IMPRESE ITALIA

IMPRESE ITALIA

Con la pandemia  il mondo imprenditoriale  e  del lavoro è cambiato.  Secondo l’ultimo report “Future of Jobs” del World Economic Forum , circa 85 milioni di posti di lavoro scompariranno nei prossimi 5 anni a causa della pandemia ma anche dell’incremento nei processi di automazione. Per contro la necessità di fare fronte a questa nuova divisione del lavoro tra umani, macchine ed algoritmi produrrà circa 97 milioni di nuovi impieghi con la necessità di lavorare sulla qualità delle persone in azienda. Ecco allora l’ improrogabile  “obbligo”   per le imprese anche italiane di adattarsi a queste nuove necessità.  Interessante quindi “fotografare” a livello economico-finanziario con che basi e con quali strutture aziendali l’Italia si proponga al nuovo mondo imprenditoriale  e del lavoro. Esistono requisiti  chiari e ben definiti dall’Unione Europea  per vedere  la categoria di appartenenza di una certa azienda, essi  sono : dipendenti, fatturato ed attivo di bilancio. Le PMI  oggi in Italia   sono  circa 149.000. Di queste quasi 124.000 sono piccole imprese e circa 25.000 sono aziende medie. Le PMI rappresentano ben il 24% delle imprese che hanno  depositato un bilancio giuridicamente e fiscalmente valido per tempi e modalità ed occupano oltre 4 milioni di addetti , di cui 2,2 milioni lavorano in aziende piccole e 1,9 milioni in aziende di medie dimensioni. Le quasi 149.000 PMI hanno prodotto un giro d’ affari di oltre 886 miliardi di euro con un valore aggiunto di 212 miliardi pari al 12,6% del PIL nazionale.  L’Italia  poi è il paese delle micro aziende , oggi costituiscono uno degli assi  portanti della nostra economia. Nonostante la pandemia le abbia colpite duramente , mantengono sempre un peso occupazionale di primo piano nel Paese.  Esse  vengono  misurate dal numero di addetti che vengono impiegati , in questa categoria rientrano le attività imprenditoriali da 0 a 9  addetti ed in Italia prima del Covid erano oltre 4,2 milioni di unità pari al 95% del numero totale . Danno lavoro ad oltre 7,6 milioni di unità ( 44,5% del totale forza lavoro). Per capire l’importanza sul nostro territorio occorre rammentare che invece le grandi imprese impiegano 3,8 Milioni di addetti.  In Italia le micro e piccole imprese con meno di 50 addetti rappresentano l’asse portante del “ sistema di PMI” . Solo nelle  micro imprese si contano 1,5 milioni di occupati in più rispetto alle aziende medio-grandi. E non solo! Ove mettessimo a confronto gli addetti  assunti dalle medie-grandi imprese pari a 6 milioni con quelli delle micro pari a 7,5 milioni potremmo subito notare come nelle micro lavorano 1,5 milioni di persone in più.  Le piccole aziende sono una delle fortune d’Italia. Catalizzano e sprigionano l’energia e la creatività di persone ed intere famiglie che fondano aziende ed in esse fanno confluire il “ loro tutto”, espresso in denaro, patrimonio personale, tempo, talento , passione e tanta fatica.  Ecco allora nascere nel post-pandemia  tramite l’autorizzazione di Bankitalia  i  “Fondi di investimento alternativi (FIA)” che saranno proposti ad investitori professionali di diritto come fondi di “ direct lending “e  che potranno così accedere in questo modo ai nuovi strumenti a supporto dell’economia reale . Praticamente funzionano con le seguenti modalità tecnico – giuridiche : 1) costituzione di una new-co fintech company ;  2) obiettivo dichiarato quello di concedere direttamente finanziamenti alle PMI italiane;  3) tramite operazioni   di  fundraising  si provvede alla raccolta del fondo;  4) la disponibilità  verrà  indirizzata verso finanziamenti a medio termine ( 60/72 mesi ) da concedere alle PMI italiane;  5) Processi operativi sono tre e tutti digitali : deposito domanda  di fido, istruttoria e concessione fido. Dopo la lunga parentesi pandemica quello che manca alle imprese è il “tempo”,nasce allora la necessità di fornire risposte esaustive nel più breve tempo possibile con la consequenziale erogazione del finanziamento in pochi giorni  senza richiesta  al richiedente di garanzie aggiuntive. Ci si dovrà orientare su una selezione attenta delle PMI richiedenti e ciò sulla base di una serie di requisiti di natura sia dimensionale sia prettamente qualitativa.   Vi saranno diversi “tagli” nei finanziamenti che dipenderanno, come detto,   dalle reali dimensioni dell’impresa . I principali fondi atti a questa particolare tipologia di finanziamento seguiranno  operazioni comprese tra i 200 ed i 900 mila euro erogati, per finanziare PMI con fatturato compreso tra i 4 ed i 30 milioni.  Il finanziamento risulterà eleggibile per l’accesso diretto alla garanzia pubblica del fondo centrale. Tale garanzia dello Stato permetterà di abbattere il rischio insito in un finanziamento sia per chi finanzia le PMI sia per chi investe nei fondi. Coprirà una quota molto rilevante del fondo pari all’ 80 % rendendo così il profilo “ rischio-rendimento” interessante  per gli investitori.