FED: ALCHIMIA TRA TAPERING E TASSI

ACCINELLI FABIO

FED: ALCHIMIA TRA TAPERING E TASSI

Ben sappiamo del filo sottile che unisce il tapering alla Fed- Startmag ( Russia, Fed e Bce sono le entità che, ante guerra in Ucraina , facevano “ballare” i bond a livello globale). Oggi  nel momento preciso in cui i membri della Federal Reserve parlano di tapering , l’occhio  professionale cade  sui grafici tecnici  di  riferimento  e quindi sul  graduale rallentamento degli acquisti effettuati su assets di larga scala. Di primo acchito possiamo dire che aggiustamenti troppo precoci e/o aggressivi del  costo del denaro potrebbero mettere a rischio la crescita. Il Covid associato allo scoppio del conflitto Russo-Ucraino  rimangono il “market risk” in assoluto più contrastante e di difficile valutazione economico-finanziaria. Ecco che questo “clima” globale porta a vedere il 2022 come un anno di grandi cambiamenti sul fronte delle politiche monetarie  dopo un lungo periodo di stimoli fiscali e monetari : questo periodo è al capolinea. Il primo step , ante invasione russa, era  già iniziato negli USA con la stretta della Fed che, a gennaio 2022, aveva ridotto gli acquisti per 30 miliardi. La fase di risanamento economico ha messo i mercati e gli investitori a fare i conti con l’impatto della riduzione degli stimoli fiscali .L’odierno contesto inflazionistico  è causato  da tre motivi : le riaperture generalizzate, i problemi esistenti lungo le catene di distribuzione e quindi le problematiche economiche ed incertezze generalizzate dal conflitto. Ecco che la principale sfida per la Fed rimane il timing corretto da applicare sia per il tapering , sia per l’aumento dei tassi. L’entrata nel vivo della ripresa economica USA , pur se rallentata  dalla diminuita liquidità e  dal forte aumento inflazionistico in Europa, vedrà un’inversione dei ruoli nel campo della politica monetaria: il supporto statale  formato dagli stimoli e spesa pubblica dovranno essere sostituiti per forza di cose dalla ripresa in atto con il ritorno, si spera,  alla normalità. I governi del mondo sono impegnati in una transizione economica ed ecologica ove il compromesso politico risulta di fondamentale  importanza anche negli USA. Non è un caso come le principali Banche Centrali stiano continuando a “guardare” oltre le pressioni inflazionistiche.  Come detto Covid e guerra  in Ucraina  sono il “market risk” che minacciano la crescita  USA, alimentando disfunzioni oggi imponderabili sulle catene di approvvigionamento e quindi rendono più lenta e macchinosa la risposta della Fed circa le tempistiche attuabili sulla politica monetaria.  D’altro canto al  raddoppio del tapering corrisponderà un aumento più aggressivo dei tassi di interesse nel 2022. A conti fatti la situazione  globale a cavallo di Covid e crisi Russia-Ucraina al momento è la seguente: 1) USA: I rendimenti a lungo termine  dei bond tornano a salire. Futures americani positivi di oltre mezzo punto.  Il rendimento a 2 anni ha toccato soglia 1,8% per la prima volta da maggio 2019, il 10 anni in area 2,1%. Gold in calo, oil cedente, indici di volatilità in discesa con il Vix passato  da 37,3 di martedì u.s. al 31,7 odierno.  La FED è in procinto di aumentare i tassi di circa 25 punti. Una nota su BlackRock, la società ha comunicato ufficialmente di aver subito oltre 17 miliardi di dollari di perdite causa esposizione verso la Russia.  2) EUROPA: risalita tassi europei con il tasso bund a 10 anni ai massimi in area 0,35% ed il 2 anni tornato a –0,35%. Aperture tutte negative a conferma di uno scenario caratterizzato dall’incertezza. La Bank of Japan si allinea con la Bce , definite dai mercati come  banche “colombe”. La Bank of England sempre in sintonia con la Fed anche sul prossimo aumento dei tassi con politiche monetarie che cambiano rapidamente, sono state definite come  banche“falchi”.