
13 Set MERCATO: BANCHE CENTRALI E INVESTITORI
Nella “ zona euro” oggi il livello dell’inflazione segna un + 9,1 % , ciò soprattutto a causa dell’aumento continuo delle materie prime, ecco allora diventare inevitabile il rialzo del tasso di riferimento . Questo trend non potrà finirà a breve ed anzi ritengo che continuerà anche nelle prossime riunioni delle Banche Centrali sia del corrente anno che del 2023 , Istituti questi che hanno riunioni a cadenza di dieci volte l’anno . In un certo contesto economico-finanziario globale devono valutare se una politica monetaria sia corretta nei propri fini programmatici e/o se vada aggiornata e magari modificata sempre nella piena consapevolezza che una stretta creditizia potrebbe essere una azione tecnico-finanziaria necessario e/o idonea per contrastare una possibile recessione economica. Fondamentale quindi è la stretta collaborazione con i diversi Istituti di Statistica preposti al controllo e valutazione matematica degli eventi. Ove il valore dell’inflazione segni una tendenza a salire al di sopra del valore del 2% su base annua , viene attuato incondizionatamente il rialzo del tasso di riferimento tramite provvedimenti tanto più reattivi quanto è maggiore lo scostamento registrato tra l’aumento del costo della vita ed il suindicato 2%. Nel concreto, ad oggi, si vede come a seguito dell’ ultimo aumento dello 0,75% del tasso di riferimento ( per un totale dell’ 1,75% ) ne conseguirà una politica economica delle Banche Centrali , in risposta , di tasso contrario. Nella situazione creatasi in questo periodo si è attivato anche il Consiglio dei Ministri UE dell’energia che , in ottica preventiva su una possibile e sempre più concreta fase di recessione, ha formalmente invitato la Commissione Europea , questo entro il 15 di settembre , a porre in essere misure urgenti e puntuali atte a limitare i ricavi dei produttori di energia elettrica infra-marginali a bassi costi di produzione , introducendo inoltre un contributo di solidarietà da parte delle società di combustibili fossili da utilizzare per attenuare l’impatto sui clienti dei prezzi sempre più elevati dell’energia. Differente invece sarà l’intervento richiesto sul massimale del prezzo del gas, questo a causa dei troppi paesi ancora contrari. In questo contesto il mercato degli investitori come reagisce? Ritengo che dopo una fase di incertezza ed attesa adesso ripartirà una forte c.d. “fase di accumulo”. Trattasi di un periodo operativo-finanziario in cui gli investitori incrementeranno in maniera sensibile il loro portafoglio con strumenti finanziari con scadenze anche a dieci anni o più. Sono operazioni finalizzate ad incassare cedole con rendimento lordo a scadenza, di interessante valore , anche fino al 4%. Questa strategia si affianca chiaramente anche alla possibilità di valutare successivamente una eventuale cessione a 3/4 anni con prezzi di vendita superiori a quelli dell’odierno acquisto. Sicuramente è una fase complicata per le Borse dove globalmente l’inflazione cresce, il costo dell’energia è in continuo aumento, i tassi salgono , il tutto condito da una crisi geopolitica sempre più grave e confusa in una fase di assoluta incertezza. Siccome noi italiani siamo famosi per ” non farci mancare mai nulla”, nel nostro particolare mercato, esiste pure una ulteriore tensione creata dall’incertezza sull’esito delle elezioni politiche. Eppure in questo bailamme di incertezze e reali preoccupazioni , ad oggi lunedì 12 settembre i mercati globali possono essere così fotografati: Europa : ha visto chiudere la settimana con un rialzo su tutti i listini europei che guadagnano l’ 1,40% sul Dax e Cec, mentre l’ FTSEMIB chiude con un +1,90% trainato dai titoli bancari e con Euro/Dollaro ritornato sopra la parità. USA : i listini chiudono la settimana in rialzo co il Dow Jones che guadagna l’ 1,19%, l’ S&P l’1,53% ed il Nasdaq il 2,11%. Interessante rilevare che il treasury a 10 anni si attesta a 3,31% con il differenziale tra 2Y e 10Y attestato a bp 23,51. Asia : chiusura in positivo per il Nikkei a + 1,06% , mentre erano chiusi i listini di Corea, Cina e Hong Kong. Ma allora questi rialzi in un mondo dove oltre a tutto quanto già segnalato regna anche un quadro produttivo generalizzato che non gode di ottima salute come sono possibili? Esiste una risposta : si chiama speculazione! La speculazione guida i mercati e gli hedge stanno producendo immensi guadagni. Le borse registrano un indice molto volatile mentre prosegue una corsa frenetica al delisting, per contro assistiamo ad un aumento dei dividendi e operazioni di riacquisto di azioni proprie da parte di società quotate in borsa , tecnicamente ad operazioni di buy-back, eseguite tramite un’offerta pubblica oppure con l’acquisto diretto sul mercato. Le operazioni di buy-back che vengono attuate in questo periodo seguono la finalità di sostenere il titolo e quindi la quotazione se la proprietà ritiene che il titolo sia sottovalutato, di fatto tranquillizzando gli investitori . Rammento che più il numero delle azioni in circolazione è basso e più l’utile per azione sale , facendo così aumentare la quotazione . Oggi, visto i momenti difficili in corso , il buy-back e la “corsa delle cedole” a livello internazionale sono di fatto il sostegno ai mercati . Un’ultima nota. Sul nostro territorio diverse quotate nazionali si sono mosse in tal senso. A campione la Ferrari ha speso oltre 2 miliardi, Eni 1,1 miliardo, Stmicroelectronics 1 miliardo, Campari 100 milioni. Casi lampanti di successo di tale tipologia di operazione, nonostante la problematica Russia attinente agli asset che saranno congelati su tale piazza , sono i casi di Unicredit ed Intesa che potranno godere del rialzo dei tassi.