FRANCIA OSSERVATA SPECIALE

Sicuramente Luigi Di Maio, vicepremier e Ministro del Lavoro, non avrà il modo di “fare di un Lord” , ma definire le affermazioni dello stesso, sulla Francia, non sembrano essere proprio senza alcun motivo storico, ed oggi ancora attuali. E’ senza dubbio vero che uno dei tanti motivi per cui migliaia di disperati partono dall’Africa, sperando in una vita migliore , sia il fatto che alcuni paesi europei, con in testa senza dubbio alcuno la Francia, non abbiano mai smesso di colonizzare  e/o gestire, sotto traccia, anche con interposte persone di loro fiducia, molti degli stati africani. Poi il fatto che Di Maio abbia pubblicamente chiesto a Bruxelles di imporre pesanti sanzioni a Parigi ed altresì di portare questa situazione all’Onu è tutt’altra cosa. Fatto sta’ che basta vedere anche la valuta a cui aderiscono diversi paesi africani, la quale garantirebbe loro quanto meno una stabilità economica, ovvero il franco- africano (CFA) ed alla Francia, senza dubbio alcuno, un rapporto commerciale privilegiato e più che mai diretto  ai paesi che aderiscono di fatto a tale moneta . Ma c’è anche un rovescio della medaglia. E’ innegabile come questi paesi abbiano tratto un beneficio concreto da questo rapporto diretto ed interdipendente dalla  Francia. Nel merito il franco-africano rientra in un accordo stilato tra 14 paesi africani e la Francia diversi decenni fa , ma rimasto in vigore anche dopo la dichiarazione di indipendenza di queste colonie. Questo accordo non è un imposizione, bensì trattasi di una mera intesa che le parti sottoscrittici potrebbero tranquillamente recedere in qualsiasi momento . I governi africani coinvolti, quindi, se lo volessero, potrebbero uscire in qualsiasi momento da questo accordo per coniare ed utilizzare una loro moneta oppure utilizzare tra loro una valuta comune che non sia però più garantita dal tesoro francese. Il fatto poi che Parigi sia accusata con la sua politica di accentuare il dramma degli sbarchi è tutto da dimostrare . E’ documentale che, nel flusso totale di immigranti che partono dal continente africano per poi cercare di arrivare sulle coste europee, quelli provenienti da ex colonie francesi sono nella realtà una minima parte. Dai dati del Viminale si legge che un 22 % arrivano dalla Tunisia , un 14% dall’Eritrea, un 7% da Sudan, Iraq e Pakistan, seguono quindi la Costa d’Avorio con un 5 %  ed il Senegal . A puro titolo di cronaca si segnala che  dall’inizio dell’anno si sono avuti 155 sbarchi , nello stesso periodo dell’anno trascorso 2730. Per concludere le reazioni francesi sono state molto forti come la convocazione dell’Ambasciatrice italiana Castaldo a Parigi e l’intervento del Commissario agli Affari economici dell’Ue , Pierre Moscovici che ha dichiarato “… alcune dichiarazioni vengono fatte per uso nazionale , somigliano a provocazioni, perché il contenuto è vuoto o irresponsabile, per cui è preferibile evitare di cedere alle provocazioni…”. La “grandeur francaise “ non cambia mai.

 

Fabio Accinelli