L’IMPONDERABILITA’ NELL’ECONOMIA” DEL SUICIDIO E DEL PANE”

Non saremo più gli stessi. In un battito di ciglia è cambiata la nostra vita, l’economia, la finanza . Le sicurezze imprenditoriali ed umane faticosamente conquistate, dopo il terremoto coronavirus, che lo vogliamo o meno sono e saranno modificate per lungo tempo e così pure l’esistenza di tutti noi. Stiamo vivendo una crisi che non ha precedenti storici , dove il presente chiama a gran voce un futuro migliore per tutti: una rinascita economica e sociale (ndr: leggasi articolo precedente ” Matteo 19,24: l’anatema della cruna dell’ago”). Stiamo soffrendo e quello che per l’economia mondiale deve affrontare non è  una “bolla finanziaria”, ma un momento storico che ci porterà di fatto a dover gestire uno stato di recessione :crisi straordinaria chiama soluzioni straordinarie! “Recessione Economica” significa la condizione macroeconomica caratterizzata da un PIL (livelli di attività produttiva) di gran lunga più bassi di quelli che si sarebbero potuti ottenere usando in maniera completa ed efficiente tutti i fattori produttivi a disposizione di una certa economia in un determinato momento temporale. Detto ciò ecco cosa accade come fatti consequenziali durante questa difficilissima fase economico-finanziaria e politico-sociale: 1) flessione repentina della produttività; 2) aumento della disoccupazione; 3) calo costante dei consumi; 4) domanda decrescente di beni e servizi; 5) calo della fiducia di consumatori ed imprese; 6) difficoltà cronica nel poter accedere al credito in ogni sua tipologia; 7) diminuzione del potere di acquisto delle famiglie e della capacità d’investimento per le imprese; 8) gravi e spesso irrisolvibili  problemi psicologici che poi vanno ad intaccare la capacità produttiva ed il sistema sanitario nazionale. A questo modello economico si  sono sempre opposti gli USA che non attuano ufficialmente  politiche di crescita e che negli ultimi anni hanno visto l’amministrazione Trump più destabilizzare che  impegnarsi in solide politiche di questo tipo, situazione che di fatto ha reso gli investitori ad essere molto conservativi. La Cina, che di fatto ha funzionato come grande motore trascinante la ripresa mondiale economica e finanziaria negli anni passati, oggi si è ingolfata e la sua Banca Centrale (come per altro la BCE e la FED)ha varato nuove misure urgenti che non potevano essere più procrastinabili e che quindi possono fungere nell’immediatezza da stimolo all’economia. Per tutte le grandi economie del mondo il dubbio crescente  è : dove trovare i soldi?”. Fino a prima dello scoppio della pandemia globale la spinta concreta allo sviluppo  era attuata per il tramite concreto degli Istituti monetari, non avendo i Governi utilizzato “quasi” mai le politiche di bilancio. Oggi siamo globalmente immersi in una vera e propria “sindrome dell’incertezza”, peraltro nota a tutti noi perché tangibile ogni secondo nella nostra attuale situazione economica, fisica e psicologica, sia come persone che come investitori. Anche il “non scegliere”oggi diventa una “scelta”. Ciò è giustificato dallo shock dell’attuale  momento: sono fatti reali insiti in un evento così eccezionale che supera le possibili azioni-reazioni dei singoli individui con tale forza e gravità da lasciare senza parole, senza capacità reale di scelta o reazione. Viviamo una “frenata” nel mondo globale che si riversa sulle economie e quindi sulla finanza causando ed evocando un dolore vero e fisico. L’antidoto potrebbe essere cercare la luce nel lungo periodo, guardare avanti e reagire tutti all’unisono con razionalità. Personalmente stimo, per l’Italia la perdita del Prodotto Interno Lordo in un range che và da un minimo del 3,5 % ad un massimo dell’11,5%. Questa supposizione (concreta) si basa su un quadro ravvisabile per sommi capi circa l’evoluzione della crisi, dove il grado di incertezza dal unto di vista economico-finanziario è dato da un insieme vorticoso di fattori diversi tutti in continuo movimento. Basti pensare che la durata , ad oggi non ancora conosciuta come termine, del lockdown solo in Italia, Francia, Germania , Spagna ed USA è pari ad oltre il 33% del nostro fatturato export. A tutto ciò di riflesso , vi è il dato scioccante che analizzando il “tasso di sopravvivenza” delle imprese stimo per difetto (spero di sbagliarmi) che più del 30 % di esse potrà essere soggetta a default! La stessa ISTAT ha previsto che il 34% delle aziende italiane , se non ricapitalizzate nell’immediato (ovvero subito) rischiano il fallimento. A questo quadro và aggiunto il fatto che l’Italia , a differenza di altri paesi Europei, soffre di storici ed insormontabili problemi in attinenza al proprio debito pubblico.La Goldman Sach (ndr. società leader che opera a livello mondiale nell’investiment banking, nel trading di titoli e topo sector nella gestione degli investimenti) ha previsto un PIL /2020 per l’Europa a meno 9% e specificatamente per l’Italia a meno 11,6%, consequenzialmente in Europa occorrerebbe un iniezione di liquidità per 1500 miliardi di Euro pari al 10% del PIL/EU. Personalmente, da grande studioso ed appassionato del mercato finanziario ed economico americano, ritengo che ove il PIL USA  dovesse calare nel corso del 2° trimestre del 10%, l’impatto economico reale sarebbe pari al ad oltre 500 miliardi di dollari. Ciò è avvalorato dal fatto inconfutabile che ad oggi Wall Street ha già perso 10.000 miliardi di dollari di capitalizzazione. A ciò voglio porre l’attenzione del lettore sul fatto che le manovre monetarie messe in atto dalle Banche Centrali ammontano a  5.500 miliardi di dollari , pari al 10% del Prodotto Lordo Mondiale con l’aggiunta, oggi non ancora quantificabile con esattezza,, del valore monetario complessivo di tutte le politiche di agevolazioni fiscali globali. Tutto questo complesso di operazioni finanziarie, per dare un’idea oggettiva, corrisponde a più del doppio di tutte le manovre economiche approntate nel mondo dopo la crisi del 2008.Lo stato dell’arte creato dal coronavirus nell’economia e nella finanza mondiale rende bene l’idea dell’emotività ed in parte della depressione che stà caratterizzando gli investitori ed a cascata gli economisti, gli imprenditori , i singoli cittadini del mondo. In Italia la Confindustria delle quattro principali regioni del Nord , che rappresentano il 45 % del PIL Italiano, ha pronosticato che se non si riparte subito si rischia di spegnere il paese. Fine di tutto e di tutti noi, solo lacrime e sangue. Questo velocemente è il quadro economico attuale sia italiano che del mondo. Fino ad ora abbiamo parlato del “pane” , assioma di economia, lavoro , finanza, futuro , in poche parole di “vita”: semplice e normale vivere. Ora tocchiamo la parola “suicidio” contenuta nel titolo. Suicidio che non vuole dire solamente il fatto di togliersi deliberatamente la vita, ad esempio per la disperazione di aver perso tutto o di non avere più la capacità di dare da mangiare alla propria famiglia, ma bensì inteso anche nel fatto di avere visto suicidarsi i nostri ideali , le nostre certezze ed il nostro futuro. In questi giorni di immobilismo obbligato , molti si sono nascosti nel dormire, nel cercare di non pensare e dimenticare o come si dice del “non essere”: sono gli istanti di vita in cui l’uomo sente di avere incrociato il proprio destino così inatteso quanto inaspettato. Quanto di noi in questo momento  che casualmente (…forse?…) combacia anche con la Pasqua hanno vissuto questi giorni come un “passaggio ” (ndr. significato di Pasqua in ebraico), dove anche Cristo vive la propria solitudine e disperazione ma riesce a trasformarla in un apertura alla speranza (ndr. Salmo 21). Vale soprattutto per i lavoratori, gli imprenditori, gli investitori ed anche tutti noi, persone comuni , che non riuscendo più a confidare sulle proprie forze si affidano a Dio, proprio come Gesù nelle sue ultime parole”… Padre nelle tue mani metto la mia vita…”. Oggi viviamo  la situazione , la sensazione fredda e dolorosa che non possiamo o riusciamo a cavarcela da soli : ci stà scivolando la vita come, sabbia tra le dita. Tutto ciò su cui abbiamo puntato di più noi stessi come amore , affetti, famiglia, carriera , le nostre aziende costruite in tanti anni di sacrifici, tutto ci scappa via. La vita così ci si mostra nella sua nuda fragilità: oggi siamo innanzicall’imponderabilità , siamo di fronte alla scelta  della vita: o ci si perde o ci si trova  una volta per sempre, trovando la forza di aprire quella porta che solo noi possiamo aprire. Si continua e si và avanti cercando di portare a compimento i sogni , oggi offuscati , della nostra esistenza futura. I veri imprenditori, anche nella difficoltà creata dal coronavirus, devono essere capaci di reagire, di ricevere l’aiuto che gli consenta di ripartire e dare una nuova vita e speranza anche agli altri, creando così il loro ideale imprenditoriale di bello, vero e concreto che possa risorgere facendo crescere l’economia e quindi tutto il sistema. Che questo momento Pasquale ci indichi la gioia di ricominciare, di rinnovare vita alla vita, co ciò che ognuno di noi sa creare e quindi dare.

Fabio Accinelli.