FONDO SOVRANO UE: UN RAGGIO DI SOLE PER LE IMPRESE

E’ una notizia bomba , anzi è la notizia bomba! Finalmente il Fondo Sovrano dell’Unione Europea , con una liquidità di 100 miliardi di euro, è quasi una realtà. Soprattutto da un Paese come l’Italia dove gli investimenti provenienti da Fondi Sovrani Esteri , si sono bloccati da tempo. Dopo quello del Fondo TEMASEK di Singapore che ha investito in Stone Island, del Fondo AZERBAIJAN in Palazzo Turati di Milano, il BAHREIN in FZI , KOSFED in Moncler e senza dimenticare che se non ci fosse stato il Fondo del Quotar oggi non esisterebbe Milano Porta Nuova, attualissimo modello mondiale nell’immobiliare. In Italia da tempo i Fondi Sovrani hanno bloccato i loro investimenti a causa della scarsa attività strutturale del Paese, della mancanza di grandi imprese di un rischio congiunturale e politico che ( vedasi cosa accaduto per l’ennesima volta ad agosto) lascia gli investitori, e non solo loro, senza parole e lontani da un territorio che riflette all’estero una indefessa inaffidabilità economica e politica. Il Fondo UE farà parte della strategia delineata dalla nuova Commissione che sta prendendo in mano la guida economica e finanziaria dell’Europa, un’idea atta a sostenere le imprese nella competizione internazionale e sempre più globale. Bisogna porre l’attenzione su tre punti ben definiti di questo progetto che vuole avvicinare le imprese europee a quelle americane e cinesi , le quali hanno fatto delle dimensioni un asset vincente nel mondo.

PRIMO PUNTO: gli anni passati sotto la guida Draghi, sono stati contraddistinti da una energica e pronta azione della BCE che, a far data dalla crisi del 2011, non ha mai fatto mancare le risorse finanziarie indirizzate all’intero sistema economico-finanziario europeo. Risorse sia dirette che indirette, attivando così una forte riduzione dei tassi di interesse, peraltro ravvisabile anche nelle ultime settimane. In questo contesto, a livello di politica monetaria ,la BCE, di fatto, si è sostituita alla politica fiscale ed industriale. Il supporto fondamentale della BCE è stato quello di affiancare il sistema finanziario sostenendo così,nel suo complesso, anche il sistema economico. Il Fondo Sovrano Europeo ,dotato di ben 100 miliardi di euro, sarà di fatto un parallelismo tra il sistema finanziario e quello economico reale, con un sostegno fondamentale per le grandi imprese europee che vorranno confrontarsi in un mondo economico sempre più globalizzato. Si tratta in poche parole, di uno strumento di politica industriale che deve essere accolto per quello che è : un segnale forte di  supporto della crescita del tessuto economico della Comunità Europea.

SECONDO PUNTO: Bisogna concentrarsi bene sul ruolo che le imprese europee e consequenzialmente la UE vogliono e potranno avere su uno scenario globale . Esiste una competizione sia economica che politica che viene giocata  dagli USA e dalla Cina in chiave dimensionale delle proprie imprese. Non a caso innovazione, tecnologia, infrastrutture, trasporti, servizi finanziari, gestione politica collegata e finalizzata alla finanza ed economia, richiedono tutte una disponibilità di piattaforme specifiche capaci di raccogliere e ridistribuire  investimenti sempre più ingenti. Tutto si configura in economie di scala più veloci e modificabili in base alla richiesta mondiale, ciò con una capacità eclettica di raggiungere mercati diversi, sempre più lontani e globali . Vi sono Paesi come  Cina, Stati Uniti, Giappone ed in un crescendo sempre maggiore l’India, che fanno della dimensione e della specializzazione dei propri sistemi e ,quindi, delle proprie imprese interne, un fattore che di primo acchito implica un affermazione politica ma che ha come conseguenza immediata uno sviluppo economico che si riflette in una crescita costante della ricchezza dei propri cittadini. Oggi causa, in noi economisti, un senso di sgomento, ma non di stupore, il fatto che le aziende americane, cinesi e giapponesi occupano stabilmente ed in costante crescita i due terzi del fatturato globale , come si ritrova nella specifica classifica di “ Fortune 500”. E’ chiaro che la UE non poteva restare ancora a lungo indifferente a questi numeri ed ha dovuto iniziare a strutturare una risposta concreta con modalità e quantità economiche tali da incentivare crescita, aggregazione ed acquisizioni, così da mettere nelle condizioni le attuali imprese europee di raggiungere dimensioni economico-finanziarie idonee a  competere con le migliori imprese americane ed asiatiche. Il fondo sovrano UE che porta in dote 100 miliardi di euro , agendo da vero e proprio Fondo Sovrano potrà sostenere il  private equity, M&A e finanziamenti idonei alla crescita, con risorse finalmente adeguate per tale percorso. I Paesi già citati come Stati Uniti, Cina e così anche quelli asiatici a forte e costante crescita come ad esempio la Corea del Sud, hanno alle loro spalle una rete finanziaria che si basa sulla presenza di cospicui Fondi Sovrani e Fondi di Private Equity a sostegno diretto della crescita.

TERZO PUNTO: La  UE , alla partenza del Fondo Sovrano, dovrà mettere dei chiari paletti definendo e coniugando le diverse scelte di politiche industriali dei singoli Paesi membri. Si analizzeranno anche imprese di piccola e media dimensione, rispecchiando in esse un fattore di culla del Know how e del DNA più lungimirante in Europa ed in particolare riconducibili ad un Paese come l’Italia. Non va dimenticato che analizzando la lista pubblicata da  “Fortune 500” solo sei aziende italiane sono accreditate: ENI, ENEL, Generali, Intesa , Poste Italiane ed Unicredit. Fra esse solo le prime due sono nelle prime 100 posizioni. Come l’Europa, quale Istituzione che ha avuto tramite l’intervento speciale e straordinario della BCE la protezione del proprio sistema finanziario, così oggi le imprese europee per crescere e competere nel mondo globale, necessitano di un intervento di portata rilevante, tale da permettere loro di raggiungere dimensioni idonee a confrontarsi con i principali competitor mondiali. Tutto ciò implica  le  risorse necessarie per affrontare i momenti critici che possano andare dallo sviluppo dell’export , agli investimenti sull’estero,  alle acquisizioni e fusioni atte all’apertura al mercato internazionale dei capitali.

In conclusione , bisogna ora attendere gli sviluppi del Fondo Sovrano UE e di come la Commissione vorrà costruirlo. Verranno reclutati  manager con competenze provenienti dal mercato del private equity e dell’investment banking, con un alto profilo internazionale. Il Fondo dovrà diventare la “lectio inauguralis” affinchè tutti i Paesi dell’Unione possano indirizzarsi all’unisono in favore di una crescita comune e quindi non come  singolo Stato ma bensì come membri di un’ Unione che si confronta compatta nel mondo in favore e beneficio di tutti i cittadini.

 

 

Fabio Accinelli