Gruppo Ilva

GRUPPO ILVA S.P.A.: ASSEGNATO AD AM INVESTCO ITALY

Con la firma del Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda è stata sancita, in via definitiva, l’assegnazione della Ilva Spa al gruppo Am Investco Ital, composto dalla joint-venture del colosso franco-indiano ArcelorMittal (ArcelorMittal Italy Holding 51% – ArcelorMittal 34%) ed il Gruppo Marcegaglia (Marcegaglia Carbon Steel 15%); cordata sostenuta e stimolata da Banca Intesa San Paolo.

Il decreto in oggetto ha sancito, di fatto, l’autorizzazione ai commissari del gruppo Ilva, in amministrazione straordinaria, a procedere all’aggiudicazione di tutti i complessi aziendali all’assegnatario e ad aprire immediatamente la fase negoziale atta giuridicamente a porre in essere eventuali miglioramenti economici all’offerta vincolante, oggi vincente, il tutto come previsto dal bando di procedura di gara.

La bontà della acquisizione del gruppo Ilva S.p.a. da parte di ArcelorMittal è che, il punto focale di tali miglioramenti socio-economici-finanziari, sarà incentrato sulla tutela occupazionale con l’impiego, di circa 10.000 unità lavorative per l’intero periodo di riferimento del piano industriale vincente.

Tutti i lavoratori diveranno così dipendenti della “nuova Ilva”, evitando di restare nella cosi detta “ bad company” (Gruppo Ilva Spa in amministrazione straordinaria), che per altro cesserà di esistere entro il 2023. Bisogna porre l’evidenza sulla problematica della sede di Cornigliano, ove ormai si fa sempre più pressante la necessità di un tavolo di trattative “romano” che acclari e riconfermi , in via definitiva, l’accordo di programma dello stabilimento genovese che andrebbe ad inficiare il futuro di 1.500 lavoratori di cui 380 in cassa di integrazione.

Le linee guida della Am Investco Italy evidenziano che la Am Investco Italy porterà nelle casse dell’acquisita un versamento cash di 1.8 miliardi di Euro, garantendo così che gli alti forni attivi in questo momento abbiano una produzione di 6 milioni di tonnellate, aumentabili a 10 milioni entro il 2023. A questo progetto industriale corrisponderà però un taglio occupazionale di 4800 posti rispetto ad oggi, seguendo a 9400 occupati entro il 2018, per poi scendere nei 6 anni seguenti ad un numero fisso di 8400 occupati.

Il tutto farà si che la Am Investco Italy sfiorerà una produzione totale pari al 40% delle quote di mercato UE, innescando però, in questo modo, un “rischio di natura antitrust”. Ciò potrebbe costringere la società acquisenda a vendere alcuni dei suoi asset , dislocati in altri paesi europei, ma non in Italia, confermando così la bontà ed la ottimizzazione di questa soluzione per il nostro paese.

L’importanza di mantenere una si fatta produzione industriale in Italia oltre ad essere collegata, in linea prospettica, alle garanzie minime occupazionali suindicate, e agli incrementi produttivi anche per il terzo mercato imprenditoriale (per trasporti, stoccaggi, logistica ecc), è basata altresì sul fatto ambientale.

Am Investco ha previsto l’impiego privilegiato verso le nuove tecnologie industriali a bassa emissione di anidride carbonica, tecnologia ove spicca la cattura ed il riutilizzo del carbonio e la copertura dei parchi minerari, con investimenti in conto capitale dell’ordine di 1,15 miliardi di euro.

Anche sotto il profilo industriale si prevede un congruo investimento pari a 1,25 miliardi di euro da destinare alla ristrutturazione ed al rifacimento completo “dell’alto forno 5”: tale operazione sarà attuabile grazie a linee di credito, già concordate ad hoc, pari ad oltre 5 miliardi di euro. In un secondo tempo l’orientamento sarà quello di effettuare il rifacimento anche “dell’alto forno 2”, che comporterà un investimento economico di 115 milioni di euro, oltre che la riattivazione della linea di produzione “dei tubi”.

Stante quanto detto, solo il tempo potrà dimostrare e giudicare la bontà dell’operazione che si attuerà , anche se è ferma convinzione del sottoscritto che l’acquisizione del gruppo Ilva S.p.A. da parte di Am Investeco Italy, sia la soluzione ottimale per una situazione che, ormai da decenni, si è sempre più trascinata ed incancrenita.

di Fabio Accinelli

Pubblicato il 20.06.2017 su Business&Gentlemen