EMIRATI ARABI AL TEMPO DELLA PANDEMIA

EMIRATI ARABI AL TEMPO DELLA PANDEMIA

“ Un  vincitore è un sognatore che non si arrende mai”  Nelson Mandela . Il “ non arrendersi mai “ , in questo preciso momento storico  è la forza trainante  al cambiamento  degli Emirati Arabi Uniti (EAU) . Da poco hanno formato un nuovo governo federale proprio per reagire agli effetti  economici e sociali  devastanti   portati dalla pandemia da Covid-19 .  Il nuovo esecutivo è chiamato ad offrire risposte rapide, efficaci ed esaustive alle domande inedite della realtà post coronavirus.  In attesa  del Dubai World Expo riprogrammato per il 2121 si stà lavorando alacremente sulla digitalizzazione di lavoro e  servizi e ciò in uno alla   razionalizzazione di una nuova  struttura pubblica.   Oggi con  grandi eventi, mobilità e turismo in stand-by , la strada non facile di riposizionamento  post –oil degli EAU nel mondo  passa gioco forza dalla industrializzazione con un ruolo strategico del nuovo governo federale per la digital transformation e per la tenuta sociale in tempo di crisi con  un occhio attento sulle opportunità e le criticità. Negli Emirati si è lavorato sul ruolo sociale  che il governo federale avrà sulla tenuta del sistema soprattutto tramite il “nuovo mondo dell’impresa” che andrà ad occupare sempre più un’importanza cruciale per la tenuta socio-economica della federazione anche  tramite la creazione di occupazione che a sua volta dovrà  sostenere il territorio ed il welfare delle   famiglie multietniche in loco.  Il dinamismo e la competitività  degli EAU si è già espletato in questi mesi con il lancio della sonda verso Marte e l’avvio della centrale nucleare di Barakah . Industria della difesa, energia nucleare ed aerospaziale rappresentano tre asset del processo di evoluzione economica della federazione che stà guadagnando velocemente in dinamismo e competitività.   Ed è proprio per questi ultimi  due motivi che si  è , ad esempio, posto in essere  il cambiamento  legislativo circa la “ proprietà delle quote societarie” , ovvero la tanto attesa  “proprietà al 100% “ da parte di cittadini stranieri di società registrate negli EAU.   E’ una riforma epocale per gli Emirati perché punta direttamente ad attrarre ed incoraggiare nuovamente gli investimenti esteri con il fine di risollevare un’economia  stagnante  oggi rappresentata da modeste variazioni del prodotto interno lordo ,  del reddito pro-capite e  con un reddito nazionale immobile fautore dell’odierna fase di progressiva contrazione della crescita economica interna di  tutti gli Emirati.  Già prima della crisi innescatasi con la pandemia si erano registrati una serie di anni di forte calo nelle entrate  per  alcuni dei settori chiave  degli EAU, flessione aggravata dal crollo verticale dei prezzi del petrolio.  Dal Marzo 2020 lo stop ai viaggi intercontinentali e la chiusura dei luoghi pubblici hanno azzerato il turismo,  la vendita al dettaglio,  l’ospitalità e  la logistica con contrazione drastica  per visibilità ed ingresso di  denaro.  Di conseguenza a cio’ lo shock si è riversato sul settore energetico quando la domanda di greggio prima si è contratta per poi precipitare con le quote del Brent di riferimento globale a meno 60%.   Fulcro  nodale  per l’economia dei Paesi del Golfo era , ed e’ , il grado di  volatilità della dipendenza dal petrolio, peraltro già evidenziata dalle prime riforme occorse negli Emirati nel 2018 come l’introduzione dell’IVA per la concessione dei visti a lungo termine per i professionisti .  Così  si è  giunti alla  odierna  agognata ( per noi investitori esteri)   modificazione  della legge sulle società commerciali .  Questa azione del  governo  emirino  è stata attuata appositamente per stimolare imprese, investitori e capitali stranieri , promuovendo così un rilancio nello sviluppo economico del settore privato anche nelle piccole società , arrivando anche a  sostenerne  i progetti industriali.  Ma nel dettaglio pratico cosa cambia ?   Prima di questa modifica legislativa  la  filiale di una società straniera negli  EAU ,  zone franche escluse, necessitava per essere costituita e quindi poter operare sul territorio di un agente locale.  Attenzione non un partner , ma bensì un agente di servizio locale nominato appositamente col fine specifico di poter consentire alle filiali di società straniere di svolgere la propria attività negli Emirati.  Nello specifico dettaglio faccio presente che i nuovi emendamenti hanno di fatto revocato l’articolo 329 della legge sulle società commerciali in territorio EAU.  Dal 01/01/2020 , con decorrenza al 02/01/2021 , non sarà più necessario , per una società di proprietà straniera che desidera aprire una filiale o un ufficio di rappresentanza negli EAU avere quindi un agente di servizio locale . Dietro attenta valutazione dell’ufficio governativo preposto fanno eccezione solo alcune tipologie di aziende che operano in settori per il paese  ritenuti strategici e quindi fondamentali per la sicurezza nazionale.   Di fatto quindi la regola precedente del requisito minimo del 51% di proprietà nazionale ( emirota)  è stato abolita ed ora quasi tutte le attività commerciali negli Emirati sono aperte alla piena ed esclusiva proprietà straniera. Consequenzialmente a ciò la nuona legge sulle società porrà anche un limite all’obbligo di avere cittadini emiratini nei Cda delle Spa , quindi garantendo maggiore  velocità di costituzione, flessibilità , trasparenza  e costi generali inferiori a prima.  Una cosa però è certa, malgrado l’apertura al 100% della acquisizione  straniera  alla proprietà delle quote del cs  il brad estero avrà sempre bisogno del supporto dei grandi gruppi degli Emirati , perché oltre alla perfetta conoscenza  dall’interno delle dinamiche specifiche del mercato degli EAU, l’appoggio di eventuali partners locali portano come loro “ dote “  portafogli importanti di clienti e quindi di business.  Si tratta di gruppi locali quali Chaloub, Al Tayer , Alshaya  o Emaar proprietaria del Dubai Mall che possono mettere  contrattualmente a disposizione  dell’investitore estero franchisee e joint venture oltre 150 brand, questo  porta  come conseguenza ad una posizione contrattuale di vantaggio nei confronti dei proprietari dei Mall.  A conti fatti quindi questa nuova normativa servirà a dare quella tranquillità che fino ad oggi è mancata all’investitore straniero nel fare business negli Emirati e ciò finalmente con una struttura societaria chiara e lineare oltre che  ad avere  inoltre una sensibile diminuzione dei costi di costituzione e gestione societaria.     

di Fabio Accinelli