
23 Nov BANCHE: GIOCHI DI POTERE E RISCHI DI STABILITA’
La ragion d’essere di un Istituto Bancario, a qualsiasi latitudine del mondo la si voglia vedere dovrebbe rispecchiare la tutela del risparmio e il sostentamento tramite l’erogazione del credito ad imprese e famiglie , il tutto conglobato in un ottimale ruolo sociale del capitale umano. Oggi ,invece, il settore bancario mondiale stà cambiando a grandi passi e non a causa di progetti e/o intuizioni dell’uomo, bensì a causa della pandemia Covid-19 . Il mondo intero è in sofferenza e quello del credito, obtorto collo, ne stà cavalcando la stessa onda. Forte calo dell’attività economica, incertezza nel futuro e depressione sociale, hanno avuto ed avranno ancora per molto tempo un impatto significativo, perché devastante, sull’affidabilità creditizia delle banche. Occorre quindi creare delle vere e proprie “ Big Bank pan-europee” per omogeneizzare i diversi mercati del credito e dei capitali accelerando così l’integrazione europea bancaria, economica , fiscale e politica. L’unione bancaria europea non può trascendere oltre che dall’euro e dalla Bce anche dalle stesse singole banche prese singolarmente che sono l’ elemento chiave per la realizzazione del progetto di ridimensionarsi nel mondo per poter consequenzialmente competere con i grossi gruppi nord-americani e cinesi. In Europa entrerà a breve una nuova definizione di “default” che prevede il limite massimo di 500 euro di debito verso una banca. Ciò renderà impossibile alle Banche di riuscire a dare il giusto sostegno finanziario alle imprese in momentanea difficoltà, infatti esse possono fare ben poco a causa dell’attuale quadro normativo. Potrebbero essere fondamentali le proroghe alle odierne moratorie ed ai finanziamenti garantiti e ciò almeno per la prima parte del 2021. Poi c’è l’annoso problema dell’immensa mole di NPL . Bisogna una volta per tutte deciderne un’ esatta ed univoca classificazione facendoli confluire in stock omogenei per tipologia e rischio così da poter procedere alla loro cessione liberando i già precari bilanci bancari. Operazione questa necessaria ed urgente perché le banche non possono ancora e sempre far pagare il danno ai loro azionisti vendendo sotto prezzo gli NPL e di fatto facendo però così lucrare solo gli acquirenti di questa tipologia di crediti ceduti. Si capisce quindi che sono elevati i rischi per una stabilità finanziaria e che gli istituti e shadow banking devono risolvere innanzi tutto i loro annosi problemi strutturali riconducibili poi di fatto a tutto il settore bancario europeo. Oggi giorno le condizioni finanziarie sono e rimarranno, soprattutto a causa di questo “periodo Covid” , vulnerabili proprio perché direttamente sensibili a bruschi cambiamenti nel “sentiment” degli investitori ed alla pronta o lenta risposta politica ad esso. La prima conseguenza sarà che le banche dovranno essere disposte ad utilizzare le loro riserve di capitale per assorbire le perdite, continuare a sostenere i prestiti ma anche contenere e rimodulare i propri costi di gestione interna. Eccoci allora ritornare al punto di partenza sulla reale capacità dei Governi e della politica. Entrambi non dovranno ritirarsi dalla concessione di garanzie sui prestiti per non indurre le banche ad inasprire gli standard di credito perché ciò comporterebbe una nuova stretta creditizia per le imprese che si tradurrebbe consequenzialmente in un più che proporzionale incremento dei default aziendali. Appare chiaro come gli Istituti Bancari Europei dovranno unire le loro forze in “ raggruppamenti” bancari . Oggi il più grande problema strutturale del settore è la frammentazione. Nella UE esistono più di 5.000 banche e per contro nessuna delle 20 più grandi banche al mondo ha più una sede stabile in Unione europea: questo la dice lunga!! Solo e solamente con Istituti europei forti che lavorano sui costi, investimenti in tecnologia ed innovazione l’Europa potrà ritornare competitiva ed attrattiva per i gruppi stranieri. D’altro canto basta guardare il comportamento pragmatico adottato negli USA e come qui siano riusciti a sfuggire alle regole bancarie globali essendo sempre più distanti dalle direzioni bancarie internazionali . Trump anche in questo caso ,al suo grido di “America First” , ha concesso deroghe significative ad un elevato numero di banche nazionali rispetto ai requisiti fissati a suo tempo dal Comitato di Basilea , ciò con un nuovo sistema regolamentare USA partito nel Gennaio di questo anno. Le grandi banche americane sono state suddivise in 4 categorie ( ndr : vedasi dettaglio ) specifiche per requisiti ed indicatori come la dimensione, le attività internazionali, la raccolta sui mercati , le attività fuori bilancio . Questa classificazione è stata creata ad hoc con il solo fine specifico di motivare una graduazione “ tailoring” degli interventi normativi e di vigilanza con l’effettivo grado di “banking risks” per ogni primario istituto nazionale. Le otto banche americane maggiori , incluse nella prima categoria , sono abbastanza allineate con il “ modus” di tutti gli altri istituti internazionali ; i requisiti vanno rapidamente a decrescere dalla seconda categoria in poi. Da questa vera e propria “ creazione “ dell’ amministrazione Trump deriva , ipso facto, la capacità delle banche USA a sostenerne l’economia nell’attuale contesto pandemico, potendo esse utilizzare i nuovi margini concessi per evitare “ credit crunch” e dribblare il fatto che la pandemia possa cancellare gli anni di progressi faticosamente raggiunti anche in termini di riduzione della povertà , cosa che sarebbe un demoltiplicatore delle disuguaglianze. Di fatto se guardiamo il mondo intero, le banche sono e saranno più che mai il perno su cui basare la ripresa, che oggi appare parziale e fragile. Quello che personalmente auspico in qualità di economista è che le autorità politiche, fiscali e monetarie si concentrino nel continuare a fornire un sostegno reale all’economia nel suo insieme , fatto questo che possa impedire di mettere a repentaglio una prossima ripresa economica, necessaria e fondamentale per non aggravare le già forti perturbazioni sociali .
TABELLA: RICLASSIFICAZIONE BANCHE USA
__________________________________________________________________________________________
CATEGORIA 1: Bank of America; Bank of New York; Mellon Citigroup; Goldman Sachs; JPMorgan Chase; Morgan Stanley; State Street; Wells Fargo.
__________________________________________________________________________________________
CATEGORIA 2: Northern; Trust.
__________________________________________________________________________________________
CATEGORIA 3: Capital One; Charles Schwab; PNC Financial; U.S. Bancorp
_________________________________________________________________________________________
CATEGORIA 4: Ally Financial; American Express; BB&T Corp; Citizens Fin; Discover; Fifth Third; Huntington; KeyCorp; M&T Bank; Regions Fin.;SunTrust Inc.; Synchrony Fin.
_________________________________________________________________________________________