MEDIOBANCA: LA CARICA DI DEL VECCHIO – ANALISI DI UN’ OPERAZIONE FINANZIARIA

Il titolo Mediobanca è salito ieri dell’1% fissando il suo prezzo a 10,43 €, toccando così i massimi da un decennio .Questo mentre Leonardo Del Vecchio ha plasmato la sua squadra di advisors .Ha conferito mandato al colosso americano dell’ investment banking, JP Morgan , di studiare possibili soluzioni per valorizzare la Banca D’Affari di Piazzetta Cuccia. A JP Morgan si è unito il consulente Georgeson che seguirà la squadra di Del Vecchio, che andrà a confrontarsi nella Governance di Mediobanca ed inoltre sarà affiancato dal legale milanese Sergio Erede il quale, per altro, ha già avuto un primo incontro informativo in Bankitalia. Il legale è stato incaricato di seguire la richiesta formale di salire sopra il 10% in Mediobanca, presentando lo standing finanziario dell’imprenditore che , a livello di informazioni e per fotografare bene chi sia Leonardo Del Vecchio, ha comprato l’intera ultima quota in Mediobanca , pagandola direttamente di tasca sua .

Questa operazione di acquisizione è stata un vero e proprio gioiello finanziario attuato tramite la Banca Francese Natixis, la quale con incredibile professionalità e segretezza operativa, è riuscita a rastrellare azioni in borsa per un totale di circa l’8% sfuggendo a qualsiasi controllo, persino a quello diretto di Mediobanca . Esiste un’ analisi effettuata da Delfin , (Holding della famiglia Del Vecchio), la quale ha,  di fatto ,fotografato la redditività e la patrimonialità di Mediobanca; questi sono i numeri: il 41 % degli utili della Banca di Piazzetta Cuccia derivano dall’attività del credito al consumo di Compass per € 336,4 milioni; il 38,3 % da tutte le società controllate e principalmente da Generali per 314  milioni; l’8,7 % dalle gestioni di patrimoni per 71,2 milioni. A questo punto si nota come i 3/5 degli utili dell’attività principale, pari a 265,8 milioni, vengono utilizzati per coprire i costi holding di Mediobanca pari a 167,5 milioni. Appare eloquente a tutti ed ancor di più ad un imprenditore attento qual’è Del Vecchio, come la Banca D’Affari produca utili non sufficienti a giustificare i costi di struttura di un gruppo così diversificato e complesso nel suo insieme qual’è Mediobanca ,il cui valore netto positivo per più della sua metà viene originato dal 13% dell’azionariato nelle Generali. Non bisogna dimenticarsi anche dell’ “inciucio” azionario che vede Del Vecchio quale azionista del 2% di Unicredit , Banca a sua volta primo socio di Mediobanca e quindi azionista del 5 % di Generali che, come visto, è il suo primo asset reddituario . Di fatto questo articolo fa seguito a quello da me pubblicato il 10 ottobre e che oggi palesa nella sua interezza le intuizioni, le sensazioni strettamente personali e le voci della Piazza milanese in esso già anticipate.Staremo a vedere il proseguo: alla prossima!

Fabio Accinelli