BASILEA 3 AFFOSSA LE PMI

Lo stato dell’arte degli istituti bancari europei è chiaro, le nuove norme monitorate dal “Financial stability” ,organo del G20 con il compito di seguire  il sistema finanziario mondiale , ha messo in evidenza come l’eccesso di regolamentazioni bancarie stia di fatto strozzando l’accesso al credito delle PMI . Troppe, frazionarie e rigide le nuove regole bancarie, troppo elevati e sempre in aumento, i costi da sostenere per adeguarsi alle nuove normative . In poche parole per le piccole imprese, il credito è sempre più costoso e quindi meno accessibile, con una stretta regolatoria invalicabile per molte. Il risultato è uno: la riduzione sempre crescente del credito. Siffatto disagio è condiviso tra tutte le banche della UE . Già oggi i prestiti delle PMI erano assoggettati ad una sfilza di regole, con standard regolatori sempre più stringenti rispetto ad altre forme di lending: il minimo comune denominatore è sempre la presunta maggiore rischiosità intrinseca nel finanziamento. Per consuetudine, una PMI è ritenuta più fragile e meno solvibile di una grande società divenendo così indicata come soggetta  ad un maggior rischio default . Su questo concetto alle banche viene chiesto di fare accantonamenti più che proporzionali quando finanziano una PMI piuttosto che una grande azienda. Proprio nell’ambito di Basilea 3 si è notato come anche la parte di fidi non utilizzati sia sempre soggetta ad accantonamenti; ciò penalizza in assoluto lo strumento più largamente utilizzato dalle PMI. Si noti poi come tra le forme di Basilea legate al capitale il “calendar provisioning” della Bce e l’introduzione di nuovi principi contabili Ifrs9, il costo netto del capitale per le banche correlato ai prestiti sia aumentato a dismisura. Si pensi che il “ cost of capital” pari all’1 % genera all’incirca un incremento dei tassi su un prestito a 5 anni che oscilla tra i 10 e 40 punti base e ciò a seconda del giudizio tecnico posto in essere sulle qualità economico finanziarie dell’impresa. E’ lampante come questo rincaro impatti negativamente sull’offerta di specifici prodotti finanziari quali sono: i prestiti senza garanzie ed i prestiti a medio lungo termine che poi sono, di fatto, le due principali fonti di finanziamento delle PMI . Da tutto ciò cosa se ne deduce? Il risultato finale , visibile a tutti gli operatori del settore bancario e quindi degli imprenditori è come il finanziamento delle PMI stia diventando, causa forza maggiore, uno degli usi meno attrattivi di capitale regolamentare nel settore bancario ciò soprattutto per il contesto regolamentare complesso che spinge verso asset più liquidi con effetti negativi, attuali e futuri sempre maggiori per le PMI.

 

Fabio Accinelli