REDDITI : DUE RIFLESSIONI

REDDITI : DUE RIFLESSIONI

Prezzi in aumento e redditi fermi, statici e  sempre più in affanno  verso le potenzialità del mercato . Tra  i mille problemi odierni e passati  come pandemia, guerra ed ora il gas, il lavoro ed il suo valore effettivo  , forse anche a causa delle imminenti elezioni politiche ,  torna prepotentemente al centro delle preoccupazioni del bel paese . E’ un problema atavico. Le retribuzioni medie in Italia sono via via diminuite , a parità di potere di acquisto, negli ultimi trenta anni. Per fare un raffronto,  in Germania e Francia, considerato lo stesso periodo temporale , sono cresciute mediamente di oltre il 35 %. Appare quindi   chiaro come esista una stretta correlazione tra il blocco dei redditi dei lavoratori e la mancata  crescita della produttività economica in Italia. In tutti gli altri Paesi dell’Unione la produttività, soprattutto nel settore dei servizi,  è  a tutti gli effetti  la locomotiva alla crescita .  Occorrono interventi urgenti cui dovrà provvedere il nuovo governo in nomina quali: sostegni alla crescita dimensionale delle aziende con relativi aumenti dei parametri quantitativi e qualitativi, agevolazioni (reali !) agli investimenti interni ed anche esteri  e facilitare l’apporto di nuovi capitali. Politiche attuative con incentivi mirati  ma diversificati per il settore dei servizi  –  manifatturiero  – impresa 4.0 , una nuova legge ad hoc che una volta per tutte affronti la problematica delle liberalizzazioni. Attenzione però! Queste azioni dovranno essere attuate in tempi brevi e comunque in via complementare a quelle del Pnrr. Il problema dei “redditi bassi “ rappresenta uno dei freni alla crescita italiana perché ne limita i consumi interni aumentando però l’utilizzo incondizionato di risorse pubbliche. Di riflesso assistiamo al fenomeno crescente della fuga all’estero delle figure professionali migliori.  Analizzando l’andamento del “cuneo fiscale” si può rilevare come l’irpef sia praticamente  azzerata per i redditi bassi  e molto bassa per quelli fino a 35.000 euro lordi l’anno. Poi si incrementa  fino a toccare il 43 % già con redditi pari a 50.000. Sempre per fare un raffronto in Europa rilevo come in Francia ad esempio l’aliquota più elevata del  43 % riguarda la fascia di redditi superiore ai 150.000 euro l’anno. Problema reale  è invece quello  contributivo , dove il 33 % versato all’Inps è di circa 5 punti percentuali più elevato di quello delle altre principali economie europee. Difficile se non impossibile  trovare una soluzione perché il carico pensionistico che  deriva dal passato contributivo del nostro Paese unito alla negativa evoluzione demografica non permettono di ridurlo senza attingere a nuove risorse.