IL CALCIO ITALIANO PRESO A PALLONATE DAI DEBITI

Fabio Accinelli

IL CALCIO ITALIANO PRESO A PALLONATE DAI DEBITI

Ma nessuno si è  mai chiesto perché Inter, Milan e Juventus avevano aderito  all’idea della  Super Lega , la nuova competizione europea?  Semplice. Il perché  poggia sul fatto che esiste una situazione  economica altamente precaria dei top clubs italiani e questa collegata alla suddivisione dei fondi in serie A.  Insomma  è  un problema economico-finanziario da “profondo rosso”.  Le società di calcio sono da sempre macchine perfette  atte alla creazione di deficit mostruosi. Tramite la creazione del Financial Fair Play Uefa si è cercato di imporre alle Società Calcistiche Professionistiche e quindi tra esse alcune anche quotate in borsa la ricerca di un “modello sostenibile” che generi con l’applicazione di modelli economici e finanziari sostenibili ed  una oculata gestione imprenditoriale margini attivi al proprio fatturato.  Fatto imprescindibile  nel nostro paese è  che le “grandi” del calcio italiano non si sono mai distinte nella loro gestione finanziaria, volendo  da sempre tentare di sfidare le vere potenze  del calcio  europeo  senza averne però le basi reali economiche minime per farlo.  Il “crash” finale è  stata la pandemia che si è sommata al già ingestibile indebitamento precedente. Guardiamo  ora i numeri  noti e certificati.  Nella stagione 19/20 la Serie A ha  fatto segnare ,  per un fatturato di 2,2 miliardi con una perdita di 754 milioni. Complessivamente il campionato italiano oggi tocca i 2,8 miliardi di debiti, 300 milioni in più rispetto all’anno precedente  e  di questo  importo il 45% ( 1,2 miliardi) è di pertinenza di  sole tre squadre: Inter  con 630 milioni, Milan con 152 milioni  e Juventus, l’unica quotata delle tre, con 460 milioni.  Ecco allora da dove era partita l’idea dei tre presidenti di unirsi alla Super Lega , soluzione che avrebbe potuto  raddrizzare i loro bilanci senza però dover rinunciare a competere per i trofei UEFA più prestigiosi e quindi ricchi.  Quanti sono i soldi che girano in seno alla Serie A e come vengono suddivisi?  La voce di bilancio “ cessione dei diritti televisivi” è quella che incide maggiormente  nei conti e le “tre sorelle” del calcio italiano sono quelle che ,analizzando i numeri dell’ultimo triennio  ,  sono state maggiormente favorite. Il criterio di applicazione della suddivisione economica dei proventi derivanti dai broadcaster  applicata dalla Lega  Calcio Serie A  segue un ordine rigoroso quanto preciso e scientifico. Il 50% del totale ricevuto viene  suddiviso in parti uguali tra  tutte le squadre del campionato, il 20% in base al bacino certificato dei tifosi, il 5% in base alla storia sportiva di ogni singolo club, il 10% in base ai risultati ottenuti nelle ultime 5 stagioni ed il 15% in base ai risultati ottenuti nell’ultimo anno. Facendo velocemente quattro conti la Juventus  , che ha vinto il campionato negli ultimi nove anni,  ha  ricevuto una somma di quasi tre volte superiore a quella incassata  ad esempio dalle squadre neopromosse.  Per i prossimi tre anni ( 2021/2024) l’assemblea dei club ha dato parere favorevole all’offerta di OTT DAZN per una cifra di circa 840 milioni di euro . ( ndr: il 30% in meno  però rispetto ai 1150 milioni a stagione che Sky aveva versato per il periodo 2018/2021). Ecco allora tornare  alla “cotta” per la Super Lega   avuta dei   presidenti delle “ tre sorelle” i quali avrebbero potuto contare su un ingresso  di liquidità immediata portata da un ticket annuale minimo garantito pari a  350 milioni a squadra partecipante , importo da aggiungere agli incassi  già prima indicati : insomma un tavolo dove sedersi a mangiare lasciando poco più che le briciole a chi, a quel tavolo, non era  stato invitato.