BANCHE: GIOCHI DI POTERE E RISCHI DI STABILITA’

BANCHE: GIOCHI DI POTERE E RISCHI DI STABILITA’

La ragion d’essere di un Istituto Bancario, a qualsiasi latitudine del  mondo  la  si voglia vedere  dovrebbe rispecchiare la tutela del risparmio e il sostentamento  tramite l’erogazione del credito ad  imprese e famiglie , il tutto conglobato in un ottimale ruolo  sociale del capitale umano. Oggi ,invece, il settore bancario mondiale stà cambiando a grandi passi e non  a causa di progetti e/o intuizioni dell’uomo, bensì a causa della pandemia Covid-19 .  Il mondo intero è in sofferenza e quello  del credito, obtorto collo, ne stà cavalcando la stessa onda.   Forte calo dell’attività economica, incertezza  nel futuro e depressione sociale, hanno avuto ed avranno ancora per molto tempo un impatto significativo, perché devastante,  sull’affidabilità creditizia delle banche.   Occorre   quindi creare   delle vere e proprie “ Big Bank  pan-europee” per omogeneizzare i diversi mercati del credito e dei capitali  accelerando così  l’integrazione europea bancaria,  economica , fiscale e politica.  L’unione bancaria europea non può trascendere oltre che dall’euro e  dalla  Bce anche dalle stesse  singole banche  prese singolarmente che sono l’ elemento chiave per la realizzazione del progetto di  ridimensionarsi nel mondo  per poter  consequenzialmente competere con i  grossi gruppi nord-americani e cinesi.  In Europa entrerà a breve una nuova definizione di “default” che prevede  il limite  massimo di 500 euro di debito verso una banca.  Ciò renderà impossibile alle Banche  di  riuscire a dare il giusto sostegno finanziario alle imprese in momentanea difficoltà, infatti esse   possono fare ben poco a causa dell’attuale quadro normativo.  Potrebbero essere fondamentali le proroghe alle  odierne  moratorie ed ai finanziamenti garantiti  e ciò almeno   per la prima parte del 2021.  Poi c’è l’annoso  problema dell’immensa mole di NPL .  Bisogna  una volta per tutte deciderne  un’   esatta  ed univoca classificazione facendoli confluire in   stock omogenei per tipologia e rischio così da  poter procedere alla loro cessione  liberando  i  già precari bilanci bancari.  Operazione questa necessaria ed urgente perché le banche non possono  ancora e sempre far  pagare il danno ai loro azionisti vendendo sotto prezzo gli NPL  e di fatto facendo  però così lucrare solo  gli acquirenti di  questa tipologia di  crediti ceduti.  Si capisce quindi che sono elevati i rischi per una stabilità finanziaria e che gli istituti  e  shadow banking  devono risolvere innanzi tutto i loro annosi problemi strutturali riconducibili  poi di fatto  a tutto il settore bancario europeo.  Oggi giorno  le condizioni finanziarie sono e rimarranno,  soprattutto a causa di questo  “periodo Covid” ,  vulnerabili  proprio perché direttamente sensibili a bruschi   cambiamenti nel “sentiment” degli investitori ed alla  pronta o lenta risposta politica ad esso.  La prima conseguenza sarà che le banche dovranno essere disposte ad utilizzare le loro riserve di capitale per assorbire le perdite, continuare a sostenere i prestiti ma anche contenere e rimodulare i propri costi di gestione interna. Eccoci allora ritornare al punto di partenza sulla reale capacità dei   Governi e della politica.   Entrambi  non dovranno ritirarsi dalla concessione di garanzie sui prestiti per non indurre le banche ad inasprire gli standard di credito perché ciò comporterebbe una nuova stretta creditizia per le imprese che si tradurrebbe  consequenzialmente  in un più che proporzionale incremento dei default aziendali.  Appare chiaro come  gli Istituti Bancari Europei dovranno unire le loro forze in “ raggruppamenti”  bancari . Oggi il più grande problema strutturale del settore è la frammentazione.  Nella UE esistono più di 5.000 banche e  per contro nessuna delle 20 più grandi  banche al mondo ha più  una sede stabile in Unione europea: questo la dice lunga!!  Solo e solamente con Istituti  europei forti che lavorano sui costi, investimenti in tecnologia ed innovazione l’Europa potrà ritornare competitiva ed attrattiva per i gruppi stranieri.   D’altro canto basta guardare il comportamento pragmatico adottato  negli USA e   come qui siano riusciti a sfuggire alle regole bancarie globali essendo sempre più distanti dalle direzioni  bancarie internazionali  .  Trump anche in questo caso ,al  suo grido di “America First” , ha concesso deroghe significative ad un elevato numero di banche  nazionali rispetto ai requisiti  fissati a suo tempo dal Comitato di Basilea , ciò  con un nuovo sistema regolamentare USA partito nel Gennaio di questo anno.  Le grandi banche americane sono state suddivise in 4 categorie  ( ndr : vedasi dettaglio )   specifiche per requisiti  ed indicatori come la dimensione, le attività internazionali, la raccolta sui mercati , le attività fuori bilancio . Questa classificazione  è stata creata  ad hoc  con il solo  fine specifico di motivare una graduazione “ tailoring” degli interventi normativi e  di vigilanza con l’effettivo grado di “banking risks” per ogni primario  istituto nazionale.  Le otto banche americane maggiori ,  incluse nella prima categoria , sono abbastanza allineate  con il “ modus” di tutti gli altri istituti internazionali ;   i requisiti vanno rapidamente  a  decrescere  dalla seconda categoria in poi.  Da questa vera e propria  “ creazione “ dell’ amministrazione Trump   deriva , ipso facto,  la capacità delle banche USA a  sostenerne l’economia nell’attuale contesto pandemico,  potendo  esse utilizzare i nuovi margini concessi  per evitare “ credit crunch” e dribblare il fatto  che la pandemia possa cancellare gli anni di progressi  faticosamente raggiunti anche in termini di riduzione della povertà , cosa che sarebbe un demoltiplicatore delle disuguaglianze.  Di fatto se guardiamo il mondo intero,  le banche sono e saranno  più che mai il perno su cui basare la ripresa, che oggi appare parziale e fragile. Quello che personalmente auspico in qualità di economista è che le autorità politiche, fiscali e monetarie si concentrino nel continuare a fornire un sostegno reale  all’economia nel suo insieme  , fatto questo che  possa impedire  di  mettere  a repentaglio una prossima  ripresa economica,  necessaria e fondamentale per non aggravare le  già forti perturbazioni sociali . 

TABELLA: RICLASSIFICAZIONE BANCHE USA

__________________________________________________________________________________________

CATEGORIA 1: Bank of America; Bank of New York; Mellon Citigroup; Goldman Sachs; JPMorgan Chase; Morgan Stanley; State Street; Wells Fargo.

__________________________________________________________________________________________

CATEGORIA 2: Northern; Trust.

__________________________________________________________________________________________

CATEGORIA 3: Capital One; Charles Schwab; PNC Financial; U.S. Bancorp

_________________________________________________________________________________________

CATEGORIA 4: Ally Financial; American Express; BB&T Corp; Citizens Fin; Discover; Fifth Third; Huntington; KeyCorp; M&T Bank; Regions Fin.;SunTrust Inc.; Synchrony Fin.

_________________________________________________________________________________________