MARKETS AT WAR

MARKETS AT WAR

Sembra incredibile che nessuno ne abbia ancora parlato  , eppure è vero!  Tutti sappiamo del  “patto di sangue” stipulato tra Cina e Russia pochi giorni orsono, ma  pochi  sono a conoscenza del fatto che , alcuni   giorni prima che la Russia desse il via all’invasione dell’Ucraina , la Cina ( ribadisco alleata di fatto della Russia) attraverso la borsa merci cinese Bohai Commodity Exchange  ( BCEx) acquistava una quota pari al   49,9%  della  JSC PFTS Stock Exchange , società ucraina che gestisce il mercato azionario del paese, ampliando così  di molto gli interessi  e la  sua potenza  in Ucraina . Questa   acquisizione  segue  quella  effettuata  , sempre da parte della BCEx nel 2019 , del 100% della Banca Ucraina di ricostruzione e sviluppo.  Già a partire dal 2016 la Cina ha investito massicciamente nelle infrastrutture ucraine con l’intenzione specifica di creare una  nuova rotta   al  trasporto delle  proprie merci alternativa  alle opzioni già esistenti e passanti dalla Russia e dalla Bielorussia.  Peraltro altre aziende cinesi , “sponsorizzate” in grande parte  dal Governo di Pechino , avevano già  investito   più di un miliardo di dollari in impianti e strutture a supporto del nuovo progetto per il  commercio passante dall’  Ucraina.  Ritengo che uno dei punti  caldi  contenuti nel “gentleman agreement ” russo- cinese  di pochi giorni orsono abbia  riguardato preventivamente anche  il fatto che  se i carri armati russi , fossero entrati  a Kiev  non  avrebbero dovuto creare troppi    “ problemi “ agli interessi cinesi in Ucraina.  Nel mese di settembre 2021,  in merito  al grado del  rating dell’Ucraina , una delle principali agenzie internazionali di valutazione del credito , la Fitch Ratings, aveva fissato per quel paese  un rating “B” considerandolo come “positive” , con aspettative stabili, le prospettive dell’Ucraina  nel lungo termine di IDR ( Issuer Default Rating) in valuta estera.  Oggi ,  in un contesto di guerra in corso e un “big bang” finanziario che potrebbe strangolare definitivamente l’economia russa ,portandola ad una vera e propria “ asfissia finanziaria” tramite l’esclusione di Mosca dal sistema bancario Swift .   I riflessi ed i danni  non sono neppure ipotizzabili per le borse a livello globale e quindi  come potrebbero riorganizzarsi i mercati?   Il conflitto russo- ucraino in questo momento convulso è  pieno di incognite a causa dell’intersecarsi di mille azioni in atto con effetti e repliche economico-politico .  Nuove pesanti sanzioni  concordate dalla UE , USA, UK e Canada sono rivolte a rimuovere le banche russe dal sistema Swift e congelare asset strategici della Banca Centrale Russa. Borsa chiusa e rublo al minimo storico cedendo oltre il 20% sul dollaro,   sono testimoni di   una situazione drammatica.  E’  stato un lunedì nero per la finanza russa.  Sulla Borsa di Londra la Sberbank perde oltre il 60% , la VTB il 50%.   La UE ha licenziato l’autorizzazione a spendere 450 milioni di euro in armi per l’Ucraina ed altri 50 milioni in forniture diverse tra cui quelle mediche. Il fondo sovrano norvegese ha annunciato la liquidazione di tutti i propri asset russi e la BP ha ufficializzato la cessione  dalla sua partecipazione  del 19,75%  pari ad oltre 14 miliardi di dollari in Rosneft , la più importante compagnia russa nel settore oil . La Banca Centrale Russa ha alzato i tassi al 20%  e  S&P ha dawngradato la Russia a “junk” tagliando il rating a BB+.   E poi shock prezzi energetici con petrolio oltre 5% e gas europeo in rialzo del 33%.  Insomma questa guerra, ci vuole poco per capire che avrà un  costo  altissimo per tutti.  L’incognita maggiore è l’eventuale ridefinizione delle sfere d’influenza in Europa che comporterebbe una drastica modifica del premio per il rischio da attribuire , da qui in avanti, alle azioni e ai bond europei.   Quello su cui i mercati globali si dovranno  maggiormente concentrare , in attesa di una soluzione al problema russo-ucraino, è quello reale sulle ricadute economiche delle sanzioni senza precedenti verso la Russia. Il fatto di bloccare Mosca  dal sistema di transazioni valutarie Swift renderà molto difficile e quasi impossibili le importazioni russe ma per contro anche le esportazioni europee. Facile dire di sospendere l’acquisto del gas russo , ma per fare arrivare gas da altre parti del mondo occorrono gasdotti tutti da costruire,  così come i rigassificatori che possano rendere  utilizzabile il gas liquido di provenienza via mare : infrastrutture che richiedono anni per essere attivate.   In questa situazione le Banche Centrali  non potranno cambiare radicalmente il programma di normalizzazione da poco iniziato e si dovranno indirizzare soprattutto a gestire il problema inflattivo prima che i suoi effetti passino da inflazionistici a deflazionistici.  Concludendo un recupero delle borse è  direttamente collegato ad una discesa reale dell’inflazione ,  soluzione che in queste ore diventa sempre più complicata perché   collegata   alla  tenuta del ciclo economico globale e quindi alla fine di questa assurda guerra