INFLAZIONE E RECESSIONE TECNICA

INFLAZIONE E RECESSIONE TECNICA

Chi pensava che dopo la pandemia si sarebbe potuto ricominciare a vivere è rimasto basito di fronte all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia il 24 febbraio. L’incubo è alle porte dell’Europa ed anche questa volta, come per il Covid 19,  senza certezze sul come e quando potrà mai finire  questa nuova tragedia : un altro shock mondiale!  Così l’inflazione è ripartita  “alla grande” con una frenata immediata sui consumi  a causa dell’aumento più che proporzionale dei prezzi, a sospingerli  ora è l’ imprevista  irreperibilità delle materie prime e semilavorati prima importati da Russia ed Ucraina.  L’inflazione in questo tragico momento storico, che peraltro dura già da oltre due anni , è causata da tre fattori diversi ma intercomunicanti tra loro:  la pandemia, il gas e la guerra. E’ del 7,5% il tasso di inflazione annuo  registrato al mese di marzo nell’area euro secondo Eurostat.  A causa della pandemia la caduta del prodotto interno lordo raggiunse nel primo trimestre 2020 un picco negativo pari a meno 18%. L’Italia insieme a tutti i paesi europei adottarono immediatamente una politica espansiva senza precedenti nella storia dell’unione con un aumento di oltre il 10% della massa di moneta in circolazione. Risultato dei provvedimenti applicati dal governo italiano fu un incremento del debito pubblico che passò dal 138% al 160% del Pil. Furono provvedimenti a “pioggia” mentre sarebbero occorsi, come peraltro occorrerebbero più che mai anche oggi , vere riforme e non solo  provvedimenti forzosi. Una grande parte della massa monetaria immessa nel mercato restò non impiegata, con una reazione immediata all’aumento dei prezzi. La Bce sta intervenendo con una manovra di “asciugatura” della massa monetaria a stabilizzazione del sistema, fatto questo però che non ha bloccato l’aumento costante dei prezzi e quindi l’incremento inflattivo. Il risultato di oggi portato dalla guerra è che sulla preesistente inflazione da domanda , che come detto la Bce cerca di tenere  sotto controllo con una riduzione costante delle massa monetaria, da oltre un mese a questa parte si sta  sommando la nuova inflazione generata da costo dell’energia. Ritengo assolutamente pura  “fantasia”  il fatto che la Bce possa ritenere raggiungibile l’obiettivo di una inflazione programmata per il 2024 al 2% . Basti pensare innanzi tutto che non sarà più attuabile,perché impossibile, ricorrere ad uno “shock monetario” come nel 2020 e quindi anche se l’indebolimento sulla crescita causato dalla guerra porterà ad una diminuzione della pressione sui prezzi e quindi  sull’inflazione , le problematiche economico-finanziarie future , ad oggi neppure ipotizzabili per tempi e costi sopportati e sopportandi  causa il conflitto, non potrà che allungare il raggiungimento dell’obiettivo auspicato del 2% di alcuni anni (?)  e questo almeno rispetto al 2024 ipotizzato dalla Bce. A tutto questo si sommerà una crescita stentata che renderà deboli ed ingestibili  i vari governi nazionali e quindi anche il governo di Bruxelles in sede UE, impedendo così il ricorso a vere  e proprie riforme e non più  solamente palliativi momentanei come  i già visti provvedimenti forzosi. Non bisogna nascondersi dal fatto che oggi ci si ritrovi, causa fattori esterni al sistema economico ( il conflitto russo-ucraino)  , in uno stato reale di recessione tecnica. Ripeto che ove non venissero affrontate  ,nel breve periodo , vere e forti riforme strutturali, ci ritroveremmo con una contrazione del tasso di crescita della produzione, un aumento della disoccupazione ed una diminuzione dei tassi di interesse. Insomma forse è l’occasione per rileggere quanto scriveva  Charles R.Swindoll: “…la vita è 10% quello che ti succede e 90% come reagisci…”. Oggi non ci sono più alternative per nessuno: bisogna solo reagire!