PATRIMONI: RACCOLTA RECORD IN ITALIA ED EUROPA

PATRIMONI: RACCOLTA RECORD IN ITALIA ED EUROPA

Il 2020 si è chiuso per l’industria europea dei fondi attivi e passivi con una raccolta record di 11,8 miliardi di euro, 7,8 miliardi in Italia. Questo dato è il frutto della forte ripresa dei mercati post shock di marzo causato dalla diffusione del Coronavirus e relativa fuga dagli investimenti a cui e’ seguito un incremento  importante  dei flussi  verso il risparmio gestito.  Nel corso del 2020 si sono delineate nuove dinamiche sia nello sviluppo dell’industria  dei fondi , sia in  nuove specificità delle richieste da parte della clientela.   I fondi azionari hanno segnato con un + 212 miliardi , uno dei migliori anni in termini di raccolta pura e ciò grazie al rally del mese di aprile.  Per contro il reddito fisso si è fermato ad un + 174 miliardi contro i 342 miliardi del 2019.  In crescita  la quota di mercato legata alle strategie passive mentre quella  dei flussi in percentuale degli asset di inizio gennaio 2020 è stata dell’ 8,7% contro il 2,97% dei fondi attivi.  Da evidenziare il risparmio gestito  che in Italia  ha segnato a fine 2020 ( anno della pandemia ) , come detto , una raccolta netta positiva di ben 7,8 miliardi toccando un patrimonio gestito al 31 dicembre ai massimi storici con 2.392 miliardi con  un delta positivo di 85 miliardi in più rispetto al 31 dicembre 2019.  Nel dettaglio evidenzio gestioni collettive con sottoscrizioni per 25 miliardi ed investimenti in fondi aperti per oltre 19 miliardi.  Cosa hanno scelto  , come investimento  nel 2020 , le famiglie italiane?   I risparmi hanno seguito i prodotti azionari  con un + 15,2 miliardi , i bilanciati con un + 8,5 miliardi , gli obbligazionari con un + 8,2 miliardi ed in ultimo i monetari con un + 5,3 miliardi.  In questo contesto  pongo  l’attenzione anche sul lato “personale-umano dell’investitore” ,  ovvero la tipologia delle  richieste  dei risparmiatori che hanno  poi indirizzato  il  loro  interesse verso  questi investimenti. Emerge quanto essi  si siano  focalizzati sul rischio volatilità in un orizzonte di lungo periodo. Oggi esiste una predisposizione verso  le gestioni tematiche quali  la tecnologia, il green nell’energia e la sostenibilità che è , gioco forza, divenuto il paradigma ( quasi un cult) fondamentale per tutti.  Ci si è rivolti anche verso la  “ripresa economica” e questo  tramite  i private market ed i real asset .  Esiste  un  “minimo  comune denominatore” che è  alla base delle scelte degli investitori , ovvero  un’accurata e prospettica gestione del rischio collegata ad una crescente preferenza per  le strategie autenticamente sostenibili che possano generare un impatto  generale positivo sull’economia .  La pandemia ha causato conseguenze dirette su società, geografie ed industrie , rafforzando così  la consapevolezza e  l’interesse diretto degli investitori verso il  ruolo sociale  che l’industria, vista nella sua intierezza produttiva ed economica  può ricoprire. Gli investimenti sono volti verso “asset class” in grado di accompagnare un futuro sostenibile, resiliente, focalizzato ad aumentare interesse ed interventi su tematiche di rispetto verso l’ambiente e quindi indirizzate  verso  la società intera.  Sono , come accennato in precedenza, investimenti tematici con strategie orientate verso megatrend come evidenziato nel fondo GIS SRI Ageing Population o nel fondo Aperture European Innovation ;  di fatto investimenti a supporto dell’economia reale e quindi  progetti per il sociale, infrastrutture  chiave per le sfide economiche ed ambientali che sta  affrontando l’Europa , unendo  soluzioni per le PMI.   Asset class strategici per mitigare l’impatto dei tassi bassi di  lungo termine , ottenendo per contro rendimenti interessanti e soprattutto resilienti alle possibili turbolenze dei mercati . Tutto ciò può contribuire  in maniera fattiva al percorso di ripresa economica in uno all’ aumento continuo e globale delle vaccinazioni  contro l’emergenza sanitaria  ed un  approccio accomodante delle principali Banche Centrali che  così , di fatto , potranno sostenere la propensione al rischio unita alla   ricerca del rendimento.   Concludendo ritengo che in un  futuro ( molto) prossimo vi sarà una netta riduzione dell’overweight nel credito e nelle azioni, con un aumento negli investimenti per i titoli ciclici e value, il tutto con lieve underweight indirizzato verso liquidità e titoli governativi core.  Insomma il 2121 sarà l’anno  del  riposizionamento  definitivo nell’ asset management.