INVESTIMENTI: CORRELAZIONI TRA L’HELICOPER MONEY E LA REGOLA DEL 1.728,8$ ALL’ONCIA

Nel momento storico, economico, finanziario e sociale che stiamo vivendo tutti, molti politici ed economisti vedono nell’Helicopter Money (HM) , la soluzione estrema della Banca Centrale come panacea a tutti i mali lasciati dal coronavirus all’economia di tutto il mondo. Questo dopo che l’economia itaiana era già in fase stagnante fin dal 2018, con un ulteriore rallentamento nel 2019. Ma non solo. A livello economico internazionale , quindi con ripercussioni forti anche per la nostra , il 2019 aveva già evidenziato un forte rallentamento dell’economia e dell’attività globale , tanto che secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale il tasso di crescita del PIL reale globale si era già fermato al 2,9 % livello più basso degli ultimi dieci anni. Dopo l’esplosione del virus tutto è precipitato , anzi letteralmente crollato. Ecco allora che tra le tante strade ipotizzate dai vari Governi è ritornata in auge la possibilità dell’applicazione del HM . Espressione provocatoria lanciata dall’economista Milton Friedman, padre del “monetarismo”, nel 1969 mentre si svolgeva un simposio tra economisti e politici. Questo assioma si basa su quali siano i meccanismi tecnici idonei al trasferimento di denaro dallo Stato all’economia reale in modo tale da poter far aumentare il tasso dell’inflazione. Lo stesso concetto (teoria ) alquanto pleonastica, fu poi ripresa nel 2002 da Ben Bernanke poco prima della sua nomina a presidente della FED . La fase di profonda crisi che stiamo oggi vivendo causa la pandemia , ha dilatato in maniera esponenziale il fatto che le politiche monetarie fin qui attuate, sia nella forma , convenzionale che non convenzionale, stiano risultando alquanto inefficaci. Ad oggi la BCE si è dimostrata restia ad applicare questa soluzione, tanto che si è rivolta verso altre forme di aiuto urgenti , quali un aumento importante del Quantitative Easing ed altresì , momentaneamente, ha notevolmente allentato i controlli di vigilanza sugli istituti di credito europei. Ma non basta. A gran voce sempre più membri della UE invocano l’HM. Ma di cosa si tratta nella realtà economica applicata? Di fatto è una politica monetaria (ad oggi mai attuata), ipotizzata come ultima ratio per cercare di rilanciare un’economia al collasso. Nel modus di applicazione vede un’ importante quantità di soldi che verrebbero erogati, a fondo perduto, dalla BCE (ma potrebbero essere anche la FED USA e/o altri enti similari) in maniera diretta a tutti i cittadini . In questo momento post pandemia , di forte crisi economica ma anche sociale, tutti noi percepiamo “ fisicamente” una drastica perdita di valore della carta moneta. A ciò si aggiunga il fatto che si vedono i mercati in forte tensione e comunque sempre negativi e , come accennato prima , il paventarsi dell’ipotesi (concreta?) dell’applicazione dell’HM. Oggi viviamo , come investitori un panorama finanziario nel quale i mercati potrebbero di fatto essere nazionalizzati (ultima ratio) nella compagine sociale di quotate, il tutto andando ad inficiare quell’indispensabile “mood” che è rappresentato dalla diversificazione e liberalità negli investimenti. In questo momento sentiaamo diminuire la percezione fisica del valore dei soldi che abbiamo in tasca. Il mercato è un0ottovolante con tassi negativi ed avvolto da un’insicurezza su dove e quanto investire. Ecco allora che l’oro con un valore di 1.700 $ l’oncia, ed un rialzo negli ultimi 20 anni superiore a qualunque altro tipo di investimento, appare come un porto sicuro, un bene rifugio che da gennaio è salito di oltre il 10 %, ai massimi dal 2012. Vi è un detto tra i migliori gestori di patrimoni del mondo che consigliano di acquistare oro e metalli preziosi e che oggi appare come un vero e proprio “cult”:… compralo e spera che non funzioni…”. Di fatto l’oro è tornato prepotentemente a brillare nel firmamento dei migliori investimenti. Fino al 1971 l’oro svolse la primaria funzione di garanzia a supporto delle diverse valute nel mondo. La carta moneta si espandeva sempre più come mezzo di pagamento , rimanendo però legata a doppio filo alla reale quantità di lingotti d’oro posseduta da ogni singolo Stato emittente e ciò secondo il principio della “convertibilità”, principio che metteva in evidenza quanto ci si fidasse solo del metallo prezioso. S i tratta di fatto di un’equazione: “oro risorsa primitiva, scarsa e che si trova in natura” contro “carta moneta, risorsa dalle potenzialità infinite governata direttamente dalla volontà dell’uomo”. Questa emissione continua di valuta, in base alla necessità di ogni singolo Stato emittente, ha però causato nel tempo cicli e crisi finanziarie con un forte aumento dell’indebitamento e relativi aumenti inflattivi. Anche le monete importanti quali Marco tedesco , Dollaro o Sterlina, hanno subito a più riprese forti svalutazioni. Basti pensare alla necessità dei vari Stati di stampare moneta per finanziare le guerre, come nel caso delle due Guerre Mondiali o specificatamente il caso degli USA nella guerra del Vietnam, il tutto con indebitamenti mostruosi. Quest’ultimo fù un passaggio epocale per la politica, per l’economia e quindi la finanza. Cadeva l’anno 1971 quando il Presidente USA , Nixon, decretò di fatto la fine della convertibilità dell’oro ed il passaggio al dollaro come riserva valutaria. L’ex-Presidente decretò la disdetta dall’accordo di Bretton Woods (ndr: l’insieme di regole attinenti le relazioni commerciali e finanziarie internazionali tra i principali paesi industrializzati del mondo occidentale) che stava a significare la fine dell’ro come garanzia tangibile di sostegno ad una certa valuta, rivolgendo la sua funzione a semplice bene prezioso commerciale. Ma tale situazione durò molto poco, solamente per nove anni! A tale proposito fa parte della storia giornalistica, ma anche finanziaria, il titolo di un numero del Times del 1980 che in copertina a grandi lettere titolava: “ingot we trust !” (“Abbiamo fede nel lingotto d’oro!”). Temporalmente il prezzo dell’oro segnò a causa dell’inflazione un forte rialzo negli anni 70. A seguire un lungo ciclo negativo durato fino al 2001, dove vide il suo prezzo fluttuare da un oltre 800$ ad un 252$ l’oncia, minimo storico segnato appunto nel 2001-, questi valori al ribasso accaddero durante la grande crisi della Borsa USA del 2000-2002, anche a causa della politica economico-monetaria di creazione di nuova moneta posta in essere da Greenspan. Successivamente nel periodo 2008-2009 con Bernanke l’oro piano piano si ritaglia sempre più la propria posizione nei panieri degli investitori e gestori mondiali, i quali iniziarono a capire che non si poteva creare moneta a piacimento senza per contro avere un bene tangibile a supporto e garanzia . E chi meglio dell’oro poteva supportare il valore di una moneta di uno Stato e quindi del proprio mercato finanziario? Da quel momento in poi è stato un susseguirsi di successi ed aumenti del proprio valore , ancora oggi dal 1 gennaio al 22 giugno 2020 l’oro è cresciuto del 10%: massimo storico dal 2012. Concludendo appare giusto, per evidenziare cosa in effetti è e sarà l’oro sia per i comuni cittadini che per gli investitori oggi e così pure in un futuro prossimo , attingere ad una frase storica del 1928 ed oggi più che mai attuale scritta dal premio Nobel per la letteratura del 1925, l’irlandese George Bernard Shaw: “…you must choose whether to trust the stability of gold or the members of the government. With due respect for these gentlemen, i choose as long as capitalism lives, i choose gold!…”

Fabio Accinelli