
05 Nov ITALIA-BEUXELLES: MODI E TEMPI DI UNA PROCEDURA D’ INFRAZIONE
Ha inizio, oggi, una settimana cruciale per l’Italia a Bruxelles. La riunione di oggi dell’Euro Gruppo sarà il banco di prova per un eventuale inizio di una procedura di infrazione per disavanzo eccessivo. Anche con la nota di aggiornamento del TEF, il Governo Conte ha mostrato alla U.E. l’intenzione di discostarsi da quanto previsto dall’ OMT (ndr obiettivo di medio termine). Il Governo, nel mese di Aprile, aveva per altro già presentato un programma di stabilità raccogliendo le raccomandazioni del Consiglio Europeo nel mese di Luglio. Tali indicazioni prevedevano una diminuzione strutturale del disavanzo dello 0,6 % , valore uguale ad una manovra, in deficit ,dello 0,8. Ecco che invece, la nuova nota di Governo, ha previsto un deficit al 2,4 , fatto che porterebbe ad una aumento del disavanzo strutturale dello 0,8 con differenziale tra a diminuzione raccomandata dalla U.E. e aumento ipotizzato dal Governo dell’1,4%. Sulla base di ciò , senza correzioni alcune, il primo passo della procedura di infrazione verrà avviato già entro la fine di novembre . I Ministri delle Finanze della zona Euro e quindi successivamente quelli dell’intera Unione, nella sede Ecofin, attiveranno una serrata discussione sui numeri della manovra italiana chiedendo immediati chiarimenti al Ministro dell’Economia Giovanni Tria, il quale, si troverà solo nel tentativo di difendere , documentalmente, le ragioni del Governo Giallo/Verde. Dall’altro lato, il giorno 6 c.m. ,la Legge di Bilancio inizierà formalmente il suo iter alla camera scadenziando il via libera definitivo entro fine anno. Si prospettano attriti per la maggioranza, oltre che nel dibattito parlamentare con l’opposizione , anche in seno allo stesso Governo tra i due Partner di maggioranza. Problemi sorgeranno per il reddito di cittadinanza oltre che per la riforma della prescrizione penale. In tutto questo bailamme di teorie economiche , loro applicabilità e risultati previsti e/o prevedibili e/o attesi , è interessante fare riferimento brevemente ad alcuni punti centrali delle teorie del grande economista italiano Franco Modigliani . La teoria economica era sempre alla ricerca della coerenza interna al problema , unita alla comprensione delle concrete risoluzioni possibili , tanto che doveva risultare utile alle scelte politiche , economiche e finanziarie di un governo. Deve risultare ed esistere un nesso ambivalente tra la teoria, i dati suggeriti dalla stessa ed i consequenziali interventi di politica economica. A differenza della scuola inglese di Cambridge, i quali economisti si basavano solamente sulla “pura teoria”, Modigliani chiedeva alla stessa che, poi nella realtà attuativa ,i dati reali la supportassero. Nel caso odierno analizzando la politica di bilancio del governo Giallo/Verde forse Modigliani avrebbe ritenuto la stessa da un lato di buon senso perché è una manovra finanziaria con spiccato carattere espansivo , dall’altra parte , però avrebbe riscontrato un nodo indissolubile ove la manovra proposta va a cancellare, in parte, la riforma pensionistica datata 2011: ciò perché le pensioni, per Modigliani, avrebbero dovuto corrispondere esattamente ai contributi versati con una equivalenza monetaria bilanciata; fatto questo non riscontrabile nella proposta odierna. Oggi come oggi, comunque, di fatto la nostra politica di bilancio è condizionata dall’adesione all’unione economica-monetaria, dove altri paesi possono decidere anche per il nostro danneggiandoci, però dove l’Italia stessa , con sue scelte avventate può di fatto danneggiare loro. E’ il cane che si morde la coda , perché tutti sono con le mani legate nella consapevolezza che partecipare all’avventura dell’Euro può essere un vantaggio in un mondo sempre più instabile e con un economia sempre più globalizzata.
Fabio Accinelli