I DUE NODI DELL’EUROPA

Tra cene improvvise ed improbabili, come quella tra il Premier Conte, il Ministro dell’Economia Tria ,il Presidente della Commissione UE Jean-Claude Juncker ed il vertice straordinario di Bruxelles, che ha visto la May ottenere l’approvazione della bozza definitiva degli accordi dell’uscita del Regno Unito dall’Europa , la UE si trova a dover combattere due sfide di importanza primaria per la stessa sopravvivenza della  Comunità Europea. La famosa cena si è tenuta al 13° piano del palazzo Berlaymont , sede della Commissione Europea ed avrebbe dovuto servire per tentare di evitare, l’ormai imminente procedura di infrazione . Sicuramente si è trattato di un incontro molto teso anche perché, al di là del tavolo, oltre a Juncker c’erano due tra i più fermi oppositori al programma economico del Governo italiano, i responsabili dell’Economia Europea Moscovici e Dombrovskis . Alla fine è aleggiata un’ idea , ovvero quella per il Governo italiano di ottenere più tempo da Bruxelles , almeno fino alle prossime europee, per poter ritoccare la manovra in Parlamento e così evitare, all’ultimo secondo, una procedura di infrazione. Il tutto deve avere funzionato, visto che il giorno dopo lo stesso Salvini ha formalmente aperto uno spiraglio sul 2,4 % del rapporto deficit/PIL : ovvero sul fatto che  il 2,2 % (almeno) potrebbe essere un’ idea ed un compromesso. Nella giornata odierna infatti, vi sarà un vertice tra i Ministri Di Maio, Tria , Salvini e Conte , ciò anche sulla base di un sostegno  informale, dato da Angela Merkel e Emmanuel Macron a Conte, sulla manovra italiana con un tasso deficit/PIL ritoccato a ribasso. Quasi contemporaneamente, a  tre anni di distanza dall’European Union Referendum Act ,che di fatto aprì la strada alla consultazione popolare in Gran Bretagna (accaduta il 23 giugno 2016 con una maggioranza di cittadini britannici favorevoli all’uscita dell’Europa pari al 51,89%), la UE ha approvato, con un vertice straordinario a Bruxelles, l’intesa sulla Brexit e quindi l’avvio formale e formalizzato con un primo scritto dei negoziati tra UE  e Regno Unito. In via pragmatica eccone i punti cardine: 1)di fatto la Brexit partirà il 29 marzo 2019; 2) sino al 31 dicembre 2020 resterà l’attuale stato nei rapporti tra UE e Gran Bretagna ; 3) la Gran Bretagna non avrà più potere decisionale a livello comunitario dal 29 marzo 2019 ; 4) persone fisiche: uno dei grandi nodi della Brexit, vi sarà  il fatto che i 3 milioni di cittadini UE residenti nel Regno Unito e il milione di britannici residenti nei vari paesi della UE, continueranno a godere dei diritti sociali, di lavoro e di studio anche dopo lo scatto della Brexit esattamente come oggi; 5) fatto importante è che lo stesso trattamento per le persone fisiche, di cui al precedente punto 4), sarà ottenuto da chi si trasferirà da o per la Gran Bretagna dalla UE durante tutto il periodo di transizione e quindi fino al 31 dicembre 2020; 6) il divorzio da Bruxelles costerà ai cittadini anglosassoni almeno 45 miliardi di euro ;7) l’ultimo grande nodo risolto è quello che vede la creazione di un “confine fluido” tra Irlanda ed Irlanda del Nord con provvedimenti e regole doganali specifiche per Belfast rispetto al resto della Gran Bretagna . Ora la palla ritorna a Londra. Nei primi giorni di dicembre il governo Inglese pubblicherà il suo “libro bianco sull’immigrazione”, documento atto a dimostrare l’efficacia dell’accordo appena sottoscritto in tema di controllo delle frontiere e dell’immigrazione, questo uno dei punti più sentiti per il popolo anglosassone. Tra i giorni 10/11 dicembre vi sarà quindi il voto del Parlamento Inglese. Ove la votazione  , decretasse la bocciatura dell’accordo, ciò porterebbe alle dimissioni della Premier May con  la nascita  di due prospettive: a)  elezioni anticipate; b) fissazione della data per un secondo referendum. Personalmente ,ritengo che il lavoro posto in essere dalla May , su mandato popolare, dopo l’esito del referendum, sia il migliore possibile. Il Regno Unito riprenderà il pieno controllo dei propri confini e delle proprie risorse, proteggendo così l’integrità nazionale (forte “must” per i cittadini anglosassoni) e così pure rafforzamento per i posti di lavoro. Di fatto vi sarebbe sempre una partnership economica e finanziaria molto forte con l’Europa, il collante di tutto poi è la clausola specifica di cooperazione sulla sicurezza .

Fabio Accinelli