
16 Mag GIULIO ANDREOTTI : IL PRIMO EUROPEISTA
Dieci anni fa ( 16 maggio 2013) moriva un europeista convinto , conservatore e cattolico , discepolo di Alcide De Gasperi . Di sicuro , nel bene e nel male, la figura più iconica, di spicco e indiscussa della prima Repubblica . Per sette volte fu Presidente del Consiglio e decine di volte Ministro per vari dicasteri in altrettanti Governi , soprattutto quelli degli Interni , delle Finanze e degli Esteri . Ancora oggi, pur essendo stato un personaggio pubblico divisivo nel panorama politico, economico e finanziario nazionale , potrebbe essere ancora molto attrattivo nei rapporti internazionali grazie alle sue indiscusse capacità politiche. Bisogna rammentare come durante le tensioni internazionali negli anni della Guerra Fredda , oggi peraltro rivissute con la guerra russo-ucraina e/o i rapporti tesissimi tra USA e Cina, Andreotti sedesse con pieno titolo tra i potenti del mondo in quel tempo quali Regan e la Thatcher , rivestendo la figura preminente dell’ “ oscuro mediatore” che poi tanto oscuro non era. Fu la persona che aprì di fatto le porte dell’ Occidente alla Cina in un famosissimo viaggio nel Paese del Dragone con il Governo Craxi nel 1986, dove di fatto fu il tessitore di un accordo previlegiato che poi, nella sostanza e nella base con i dovuti aggiustamenti temporali dura ancora oggi. Storica la sua frase feticcio “.. il potere logora chi non ce l’ha.. ” pronunciata nel 1951 durante un acceso dibattito parlamentare a difesa del suo mentore Alcide De Gasperi. Questa iconica frase o forse meglio questo suo ” concetto guida” di tutta una carriera non è un suo “ parto “ di realismo politico, bensì fu da lui presa in prestito, essendo stata coniata nel 1800 da Charles Maurice de Talleyrand ( 1754 – 1838 ), principe di Benevento , principe duca di Talleyrand e pari di Francia , dove aveva anche rivestito il ruolo di politico, diplomatico , vescovo ; non ultimo fu fidato ed ascoltato consigliere di Napoleone. Spesso , nella sua carriera, il pensiero di Andreotti fu paragonato a quello di Niccolò Macchiavelli perché anche per Andreotti il titolare di una carica politica e di Governo doveva sempre agire a garanzia della stabilità e per la sicurezza dello Stato. In questo contesto per entrambi , con le giuste diversità dovute al secolo in cui hanno agito, la politica doveva prescindere da tutte le implicazioni sia esse religiose che economiche estranee alla politica in senso stretto , attenendosi sempre e solamente alla c.d. “ verità effettuale “ della cosa. La visione del mondo per certi versi e sempre tenendo conto del secolo cui hanno operato i due statisti , era paragonabile tra le due figure : per entrambi il mondo era popolato da malvagi e quindi anche il politico stesso doveva essere pragmatico e fermo se voleva mantenere l’ordine e il potere. Andreotti rifletteva la sua personale capacità mediatica ritrovandola poi nei risultati politici ed economico – finanziari ottenuti negli anni in cui è stato primo attore per vari Governi . Ha fallito solo nel tentativo di raggiungere la Presidenza della Repubblica nel 1992 . Dal 1991 è stato Senatore a vita. Generalmente , da grande tessitore e mediatore quale era preferiva la sobrietà e l’educazione al “ tono alto e sguaiato “ della voce politica, utilizzando quella ironia tutta romana affilata e sussurrata a labbra socchiuse. Ancora oggi nel mondo mediatico sono di uso frequentemente alcune delle sue frasi celebri quali “…Meglio tirare a campare che tirare le cuoia..” , “..I panni sporchi si lavano in Famiglia..” , “..A pensare male si fa peccato ma ci s’azzecca..”. Per chi volesse capire appieno l’uomo, lo statista ed il politico suggerisco di rileggere con molta attenzione l’intervista-scontro che ebbe nel 1974 con Oriana Fallaci , sicuramente si riconosceranno molti dei pensieri , delle citazioni e dei convincimenti dei politici moderni …. e non solo nazionali ! Una sua citazione , anche questa ripresa da Talleyrand , che ancora oggi riveste una certa aurea di verità è : “…per avere successo nel mondo è molto più necessario possedere l’acume per scoprire chi è uno sciocco che per scoprire chi è una brava persona..”.