LA BREXIT PER GLI ITALIANI IN GRAN BRETAGNA

Niente di meglio che recarsi per lavoro  a Londra per capire come vivono  ed ancora di piu’come vivranno i nostri connazionali la Brexit. Agli incontri con professionisti locali, sia essi fiscalisti, avvocati , direttori di banche o managers di societa di advisor e finanziarie ho sovrapposto quanto contenuto e commentato  su vari quotidiani  economici anglosassoni ma soprattutto , volendo valutare le aspettative future dei nostri connazionali sia essi persone fisiche che giuridiche, ho letto anche  quanto riportato  sul  “ Londra Sera”, giornale storico degli Italiani in UK, meglio conosciuto  in loco come “ Il Pensiero Italiano”.   Si e’ trattato di un chiaro e senza mezzi  termini trionfo della Brexit.   I Conservatori hanno ottenuto la maggioranza nel Parlamento Britannico conquistando 365 seggi dei  650 disponibili.  Jeremy Corbin con i suoi Laburisti si e’ fermato a 203 , avendo perso seggi anche nelle loro, ante voto,  roccaforti storiche nell’Inghilterra centrale e settentrionale.   A questo punto Johnson dispone di un ampio margine parlamentare  che gli permette di approvare la “ Withdrawal Agreement Bill” , ovvero la legislazione necessaria per procedere con la hard Brexit il 31 Gennaio 2020 .  Un  “mandato forte” che certifichera’  l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea attraverso la gestione del periodo di transizione che si concludera’ il 31 Dicembre 2020.  Trattasi di una storica vittoria che permette di fatto al governo Johnson di rispettare la volonta’ popolare e democratica del paese, essendo oggi di fatto  accertato che la Brexit e’ divenuta una decisione incontestabile di tutto il popolo britannico, fatto questo  che ha messo in evidenza quanto   l’onda di nazionalismo abbia  travolto sia  la Scozia che l’Inghilterra.   Adesso  nella quotidianita’ di chi lavora, risiede , ha rapporti industriali o studia , cosa accadra’?   La primissima cosa da sapere e’ che diverra’ obbligatorio l’uso del passaporto e del visto elettronico .   Sara’ un sistema di visti elettronici , simile a quello  utilizzato  negli USA , lo strumento principale che si adottera’ nel Regno Unito  dopo la Brexit nei confronti di tutti i visitatori provenienti dai Paesi UE e del Commonwealth.   Il nuovo sistema si chiamera’ ETA ( Electronic Travel Authorisation) e permettera’ di rendere piu’ agevoli e veloci le verifiche alle frontiere con l’individuazione automatica ed immediata delle persone a rischio.  A cascata ci saranno altre nuove e piu’ complesse misure che verranno messe in campo , dopo il distacco dalla UE.    Saranno misure  che comprenderanno un nuovo sistema per il conteggio automatico ed analitico dei visitatori in entrata ed in uscita dal Regno Unito  e soprattutto lo stop immediato dall’uso delle carte di identita’ da parte dei cittadini comunitari per gli ingressi alla frontiere del Regno, con al loro posto l’uso esclusivo dei passaporti.  Si trattera’ di fatto della fine della liberta’ di  movimento per tutti i cittadini UE.   Alle frontiere britanniche , tra l’altro, saranno introdotte nuove misure che bloccheranno l’ingresso dei cittadini europei con precedenti penali.  Questo bailamme di novita’, obblighi, divieti e restrizioni causeranno ed avranno conseguenze immediate e importantissime per il turismo di massa, voce  attiva primaria  nell’ economia dell’isola, basti pensare  che per quasi cinquantanni tutti noi siamo stati  abituati ad entrare ed uscire da quel paese senza dover affrontare  lunghissime code alla dogana. La fine della libera circolazione delle persone causera’ quindi un danno grave e duraturo per l’economia britannica.  Il governo presieduto da  Jonhson mitighera’ queste problematiche attuando una politica sull’immigrazione orientata a livello globale sulla falsa riga dei consolidati modelli canadesi o australiani   Tutto cio’ senza pensare, perche’ di fatto ad ora non abbiamo ancora certezze , su quello che accadra’ per il transito delle merci da e per il Regno Unito.      Personalmente ritengo che, dopo qualche mese di necessario rodaggio per le nuove regole, leggi e problematiche varie, la Brexit sentenzierà una nuova fase storica per il Regno Unito, portando quest’ultimo a consolidare la sua posizione di “ ombelico del mondo” nel campo finanziario ed economico  a livello mondiale. La sua nuova struttura di “ Stato autonomo ,  liberale ed indipendente “ , permettera’ di fatto di accrescere  ancora di piu’ quel carattere di certezza nel diritto  e sicurezza , caratteristiche irrinunciabili per  chi lavora  con e nella finanza .  Verra’ esaltata cosi’ la  capacita’ ricettiva atta ad  accogliere e gestire i capitali finanziari in maniera ancor piu’ esclusiva di quello che accade oggi . Londra nel brevissimo tempo e cosi’ pure  tutto il Regno Unito nel suo insieme , torneranno ad essere l’eccellenza nella  finanza mondiale per banche, multinazioli e mercati borsistici-finanziari : di fatto , grazie al raggiugimento della  sua nuova autonomia strutturale e legale di Paese indipendente, si sostituira’ alla Montecarlo ed  alla Svizzera di un tempo. La promessa di Johnson e’ chiara. Trasformare il Regno Unito in un paradiso di deregolamentazione a tasse basse e cio’ soprattutto per il settore finanziario.  Vi saranno cambiamenti normativi che porteranno importanti evoluzioni  nelle regole del gioco , ad esempio, per le industrie di investimento ed  assicurative che oggi sono soggette ai quadri Mifid II e Solvency II  .  Il modus operandi e’ chiaro e delineato in ogni particolare perche’ il Regno Unito legifererà la questione regolandola legalmente in maniera tale da attrarre nuovi business dall’Europa e cosi’ pure dall’intera economia globale . Un bel passo in avanti davvero!

Fabio Accinelli