BREXIT: 29 MARZO 2019 UNA USCITA SOFT

E’ fatta! Dopo una concitata riunione tra la May ed i suoi Ministri, nella giornata di ieri,  si è ottenuto l’ok alla “bozza tecnica di intesa” sul divorzio dalla UE, documento di oltre 500 pagine  . Davanti al portone del numero 10 di Downing Street, la May ha definito che l’intesa è stata trovata dopo un “…lungo, dettagliato, appassionato dibattito…” . L’accaduto era un passaggio decisivo per permettere al governo di poter andare avanti e finalizzare l’accordo, questo bensì siano stati  nove i Ministri ad esprimere un parere negativo in tal senso. Il secondo passo , ottenuto il via libera dei suoi Ministri, sarà quello che vedrà la May sottoporre tale bozza di intesa al Parlamento. Qui le opposizioni sono compatte ed hanno apertamente dichiarato guerra al documento. E’ su questo terreno che la Premier dovrà combattere anche per salvare la sua poltrona, infatti è in continua crescita il malcontento nel partito conservatore dei falchi” brexiteers”. A loro si aggiunge, con forza, la destra unionista Nordirlandese allarmata da un accordo , per altro ben visto da Dublino, che lascia aperto il futuro ad un legame stretto tra Irlanda del Nord ed UE; legame  che diverebbe molto più forte rispetto a quello con il resto del Regno. Il 25 di Novembre, secondo chi scrive, potrebbe essere convocato a Bruxelles il summit straordinario UE atto alla vidimazione dell’accordo . Fatto questo poi il tutto dovrà essere approvato dai rispettivi parlamenti. Punto focale della bozza di intesa sono le molte concessioni da parte di Londra. Sono confermati gli impegni sulla tutela omnia dei diritti dei cittadini ospiti, viene evidenziato il conto del divorzio britannico che sarà ,in soldoni, di ben oltre 39 miliardi di sterline, inoltre il divorzio costerà fino all’8% del Pil nel lungo termine, portando il costo procapite a famiglia  a ben oltre 6 mila sterline. Vi sarà poi la fase di transazione improntata allo status quo lunga almeno 21 mesi . In ultimo, ma non per importanza, nel testo è evidenziata la soluzione per assicurare il mantenimento di un confine senza barriere fra Irlanda ed Irlanda del Nord: nel merito è stabilita una permanenza temporanea dell’intero Regno Britannico nell’unione doganale UE in attesa che si predisponga un successivo accordo complessivo sulle possibili relazioni future , post brexit, tra Londra e Bruxelles. Pongo l’accento sul fatto che ,quest’ultimo punto, è considerato una vera e propria “esecrazione” da parte dei puristi “della brexit” . Ed ora un tocco di gossip! Per chi ama il football e considera la Premier League il massimo campionato di calcio al mondo, la Brexit non potrà che avere effetti anche sullo sport professionistico. Il campionato di calcio inglese conta un ampia colonia di giocatori stranieri, per fare un esempio : nel Manchester City vi sono 17 calciatori non inglesi così come nel  nel Tottenham; 16 nel Liverpol e Chelsea, 14 per il Manchester United quanto il meno quotato Newcastle , ed infine 13 per il Leicester. A livello di “ costi sostenendi ” per i tifosi e le famiglie   non è tanto  il fatto che nel futuro  la Brexit possa impedire l’ingaggio di nuovi assi stranieri, ma bensì il fatto che , a conti fatti, per i tifosi andare in trasferta all’estero ,a seguire la propria squadra, costerebbe un importo di molto superiore .

Fabio Accinelli