MANOVRE: LA UE VERSO IL NO, L’ITALIA TIRA DRITTO

Il governo va avanti senza indugio alcuno ed il tesoro difende il DEF dichiarando che la manovra non sarà cambiata. E’ guerra aperta tra il Ministro Tria ed i Commissari Europei. In tutto questo bailamme di incroci di lettere di chiarimenti tra il tesoro ed i Commissari Europei , oggi lo spread è schizzato nuovamente a 304 punti e la borsa di Milano ha chiuso in calo dello 0,6 %. Il punto nodale tra la Commissione Europea e Roma è la previsione di un deficit/PIL nel 2019 pari al 2,4 %. Il Ministro Tria si è fatto scappare però una promessa ai due Commissari UE ,Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis ovvero che se la crescita dovesse tornare ai livelli pre-crisi con anticipo rispetto ai tempi  previsti, si anticiperà autonomamente anche il percorso di rientro del debito, ovvero la riduzione del deficit al di sotto a quanto indicato nel DEF . Per il Governo le scelte fatte sono state obbligate e non esporranno a rischi ne la stabilità finanziaria dell’Italia ne quella di atri paesi dell’Unione . In siffatta situazione però, il governo Italiano si è reso cosciente di aver scelto un impostazione della politica di bilancio non in linea con quanto a suo tempo sottoscritto, anche dal nostro paese, in merito alle norme applicative del patto di stabilità e crescita comune. Secondo chi scrive, però ,la risposta di Bruxelles sarà solo una, ovvero la Commissione di fatto boccerà la manovra programmata dal Governo Italiano ,con una richiesta immediata e vincolante di modificare il DEF, almeno nelle parti che violano le regole europee sul rispetto del patto di stabilità e sull’impegno a ridurre il deficit strutturale. Cosa succederà a questo punto? L’esecutivo italiano avrà due scelte: 1) se Roma non dovesse accogliere le richieste UE e fare quindi dei passi indietro, sarà avviata una procedura europea a suoi danni, anche se la formulazione della pratica di infrazione ha dei tempi piuttosto lunghi, non meno di sei mesi; 2) l’esecutivo accetta quanto indicato dalla Commissione avendo così tre settimane di tempo per soddisfare nel merito le richieste europee. La preoccupazione a Bruxelles è molto semplice, anche nell’ottica che altri partner dell’Eurozona sono sul piede di guerra, ovvero che una violazione alle regole comuni se non fosse punita, spingerebbe altri paesi a fare altrettanto. Oggi il presidente del consiglio Giuseppe Conte andrà a Bruxelles per il Consiglio Europeo e qui incontrerà la Consigliera tedesca Angela Merkel. Non si tratterà di un incontro qualsiasi. Conte in quella sede cercherà una “sponda” nella Merkel, affinché lo affianchi nel faccia a faccia che accadrà con gli altri leader europei. In tale sede verrà la legge di bilancio e gli altri obiettivi che ha ispirato ed anzi obbligato il Governo Italiano nella scelta di deviare dai target concordati a suo tempo con Bruxelles. Quello che occorre all’Italia , nella realtà, è di fatto un apertura di credito.

Fabio Accinelli