
03 Ott ECONOMIA ITALIA: LA GUERRA DEL DEBITO
L’ Italia è la portatrice del triste primato di vantare il debito pubblico in rapporto al Pil fra i più alti al mondo, oggi sono 2.800 miliardi , pari al 151,6% del Pil . Il problema del debito nazionale già contratto è di fondamentale rilevanza nella gestione della nazione. (1) l’ Italia nel 2023 ha pagato al 31 agosto c.a. quasi 66 miliardi di euro per interessi sul debito, importo pari al 3,7% del Pil. Questa somma risulta essere uguale alla metà della spesa canalizzata sulla Sanità e di poco inferiore a quella per l’ Istruzione. (2) risulta interessante raffrontare come la spesa per contrastare gli effetti economici della pandemia di Italia e Germania siano state quasi simili, imputata a – 200 miliardi per noi e – 220 per i tedeschi. Questi impegni economici però non si sono tradotti in interventi uguali perché per l’ Italia indebitarsi, ieri come anche oggi, ha un costo di gran lunga maggiore rispetto ai cugini tedeschi. E’ il famoso “ spread “ a preoccupare perché incide in maniera di molto superiore sull’Italia rispetto ad altri Paesi comunitari proprio perché noi siamo appesantiti dall’enorme debito già esistente. Ad avvalorare tutto ciò nella giornata del 28 settembre si sono registrate forti tensioni sul fronte dei Buoni del Tesoro e questo dopo la Nadef approvata dal Governo . lo spreadm è letteralmente volato fino a toccare i 200 punti nel pomeriggio. Ad innescare tutto questo hanno impattato gli ultimi dati sull’ inflazione ed i relativi timori basati sulle prospettive negative sulla crescita dell’economia nell’ Eurozona. Fatti che si riscontrano anche nell’ultimo bollettino economico pubblicato dalla Bce con il consequenziale taglio dello 0,5% sulle stime del Pil dell’ Eurozona per il 2024 fissando la crescita al 1%. L’ impatto del rialzo dei tassi è stato quantificato in 14/15 miliardi. Il Governo quindi si è visto costretto a rivedere i dati sulla crescita e ad aumentare il deficit per trovare i soldi da destinare alla Legge di Bilancio nella nota di aggiornamento al Def approvata dal Consiglio dei Ministri. La manovra vuole incidere sul fronte del deficit a causa principalmente della virata negativa dell’economia e appunto del maggior costo del debito. Entro il 15 ottobre il Governo invierà il Documento Programmatico di Bilancio che recepirà le stime del Nadef e quindi formalmente sarà la base di partenza su cui la Commissione Europea pubblicherà il suo parere entro la fine di novembre . Resta chiaro che nella moratoria temporale portata dalla riforma al Piano di Stabilità andrebbero “ stoppate “ immediatamente le uscite per le “ spese correnti primarie “.