CINA: DIFFICOLTA’ PRESENTI E FUTURE

CINA: DIFFICOLTA’ PRESENTI E FUTURE

Per la Cina l’anno appena trascorso è stato il peggiore degli ultimi decenni. Sicuramente sulla seconda economia mondiale hanno inciso le restrizioni imposte dal governo centrale ed i controlli più severi sulle imprese private che ne hanno quasi azzerato la crescita causando il crollo del patrimonio collettivo. Ne sono un esempio lampante le azioni cinesi , rappresentate dall’indice MSCI China , che sono scese nell’ultimo  anno del 33%. I mercati finanziari stanno quindi scontando difficoltà presenti ma anche future di un Paese che sta affrontando una crisi  profonda , suddivisa in più livelli , tanto da renderla ancora più complessa di quella occorsa ai tempi del maoismo. Recentemente è partita una misura di sostegno del Governo centrale inerente la possibilità di prorogare il rimborso dei mutui e l’impegno formale alla concessione di centinaia di miliardi di dollari in nuovi crediti.  Il settore immobiliare è stato da prima colpito dalla crisi dei costruttori e oggi vede una diminuzione costante dei prezzi e quindi del valore intrinseco delle case. Rammento a chi legge che il settore immobiliare è la vera spina dorsale dell’economia cinese contando per oltre un quarto del PIL  nazionale ed è pari ad oltre il 70% della ricchezza posseduta dalle famiglie cinesi . In questi primi giorni del 2023  si registra un importante recupero delle emissioni obbligazionarie dei costruttori interni alla Cina, i c.d. property developers.  Un recupero del 50% dai minimi segnati a novembre 2022 grazie anche alla riapertura del paese e alle citate politiche governative maggiormente  a sostegno  del settore immobiliare. Farei un breve cenno sul fallimento di Evergrande. Qui rimane in essere un forte rischio collegato a questo investimento. Punto focale  e vero e proprio “market mover” sarà  vedere nel medio periodo se si riuscirà  a persuadere i compratori finali degli immobili a chiudere gli acquisti che avevano giustamente interrotto avendo  perso la fiducia nei costruttori dopo che molte delle costruzioni erano rimaste incompiute e le società di costruzione fallite.  La svolta a favore di questo mercato potrà aiutare  in maniera significativa la Cina a rilanciare la propria economia. Personalmente vedo una crescita del PIL del paese per il 2023 fino al 4,8%, contro le  previsioni medie generali che lo configurano al 4%. Questo anche dopo che il convegno del Partito Comunista  ha annunciato un allentamento delle restrizioni zero-Covid oltre ulteriori azioni a sostegno del mercato interno  , come suindicato, per stabilizzare il settore dell’edilizia residenziale con le oramai famose “ sedici misure”. La Cina si trova , rispetto alle altre economie di primo piano, in una fase diversa e più avanzata del proprio ciclo economico. Inoltre il Congresso del PCC ha evidenziato un ulteriore rafforzamento del potere decisorio del Presidente Xi Jinping , fatto a cui ha corrisposto un sensibile incremento degli impegni in agenda incrementando gli incontri con i leader stranieri per ripristinare la situazione geopolitica dopo gli accadimenti degli ultimi due anni. Internamente al paese il fine è fare ripartire la domanda dei consumatori , diminuire il tasso di  disoccupazione e contribuire all’incremento degli investimenti aziendali. Sono personalmente convinto che tra due/tre trimestri i principali  problemi  socio-economici interni saranno superati e la Cina riprenderà il suo percorso di crescita . Proprio per questo i  primi a migliorare dovrebbero essere gli “indicatori a più alta frequenza” . Terminato il capodanno cinese , ad Hong Kong con il rientro dopo la pausa vacanziera per il nuovo anno lunare, si è segnato un forte rialzo nel settore tecnologico che ha fatto da trascinatore all’indice MSCI Asia Pacific al livello più alto registrato dall’aprile u.s. Hang Seng +2,12% , il complesso degli indici cinesi con rialzi dello 0,70%. A livello geopolitico la Cina si rilancia per confermarsi ancora come pedina essenziale e non sostituibile nella catena dell’approvvigionamento globale e questo nonostante le recenti preoccupazioni di decoupling ( disaccoppiamento). Nel corso del 2022 gli investimenti diretti esteri in Cina sono cresciuti per oltre il 20%. Gli investimenti manifatturieri cinesi post pandemia hanno rappresentato ben oltre il 60% del totale globale mentre la produzione manifatturiera ha segnato la quota record percentuale del 30%. L’inflazione in Cina rimane moderata e questo fatto  le permette di avere un margine di manovra ottimale per un allentamento dei margini operativi. In una sintesi conclusiva possiamo rilevare  che mentre gli ultimi 18 mesi siano stati complessi per gli investitori in azioni cinesi , oggi  siamo ad una svolta. Anche a causa delle partecipazioni istituzionali ai minimi storici degli ultimi cinque anni e le valutazioni tecniche consolidate ottimali , il rapporto rischio/rendimento delle azioni cinesi è favorevole.  Il 2023 anche grazie ad una migliore visibilità sul Covid e sul settore immobiliare si è già presentato con un’accelerazione nel mercato domestico.