenti si indeboliranno a causa di una posizione più rigida della Fed e della Bce , tutte tranne il rublo che si manterrà abbastanza costante in tenuta sui mercati. Questo perché i prezzi del petrolio più elevati, lo status di uno dei maggiori esportatori di energia – gas al mondo, una banca centrale aggressiva che potrebbe riuscire nell’impresa anche di ridurre l’inflazione in corso di questo anno assumendo anche una minore volatilità geopolitica , solidi fondamentali sottostanti , riserve importanti di asset e , non dimentichiamolo mai con a capo un ledear iconico magari spesso criticato ma rispettato e temuto potranno sostenere il rublo e difenderlo da possibili vendite.