L ‘ INCLUSIONE FINANZIARIA

L ‘ INCLUSIONE FINANZIARIA

In un mondo sempre più tecnologico come l’odierno   l’inclusione finanziaria trova il suo “essere”  in quel complesso specifico di attività atte  a favorire l’accesso ai servizi bancari di quei soggetti e/o organizzazioni non ancora integrati nel sistema finanziario ordinario. Questo è accaduto anche nel 2022 ,  anno a dire poco complicato sia per l’industria che per le  famiglie  nello scenario  macroeconomico  sia Continentale che globale  e quindi lo sarà in via preponderante anche per il 2023.  Oggi il momento fotografa una congiuntura che si è cristallizzata a causa l’aumento dell’inflazione, del  panorama geopolitico, dei rialzi dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali arrivando a creare forti   timori per  un rallentamento della crescita economica che di fatto ha già portato gli investitori istituzionali , ma anche molti privati e retail verso un approccio “risk-off”. L’ex vice managing director del FMI Mitsuhiro Furusawa in un meeting di lavoro affermò che  :  “…l’inclusione finanziaria è il ponte che collega le opportunità economiche ai risultati…”. Non vi è dubbio come sia la finanza la linfa vitale dell’odierna economia.  Oggi  il sistema finanziario è a tutti gli effetti molto complicato, tecnico e interconnesso .  L’attualità è il modo/tempo in cui le economie avanzate riusciranno a trovare una via d’uscita ad un “mondo “ con bassa crescita ed alta inflazione , dove il  minimo comune denominatore era ed è più che mai il modo in cui funziona la finanza. In questo contesto l’inclusione finanziaria rimane uno dei principali problemi da affrontare per le grandi economie . Negli ultimi dieci anni la Banca Mondiale ha riscontrato l’accesso ai servizi finanziari   soprattutto grazie all’incremento dei conti online per 1,2 miliardi di persone che hanno portato a diminuire del 35% la popolazione priva di un profilo bancario. Tecnicamente siamo a riconoscere  l’inclusione finanziaria come la mancanza di un accesso universale a servizi finanziari forniti da istituzioni  globalmente riconosciute e solide . I dati odierni attestano però come rimangono ancora escluse miliardi di persone sia nei Paesi sviluppati che in via di sviluppo. A tale proposito è interessante porre l’attenzione come ad esempio negli USA, prima economia al mondo, poco meno della metà della popolazione rientra in questo conteggio e non riuscirà a riposizionarsi nel sistema finanziario neppure in un tempo prossimo , questo anche  a causa del recente picco inflazionistico nei prezzi energetici ,  dell’aumento vertiginoso dei tassi di interesse passivi e  dei beni di prima necessità.  Quindi si vede  come l’inclusione finanziaria sia di fatto focalizzata sul chiaro concetto di “libero” accesso per ogni singola persona al sistema finanziario ed oggi alla c.d. economia digitale. L’obiettivo finale per tutti deve essere quello in cui ci sia un mondo in cui le persone raggiungano un benessere finanziario riscontrabile attraverso un buon grado di resilienza attestabile da  una “quota-risparmi”  idonea ad affrontare gli imprevisti della vita .  Questa è a tutti gli effetti la porta di accesso verso una crescita più veloce e controllata soprattutto per le economie avanzate dove, non bisogna dimenticare , ad esempio nel contesto UE con un’inflazione che oggi segna un + 9,2% ,  le piccole e medie imprese rappresentano il 99% di tutte le aziende. Queste  basano il loro successo nell’elasticità di poter  pianificare proprio la loro finanza interna . In conclusione l’inclusione finanziaria è il modo ma anche il mezzo per costruire un mondo nuovo ed equo.