MEDIOBANCA: UNICREDIT ADDIO… E’ DEL VECCHIO L’ANCHOR INVESTOR?

Come ogni serie tv che si rispetti , personalmente io sono alla terza puntata (pubblicazione).In questa vicenda  vi sono tutte le caratteristiche delle fictions, visto che stiamo parlando di un matrimonio durato 73 anni e finito in poco più di un ora .  Dopo i miei articoli del 10 e 18 ottobre, ieri è stato il giorno dell’” acceletared bookbuilding” , atto con cui  tutto è finito tra Unicredit e Mediobanca. Sicuramente termina uno dei capisaldi della storia della finanza italiana. Unicredit è stato socio fondatore dell’Istituto creato da Enrico Cuccia nel 1946 e fino ad ieri ne è stato anche il primo azionista con una partecipazione dell’8,4 %. Si è trattata di un’ operazione studiata con la massima attenzione da Unicredit, essendo per la Banca una mera partecipazione finanziaria. La Banca Unicredit era in febbrile attesa che il titolo di Piazzetta Cuccia salisse sopra il valore di carico di € 9,89 per azione del giorno 31.12.2018. Quando ieri ha chiuso in Borsa a 10,78 ,valore massimo toccato dal 2008, è scattata l’operazione che ha permesso di superare il valore di carico del titolo di Mediobanca che peraltro aveva già registrato un + 29% da metà agosto e ben + 46 % da inizio 2019 . Il prezzo di vendita effettivo è stato ad € 10,53 per azione, importo che ha goduto di un minimo sconto sul valore di chiusura di Borsa, oltre ad essere comprensivo del dividendo di 0,47 € per azione che sarà pagato il 20  novembre. Nella piazza finanziaria milanese, questa mattina, insieme al “cappuccino e brioche” l’unica domanda che si sentiva vociferare era “… chi è l’investitore anchor….?”. Anche se girano rumors che possa trattarsi di un hedge fund americano , personalmente ritengo che un occasione simile la Delfin di Leonardo Del Vecchio non se la sia lasciata scappare, almeno in parte. Il patron di Luxottica oggi detiene il 7,5 % ed anche se è vero che non ha ancora ottenuto l’autorizzazione per salire al 10% ,guardando all’operazione precedente di scalata effettuata per il tramite della Banca Francese Natixis attraverso la quale era riuscito a rastrellare azioni sfuggendo a qualsiasi controllo, nulla vieta di pensare che oggi Del Vecchio, tramite terze banche e/o hedge found ,abbia potuto ottenere ciò che voleva . Per completezza di informazione, ricordo che Unicredit aveva dato indicazioni precise alle Banche collocatrici  Bank of America, Morgan Stanley ed Unicredit Cib  di vendere il proprio pacchetto di azioni Mediobanca in maniera diversificata ed internazionale . Ciò è stato anche avvalorato dal fatto che il collocamento lampo non sia partito immediatamente dopo la chiusura della Borsa (come di solito accade quando si imposta un “ accellerated bookbuilding”) bensì dopo le ore 19.00 (ndr. alle ore 20.15 le domande di acquisizioni del pacchetto di azioni di Mediobanca erano di gran lunga già superiori all’offerta) , indicando così che le Banche collocatrici fossero più interessate ad investitori stranieri che italiani . Un ulteriore nota che deve far riflettere  è il fatto che per rendere possibile un collocamento lampo di una tale entità  economica sia intervenuto l’ordine di acquisto di uno o al massimo due grossi investitori. Al momento formalmente Leonardo Del Vecchio sembrerebbe essere in “attesa dello sviluppo degli eventi” essendo divenuto il primo azionista di Mediobanca con il  7,52%, sicuramente posizione dominante tra i soci della Banca . Esiste però un disegno chiaro del patron di Luxottica per chi mangia di finanza ed è quello che vede la finanziaria Delfin intenzionata a rafforzare ulteriormente la propria posizione , non per nulla il contatto con Banca d’Italia, porta ad una richiesta di poter superare la soglia del 10 % e quindi portarsi a ridosso del 20%. Tutto quanto fin qui scritto riconduce proprio a queste ultime considerazioni. Ad oggi l’operazione finanziaria di Delfin in Mediobanca ha fruttato, in poco più di un mese, quasi 100 milioni in termini di apprezzamento del pacchetto azionario raccolto della Banca Milanese .

Fabio Accinelli