ECONOMIA, FINANZA E LA FAVOLA AFRICANA DEL COLIBRI’

In una economia mondiale che ristagna , dove l’economia globale mostra evidenti  segni  di debolezza e dove il coronavirus è la ciliegina su una torta che nessuno vorrebbe mangiare , in un contesto dinamico di come gira il mondo , voglio raffrontare due situazioni esistenti oggi: la situazione italiana con la OPS  ( ndr: offerta pubblica di scambio) lanciata da Intesa su UBI Banca  ed in contrapposizione  quello che sta’ accadendo a 9.700 kilometri di distanza, in Giappone. E’ di ieri sera, a chiusura della contrattazioni , che Banca Intesa lancia una OPS su UBI Banca e non in  una giornata  qualsiasi, bensì nel  giorno preciso in cui Victor Massiah , top manager di UBI ha presentato il piano industriale fino all’anno 2022, piano  che contempla più di 2.000 esuberi correlati ad una diminuzione dei costi operativi del 6%.   Nel dettaglio si tratta di una OPS volontaria e totalitaria con un premio del 27,6% rispetto al prezzo ufficiale di venerdì 14 ,  ovvero in parole povere Intesa offre 17 azioni del nuovo gruppo che si andrà a creare ogni 10 azioni di UBI , valorizzando ipso facto UBI a 4,9 miliardi.  Questo è successo  mentre i mercati azionari  europei continuano a guadagnare terreno ed il Ftse Mib di Piazza Affari ha chiuso oltre 25.000 punti come non accadeva dal 2 Ottobre 2008. Quanto sta’ accadendo sembra una “ bestemmia” esplosa sia nel bel mezzo di una economia in difficoltà e sia di un mercato azionario in ottima salute , ma non è così!   Come in ogni storia  esiste una spiegazione e  la realtà si evince alla luce della  c.d. “ scommessa sulla liquidità “ , ovvero quando gli investitori sono convinti che a fronte dell’odierno rallentamento del ciclo economico-finanziario globale le Banche Centrali dei singoli stati membri della UE , la BCE e tutte le Banche Centrali di ogni singolo Stato   non faranno mancare il loro apporto finanziario.  Ad esempio è del giorno 17 c.m.   la notizia che la Banca Centrale Cinese ha predisposto nuove iniezioni di liquidità ad un tasso di interesse ridotto al 3,15% dal precedente 3,25%, mossa prodromica al taglio del tasso principale di rifinanziamento .  Da oggi in poi  si aspetta solamente che vengano resi noti  i conti a consuntivo del primo trimestre e così si vedranno concretamente i primi effetti del rallentamento globale sui conti  economici  delle società quotate ed  a ciò il mercato non potrà essere indifferente. Il rischio reale che si paventa all’orizzonte è quello di uno “ spring starling” che possa poi compromettere il rally coinvolgendo soprattutto  i titoli industriali essendo quelli  più a rischio dei  problemi di approvvigionamento ed anche i titoli nel settore del lusso .  E’ interessante porre una nota sul fatto che ad essere maggiormente esposti  ad un “ effetto coronavirus” siano quei comparti industriali che nell’ultimo decennio hanno realizzato le migliori performances in Borsa proprio grazie alla  forte presenza cinese sui mercati internazionali.    Ed in Giappone?  Nel paese del Sol Levante la crescita nell’ultimo trimestre del 2019 è stata del – 1,6% con una sima del FMI  per il gennaio 2020 pari al + 0,7% , mentre i dati in Europa sono stati  del + 0,2% ed il previsionale 2020 del + 1,3 %.  Oggi il Giappone, che  è la terza economia mondiale, è sull’ orlo di una recessione  !!     Dopo l’aumento dell’IVA accaduto il 1° Ottobre passando dall’ 8 al 10% , gli innumerevoli e devastanti tifoni che hanno causato una contrazione nell’economia nipponica dell’ultimo trimestre 2019 , l’effetto diretto e negativo del coronavirus  sul PIL del primo trimestre 2020 , il paese si trova in una situazione economico-finanziaria delicata ed incerta. Per quanto il Giappone sia un paese lontano e così pure la sua economia, quest’ultima ha delle implicazioni  e ripercussioni anche nella politica economica italiana.  Anche da noi si discute da sempre su come ridurre l’Irpef sui redditi medio-bassi rimodulando le aliquote IVA per evitare l’ennesimo buco nei conti pubblici. Ecco allora che  si sta’ studiando come ridurre il deficit nei conti pubblici intersecando tale necessità a politiche espansive .   E’ la teoria delle “ tre frecce nell’arco “ , dove la prima rappresenta i  tassi di interesse negativi, la seconda forti acquisti di titoli pubblici da parte della Banca Centrale e la terza aumenti costanti nella spesa pubblica.   Quello che si sta’ applicando oggi in Giappone è da tempo allo studio del Fondo Monetario e dell’Ocse e  tutti indicano la fattiva possibilità di aumentare la crescita ridistribuendo il carico fiscale dalle imposte dirette su quelle indirette.   Eppure un dubbio, forte , rimane. Visto anche quello che sta’ accadendo in Giappone perché mai un comune cittadino ( un contribuente )  a cui lo Stato con una mano lascia più soldi disponibili in busta paga riducendogli l’importo dell’Irpef dovrebbe spendere di più nell’economia generale del paese se poi lo stesso  Stato con l’altra mano si riprende i soldi aumentando l’ IVA?…….E’ la favola africana del colibrì che narra della capacità di mettersi sempre in gioco…. Un colibrì, mentre tutti gli animali della foresta fuggono a causa di un incendio, vola nella direzione opposta continuando a portare acqua nella speranza di spegnere fuoco….Se ognuno facesse il proprio, anche poco, probabilmente non saremmo arrivati a questo punto.

Fabio Accinelli